A Genova 20 anni dopo, non per celebrare il passato ma per annunciare il futuro

“Torniamo a Genova venti anni dopo, non per celebrare il passato ma, forti delle nostre ragioni, per annunciare il futuro” così Gianni Fabbris (portavoce dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare e presidente onorario di Altragricoltura) annuncia da Genova la tre giorni di iniziative in cui l’Alleanza sarà impegnata in occasione del ventennale della mobilitazione di Genova 2001.
Giornate di partecipazione ai diversi eventi in programma (a cominciare dall’Assemblea generale del pomeriggio di lunedi 19 luglio e dalla manifestazione a Piazza Alimonda in cui fu ucciso Carlo Giuliani) e che vedranno mercoledi pomeriggio 21 luglio presentare presso il circolo ARCI Barabini di Trasta a Genova la Marcia 2021 per la Nuova Riforma Agraria ed Agroecologica che il movimento nato a Genova venti anni sta sviluppando e che prenderà forma fra i pesi di ottobre e dicembre.

“Quando, dopo tanti anni di lavoro, arrivammo a Genova per denunciare con forza la crisi che stava investendo le nostre aree rurali e minando il diritto al cibo ed al territorio di tutti i cittadini, chiamando alla mobilitazione per costruire un’altrenativa al modello neoliberista della globalizzazione che ne era responsabile, fummo tacciati da provocatori e visionari” ricorda Fabbris “la storia, purtroppo ci ha dato ragione. Milioni di aziende chiuse e di posti di lavoro persi, le campagne che si svuotano di attività umane per riempirsi di ferraglia, cemento e discariche, una crisi climatica che ogni giorni ci ricorda che non abbiamo più tempo. Ora è arrivato il momento di cambiare e di assumere scelte coerenti con l’obiettivo di restituire al mondo ed ai suoi cittadini un pianeta in equilibrio e di edificare una società giusta, un Paese che si è trasformato da millenario luogo della produzione del cibo e di lavoro della terra e nel mare in una grande piattaforma commerciale speculativa.”

“In questi venti anni abbiamo resisistito mettendo in campo un grande cammino di iniziative provando a difenedere le comunità rurali e tutti i cittadini nel loro diritto al cibo dalla aggressione sempre più colpevole contro gli interessi comuni. Ora è il tempo di mettere in campo la proposta per il cambiamento fondandola sulla Sovranità Alimentare fondata sui diritti e non sulla speculazione finanziaria e su scelte agroecologiche che restituiscano al cibo ed ai suoi cicli il valore pieno nel promuovere benessere e qualità della vita.

Un lungo percorso quello fatto da Altragricoltura dalle giornate di Genova nel 2001 e dal lavoro di preparazione di “Piazza Rossetti” la piazza dei contadini dentro la mobilitazione contro il G8

Nel Febbraio del 2001 l’Associazione Michele Mancino (attiva nel sud Italia nelle battaglie contro il caporalato e costituita a Metaponto),  la Rivista Carta dei Cantieri Sociali e il Comitato Italiano d’Appoggio al MST, produssero un appello a partecipare alle mobilitazioni in Italia per il 17 aprile, in occasione della Giornata Mondiale  di Lotta  Contadina indetta da Via Campesina. L’appello (firmato da Gianni Fabbris, Serena Romagnoli e Marco Calabria) si intitolava “LA TERRA SENZA RECINTI”. Decine di iniziative si tennero in quei  giorni; ne nacque un dibattito che avrebbe portato alla proposta di organizzare la presenza dei contadini italiani e dei loro alleati durante la mobilitazione contro il G8 a Genova. Fu così che a Piazza Rossetti nelle giornate fra il 19 e il 22 luglio 2021 si ritrovarono gli agricoltori italiani che sceglievano di resistere alla crisi imposta dal modello agroalimentare neoliberista dominante.

