Una strategia condivisa per un sistema agroalimentare sostenibile. Il caso della Sicilia

editoriale del 14 giugno 2021 di Paolo Guarnaccia

Il presente contributo è un estratto dell’articolo pubblicato insieme a Silvia Zingale, Alessandro Scuderi e Giuseppe Timpanaro del Di3A e a Vincenzo Santiglia e Ezio Gori di Gaia Education, sulla rivista scientifica Agronomy dal titolo Proposal of a Bioregional Strategic Framework for a Sustainable Food System in Sicily.

Un sistema alimentare sostenibile è un sistema che garantisce a tutti la sicurezza alimentare e la nutrizione in maniera tale che le basi economiche, sociali ed ambientali atte a generarle non siano compromesse per le generazioni future (FAO, 2018). Il sistema agroalimentare globale è responsabile del 60% della perdita di biodiversità terrestre, di circa il 24% delle emissioni di gas ad effetto serra, del 33% dei suoli degradati, dell’esaurimento del 60% delle popolazioni ittiche commerciali e del sovrasfruttamento di circa il 20% delle falde acquifere mondiali (UNEP, 2016). Mentre oltre 820 milioni di persone nel mondo soffrono ancora la fame, il sovrappeso e l’obesità continuano ad aumentare in tutte le regioni (FAO, 2019), circa il 30% del cibo prodotto a livello globale è sprecato (FAO, 2017) e ogni anno più di 600 milioni di persone si ammalano per l’ingestione di alimenti contaminati (WHO, 2017).

In questo contesto, questa ricerca intende fornire un contributo alla definizione di una strategia condivisa per il raggiungimento di un sistema agroalimentare sostenibile in Sicilia nel 2030. Da anni, infatti, diversi attori locali si stanno muovendo verso la direzione della sostenibilità: mancano, tuttavia, una visione ed una strategia sistemica per il 2030 che possano realmente rendere efficace il cambiamento già in parte avviato. A tal proposito, il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania in collaborazione con il Laboratorio Sicilia 2030, Gaia Education e AIAB Sicilia, ha condotto diverse analisi per comprendere meglio il funzionamento degli attuali sistemi agroalimentari e, sulla base dei risultati ottenuti, ha proposto i possibili interventi sistemici.

LE SFIDE LOCALI. Partendo dall’analisi, le problematiche che hanno reso evidente a livello scientifico ed istituzionale l’insostenibilità del sistema agroalimentare globale si ritrovano anche nel contesto locale. È possibile, nello specifico, individuare per il sistema agroalimentare siciliano una serie di contraddizioni e paradossi, comuni a quei modelli di produzione industrializzati che, sotto la falsa promessa di garantire sicurezza alimentare, in realtà contribuiscono in misura preponderante alla distruzione degli agro-ecosistemi e generano ineguaglianze sociali, economiche e culturali.

In Sicilia, infatti, si scontrano da una parte, il patrimonio naturale unico, la più alta produzione ed estensione italiana in regime di agricoltura biologica e le eccellenze agroalimentari di secolare tradizione e dall’altra la riduzione della fertilità dei terreni, il 70% della superficie regionale a rischio di desertificazione, la perdita di biodiversità, l’abbandono rurale, la povertà, il caporalato, la disoccupazione e l’aumento esponenziale dei casi di malattie non-trasmissibili. Rispetto agli interventi, la transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti richiede lo sforzo di molti attori diversi ed un approccio olistico basato sul pensiero sistemico necessario per affrontare le sfide.

La logica che ha portato allo sviluppo della strategia proposta ha fatto riferimento a due drivers fondamentali, quali agricoltura rigenerativa vs agricoltura industriale e atteggiamento proattivo vs atteggiamento reattivo degli stakeholders e, sulla base di questi, ha individuato quattro possibili scenari:

  1. uno scenario di abbondanza e rifioritura
  2. uno scenario di frugalità ed innovazione
  3. uno scenario di carestia
  4. uno scenario intensivo e di spreco

Il primo scenario è quello che gli attori dovrebbero impegnarsi a costruire, abbracciando pienamente l’approccio agroecologico e le tecniche dell’agricoltura rigenerativa, divenendo parti proattive del processo rigenerativo.

Le questioni fondamentali che ci siamo posti in riferimento alle parti interessate sono:

  • avranno il coraggio di abbracciare l’agroecologia?
  • saranno disposte ad accogliere, co-progettare e implementare una comune strategia bio-regionale che possa generare un cambiamento su larga scala?

LA STRATEGIA

Nel rispondere alle precedenti domande, con lo scopo di realizzare un programma di sviluppo bioregionale per un sistema agroalimentare sostenibile in Sicilia è stata elaborata una strategia basata sull’educazione degli stakeholders e sulla transdisciplinarietà e articolata in valori, obiettivi trasversali, fattori critici di successo ed azioni. I valori e gli obiettivi definiscono perché e cosa fare all’interno del programma, i fattori critici di processo e le azioni definiscono il come e il quando.

