Editoriale del 7.7.21 di Nico Modesto*
Siamo nel bel mezzo di un tiro alla fune; da una parte c’è chi si schiera in difesa del lupo, senza se e senza ma, sono quelli che “viva il lupo”….”siamo noi che abbiamo invaso il loro territorio”….”basta prendere due cani”… “Tanto il bestiame predato viene risarcito” (mai equamente)….e così via fino ad arrivare ad insultare chi svolge il lavoro dell’allevatore.
Dall’altra parte della fune abbiamo chi vorrebbe che il lupo sparisse nuovamente, e magari questa volta per sempre, io li chiamo i “sovranisti della natura”. Chi sono? Sono quegli individui che mettono l’essere umano al centro del mondo, tra loro ci sono allevatori, cacciatori, imprenditori, operai, insegnanti e studenti, disoccupati… Persone di ogni ceto sociale, ma che hanno un denominatore comune : ” l’antropocentrismo”.
Questi, per perorare la loro causa, arrivano a negare la veridicità della scienza, seminano terrore prevedendo invasioni “lupine” degne di un film catastrofico, il tutto con l’appoggio dei mezzi di comunicazione. Insomma una vera e propria lotta all’ultimo sangue; come diceil proverbio tra i due litiganti c’è sempre il terzo, anche se questa volta non gode affatto !! Chi sono? Sono gli allevatori “virtuosi” , coloro che hanno scelto la via della convivenza con i predatori, via intrapresa nel rispetto della natura, della biodiversità e, non per ultimo, nel rispetto dei propri animali.
Molti sono gli applausi dedicati a questi allevatori e molti sono i complimenti per le loro scelte (anche se non mancano gli insulti da parte di chi non la pensa come loro) ma a parte le tante parole di apprezzamento o meno, intorno a loro c’è il “vuoto cosmico”… Un vuoto creato dalla politica, che da troppo tempo è impreparata di fronte ad un evento naturale, quale il ritorno e la diffusione del lupo.
Ma torniamo alla domanda iniziale : ” chi paga i costi della convivenza?”. E si…la convivenza con il lupo ha costi decisamente alti, si stimano spese di alcune migliaia di euro l’anno, senza contare il tempo necessario a far sì che le strategie antipredatorie funzionino al meglio.
Immagino già i commenti: ” cosa pretendi? Il lupo va visto come rischio di impresa”.. “anche chi ha un negozio deve farsi carico delle spese per antifurti, videosorveglianza ecc..”; ok!! non condivido ma accetto queste affermazioni: stiamo parlando di una scelta, quella della convivenza, che viene fatta soprattutto per rispetto del predatore, che è un patrimonio di tutti. Un ecosistema in cui è presente un predatore all’apice della catena alimentare, è un ecosistema sano e in grado di autoregolarsi senza l’intervento dell’uomo.
E allora, se vengono riconosciuti premi per chi sfalcia i prati e per chi fa pascolare il proprio bestiame , se queste pratiche sono riconosciute dalla PAC (Politica Agricola Comunitaria) come pratiche agro-ambientali che vanno a vantaggio di “tutti”, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione del dissesto idrogeologico, della salvaguardia della biodiversità e del presidio e cura del territorio, perché non riconoscere un premio a chi si impegna e si sacrifica per salvaguardare un animale fondamentale per l’equilibrio naturale della fauna selvatica? Non è forse una pratica che va a vantaggio di tutti? Perché non possiamo definirla una pratica agro-ambientale?
Se la conservazione di una specie animale, per quanto giusta, va a discapito di alcune aziende zootecniche, queste aziende non andrebbero sostenute economicamente per migliorare le strategie antipredatorie e compensare le spese sostenute? Potremmo stare qui a discuterne per ore, una cosa è certa, le attuali misure di sostegno per agli allevatori, se previste, non sono concrete o si rivelano insufficienti, sono troppo spesso strutturate in maniera approssimativa e poco tecnica.
Credo fortemente che se le risorse spese per la prevenzione da parte delle regioni, si spendessero con più oculatezza e lungimiranza, ci sarebbero allevatori meno arrabiati e lupi meno odiati.
Ci sarebbero anche delle azioni di tipo legislativo da portare a termine senza costare troppo; come quella che tuteli chi adotta cani da guardiania e nello stesso tempo i fuitori del territorio..legge indispensabile per gli allevatori, così come sono indispensabili i cani.
Sono convinto che il lupo alla fine si salverà….. ma chi avrà pagato il prezzo della sua salvaguardia? A voi la risposta….
*Nico Modesto è agricoltore, allevatore di capre in Liguria
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La stima che viene fatta per il pagamento è vergognoso. Esempio una capra ammazzata non basta il valore inse ma è mancato guadagno del prossimo anno. Poi mi piacerebbe conoscere Nico Demo (allevatore) sapere quante capre a e se vive effettivamente con il reddito delle capre? Questo signore non sa cosa vuol dire dormire con l’ansia che i lupi entrino nel recinto.
Buongiorno, sono l’allevatore in causa.
Alleviamo una 70ina di capre che rimangono al pascolo dall’alba al tramonto per circa 7 mesi l’anno
Le posso assicurare che so cosa significhi non dormire di notte, e neppure di giorno..la Liguria è stata una delle prime regioni del nord Italia ad essere interessata dalla presenza di lupi…tra il 2008 e il 2010 abbiamo perso tutto il gregge.
Proprio per quello ci siamo trovati davanti ad un bivio: smettere o adeguarci
Le confermo che il lavoro dell’allevatore è il nostro lavoro principale( caseifichiamo e abbiamo un agriturismo a conduzione familiare), ma le posso dire anche, che con o senza lupi l’allevamento, da solo, non mi permetterebbe di vivere…credo che questo sia il problema maggiore, e se per i lupi abbiamo trovato una soluzione (dispendiosa sia economicamente che fisicamente, ma realizzabile) per il mancato guadagno purtroppo
Non ci siamo ancora riusciti