Basta rileggere l’appello che chiamava a ritrovarsi a Genova per valutare tutta la forza delle ragioni che portarono tanti a ritrovarsi in quei giorni (e che avrebbero coinvolte nel tempo tanta parte delle campagne italiane con innumerevoli iniziative).  Si legge nel documento: “E’ interesse di tutti i cittadini avere un sistema agricolo che produca cibo sicuro, valorizzi il territorio, riproduca le risorse naturali e sia diversificato, vitale e pieno di donne ed uomini al lavoro. Per questo è indispensabile un’alternativa al modello agricolo che si cerca di imporre a livello planetario, basato sulla furia produttivista e che ci consegna insicurezza alimentare, fame nel mondo, desertificazione o impoverimento di interi territori. Il cibo non è una merce, il lavoro della terra ha una funzione sociale che non può essere regolata dalla semplice competitività d’impresa che vorrebbe un’agricoltura dove il lavoro e la terra non vengono valorizzati …..Noi vogliamo un‘agricoltura contadina, perché questa ha una dimensione sociale basata sul lavoro, sulla solidarietà tra produttori e consumatori ma anche tra regioni e contadini del mondo, altrimenti le regioni più ricche e gli agricoltori più forti lederanno il diritto alla vita degli altri, e questa logica non ha futuro. Per nessuno.. Ogni giorno in Europa chiudono seicento aziende agricole, entro quattro anni 750.000 lavoratori agricoli italiani corrono il rischio di scomparire piegati dalle scelte di chi predica la liberalizzazione economica e cerca di imporre un’agricoltura che esaurisce le risorse naturali, che trasforma il cibo in un pericolo per chi lo può comprare ed in un incubo per chi non vi può accedere restando nella fame, un’agricoltura basata sui monopoli, sul terrore della repressione nei Paesi più poveri e sulla illusione dell’efficacia di scelte antidemocratiche e antisociali dai costi pesantissimi per la salute, l’ambiente e il lavoro. …”

Oggi, dopo la messa in campo dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare che i contadini di Altragricoltura hanno fortemente voluto e che sempre di più sta diventando lo spazio di un laboratorio di innovazione sociale, politica, culturrale, il Movimento torna a Genova non per celebrare il passato ma per annunciare il Futuro e, in particolare, per presentare la Marcia 2021 per la Nuova Riforma Agraria ed Agroecologica.

“Abbiamo bisogno di ricostruire uno spazio pubblico comune in cui lavorare fra diversi per riaprire le ragioni della partecipazione. Oggi fra il potere e la società c’è un deserto lasciato dal fallimento della politica e dalla sua totale subalternità al mercato. Per uscire dalla crisi serve puntare ad un progetto di società che va fondato sulla rottura con i modelli imposti dal neoliberismo. Se cosi le istanze di giustizia ambientale, economica e sociale non potranno essere soddisfatte ma, al contrario, i poteri speculativi che sono responsabili della crisi si rafforzeranno magari cambiando pelle. Il movimento per la Sovranità Alimentare è in campo per dare il suo contributo e la Marcia 2021 ne sarà l’occasione. Chiamiamo, ancora una volta e come facemmo a Genova nel 2001,  gli agricoltori a uscire dalle loro aziende anche solo per un giorno, i braccianti a partecipare con gli scioperi alla rovescia, i pescatori a scendere dalle loro motobarche, i cittadini a includersi … faremo sentire con forza di nuovo le nostre ragioni ma, soprattutto, useremo il nostro tempo per organizzarci. Perché il tempo del cambiamento è ora!”.

La Marcia 2021, in realtà,  è la Quarta Marcia messa in campo dal Movimento della Sovranità Alimentare dopo Genova (la prima fu la Marcia Sud nel 2005, la seconda quella CONTRO LA CRISI del 2009, la terza quella DEL RISCATTO del 20015) , quando sarà terminata avrà comportayo un grande impegno di 8 mesi di lavoro (dal 17 aprile di quest’anno) e nei sue ultime settimane di sviluppo materiale (di marcia fisica) fra la metà di ottobre e il 5 dicembre in cui terminerà avrà sviluppato 6000 km di percorso attraversando tutte e venti le regioni italiane con  circa cento iniziative diverse concordate con i territori.

La Marcia 2021 sarà presentata a Genova nel Circolo ARCI Barabini mercoledi fra le ore 18.30 e le 21 e, oltre agli interventi in presenza di Fabbris, di Roberto Pisani, di Antonio Desimone ed altri prevede il collegamento da diverse realtà che si stanno preparando alla Marcia oltre che a una diretta da Napoli in cui nello stesso giorno l’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare è impegnata nella mobilitazione contro il G20 dei Ministri dell’Ambiente.