Per le api, gli apicoltori e il territorio serve un’altra agricoltura.

É andata in onda ieri sera (30 giugno) la rubrica settimanale autogestita da Altragricoltura su Iafue PerlaTerra che, per la sua seconda puntata, ha affrontato tre temi fra loro apparentemente distanti ma uniti dal filo della ricerca di come rispondere alla sfida dei cambiamenti epocali di fronte a noi.

La proposta di dare vita in Sicilia ad un progetto comune fra AIAB Sicilia, Altragricoltura, l’Università di Catania aperto a quanti vorranno partecipare presentato da Alfio Furnari (presidente dell’AIAB Sicilia) e finalizzato alla ricerca di UNA VIA AGROECOLOGICA PER IL BIO IN SICILIA, ha reso evidente lo sforzo di sviluppare percorsi concreti per fare dell’approccio agroecologico la cifra del cambiamento verso la Sovranità Alimentare di cui è sempre più evidente la necessità.

Una svolta agroecologica che, per affermarsi come chiave dell’agroalimentare del futuro, ha bisogno di fare i conti con i disastri che ci vengono dal fallimento del modello agroalimentare del passato e del presente. Nelle parole di Lino Martone (SIAAB Altragricoltura) e del Sindaco di Casal di Principe Renato Natale, tutto il senso della fase nuova da aprire: gli allevatori di bufala e i sindaci del territorio casertano in mobilitazione hanno bisogno di dare uno sbocco alla loro iniziativa. Altragricoltura lavora per sostenere le ragioni di quella mobilitazione sviluppandone l’autonomia necessaria a “cambiare i rapporti di forza” sociali e politici indispensabili per vincere la sfida del rilancio del comparto nella direzione degli interessi di tutta la comunità.

Ma è con il FOCUS “Api, apicoltori, apicoltura” che è andato in onda ieri sera con una testimonianza video di un apicoltore toscano, l’intervento di Nicola Vinciguerra (apicoltore nelle Marche di Altragricoltura) e di Guido Cortese (apicoltore piemontese, animatore di decine di iniziative nazionali ed internazionali a difesa delle api) ha preso forma uno dei terreni e sviluppi di lavoro per un movimento maturo che compie la scelta strategica dell’Agroecologia come modello sociale e produttivo su cui sviluppare l’agricoltura italiana.

Dalletestimonianze dei tre apicoltori il quadro è chiaro: le api sono in un rapporto delicatissimo con l’ambiente e soffrono di questa fase di grandi cambiamenti climatici e ambientali oltre che della pressione dello sfruttamento della chimica industriale nella aree rurali in maniera evidentissima. tanto che quest’anno gli apicoltori di tantissime zone d’Italia hanno dovuto letteralmente nutrire le famiglie di api per la mancata fioritura di tante specie vegetali ed hanno comunque accusato grandissime perdite.

Eppure Circa il 75% delle coltivazioni alimentari dipende dall’impollinazione animale. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), oggi le colonie di api sono soggette a livelli di estinzione che sono da 100 a 1000 volte più elevati del normale. La responsabilità? Dell’uomo e dall’uso e abuso di pesticidi in agricoltura.

E’ evidente che serve un grande cambiamento che sarà solo il frutto di un lavoro cui Altragricoltura darà il suo contributo mettendo in campo e attivando la sua rete. Così ha annunciato al termine del Focus Tano Malannino proponendo di costituire uno spazio di lavoro che tenga insieme le migliori e tante energie presenti nel movimento