Giù le mani dalle nostre terre! Altragricoltura rilancia la storica campagna in difesa delle aziende e del territorio.

Che nesso c’è fra l’arrivo dell’Ufficiale Giudiziario in azienda che, scortato dai carabinieri, ti notifica l’ordine di uscire dalla terra che la tua famiglia ha lavorato da generazioni e la visita del procuratore di affari che ti propone un assegno di tremila euro a ettaro all’anno per cedere l’uso del tuo terreno alla srl che si ripropone di impiantarvi una bel parco di megapale eoliche, fotovoltaico, biogas o un deposito di rifiuti?

E’ la domanda che si è posta ieri sera (7 luglio 2021) la trasmissione autogestita da Altragricoltura su IAFUE dedicata alle due facce della crisi delle aziende agricole: quella che inesorabilmente negli ultimi decenni ha visto svuotare le campagne italiane dalle attività di un milione di aziende e di centinaia di migliaia di braccianti, mentre la flotta peschereccia si riduceva di numeri impressionanti, e l’ondata che sta investendo le aree rurali di tutta Italia di progetti di mega impianti di agrifotovoltaico, di gassificatori e di altre installazioni industriali legate al ciclo di trattamento dei rifiuti o di produzione di energie.

E’ evidente il nesso che esiste fra la desertificazione dei presidi produttivi del cibo e del lavoro della terra e nel mare come al ciclo dei servizi ad essi direttamente legati e la crisi economica e sociale che ha svuotato di senso la funzione delle imprese produttive e l’indebolimento della “tenuta” delle comunità rurali sempre più indebolite fra servizi che chiudono, infrastrutturazioni che cedono, lavoro che scompare.

Entro i prossimi venti anni, questa è la proiezione possibile analizzando le tendenze dei trends demografici, il 70% della popolazione italiana vivrà nelle città e nei centri urbani e solo il 30% continuerà ad abitare le aree rurali. Un grande spazio che si svuota di attività umane destinato ad essere riempito con “qualcosa”.

Come non leggere il nesso fra la crisi della funzione produttiva dell’agricoltura e della pesca e il venire avanti di una impressionante ondata di progetti di riempire lo spazio rurale di attività “altre” rispetto a quelle per cui nei millenni si sono formati i paesaggi e culture del cibo che ci hanno reso il “Bel Paese” che fin qui siamo stati?

Così la battaglia per salvare le aziende agricole dalle vendite all’asta effetto di un insostenibile indebitamento prodotto da un vero “crack di sistema” dopo che l’Italia si è trasformata da grande Paese di produzione del cibo e di lavoro della Terra e nel Mare a piattaforma commerciale speculativa con il Made in Italy dei brand commerciali svuotati dalle materie prime prodotte nel nostro territorio, diventa la battaglia per salvare con loro tutto il territorio e le comunità rurali nel loro diritto ad avere riconosciuta una vita degna e autonoma dallo sviluppo delle megalopoli.

E’ cosi che entro luglio Altragricoltura chiama al Forum per rilanciare la sua campagna storica GIÙ LE MANI DALLE NOSTRE TERRE! e costruire una nuova fase dell’iniziativa