Tra i valori, vi sono:
avere il coraggio di sostenere nuovi stili di vita sostenibili
fidarsi delle parti interessate per agire in modo equo nell’interesse dell’economia alimentare bio-regionale
essere disposti a ripristinare l’ambiente bio-regionale come base per un futuro positivo
perdonare le ingiustizie del passato e accettare l’attuale urgenza di istituire comunità resilienti
comprendere il ragionamento utile a salvaguardare la vita sulla Terra

Tra gli obiettivi generali, troviamo:

  • promozione della cooperazione transdisciplinare tra gli stakeholders
    empowerment dei soggetti interessati tramite l’eco-alfabetizzazione
    educazione alla sostenibilità ed alla condivisione delle conoscenze e delle esperienze
    adozione di tecniche agroecologiche e rigenerative
    esclusione e limitazione dell’uso di pesticidi nocivi e di input chimici
    salvaguardia, tutela e valorizzazione della biodiversità
    incremento della sostanza organica e dell’humus del suolo
  • promozione di meccanismi di economia locale e circolare
  • supporto ai finanziamenti per la cattura e lo stoccaggio del carbonio nel suolo
  • creazione di nuovi posti di lavoro nel settore agro-alimentare

I fattori critici di successo rappresentano il cuore vero e proprio della strategia e consistono in quattro punti fondamentali:

  • – creazione di una struttura di governance istituzionale guidata da un’istituzione pubblica in consultazione con tutte le altre parti interessate. Ciò prevederà il più ampio coinvolgimento delle parti interessate, quali il sistema educativo, le istituzioni coinvolte nelle questioni ambientali, nell’agricoltura e nello sviluppo economico, le associazioni di agricoltori, le entità coinvolte nella lavorazione, nella logistica, nella distribuzione e nella vendita dei prodotti e gli investitori;
  • attivazione di un programma di educazione transdisciplinare alla sostenibilità in tutto il settore dell’istruzione, dall’università, alle scuole, alla formazione professionale;
  • istituzione di un ufficio di gestione del programma, dedicato a fornire supporto amministrativo e tecnico, al fine di allineare i bilanci e i progetti del settore pubblico e privato con l’agricoltura sostenibile;
  • organizzazione di un servizio di monitoraggio e valutazione dedicato al progetto per la redazione di relazioni indipendenti sullo stato di avanzamento del programma, per tutte le parti interessate; si tratta di una funzione transdisciplinare che misurerà l’impatto complessivo del programma bioregionale mediante diversi indicatori di base.

Per ogni fattore critico di successo verranno implementate azioni diverse:

  • per la struttura di governance, diventano fondamentali ed interconnesse sia l’individuazione dei bisogni e delle esigenze delle associazioni e dei diversi attori delle filiere agroalimentari locali che la predisposizione di politiche adeguate da parte del settore pubblico istituzionale;
  • per l’attivazione del programma di educazione alla sostenibilità, le azioni devono trovare l’impegno dell’intero settore dell’istruzione; inoltre, andrà effettuata una promozione continua e costante di campagne di ecoalfabetizzazione, in grado di sensibilizzare anche chi è ormai fuori dal sistema educativo, quindi gli stessi attori della catena del valore del sistema alimentare locale, come distributori, grossisti, rivenditori, ma soprattutto i consumatori, in modo che questi possano prendere decisioni consapevoli che sostengano il sistema agroalimentare bio-regionale;
  • per quanto riguarda il management office, una delle azioni fondamentali sarà l’individuazione delle figure professionali che saranno presenti presso l’ufficio di gestione dei programmi con specifiche competenze nella facilitazione dei processi partecipativi, nel campo dell’agricoltura rigenerativa e dello sviluppo sostenibile, negli aspetti tecnici-amministrativo e nel supporto ai produttori;
  • per il sistema di monitoraggio e valutazione, la redazione e pubblicazione di report periodici necessita dell’individuazione di appositi indicatori in grado di misurare il livello di sostenibilità delle filiere locali e di valutare complessivamente l’impatto della strategia; uno degli indicatori più importanti dovrebbe essere quello di misurazione del sequestro di carbonio nel suolo.

Risulta chiaro che affinché la strategia complessiva possa essere sostenuta, vanno definite relazioni, responsabilità ed impegni per ogni parte coinvolta.

CONCLUSIONI

Il passaggio a sistemi alimentari sostenibili è un processo multidimensionale e complesso che prevede il superamento di molte sfide ambientali, sociali, economiche e culturali. L’approccio bioregionale della strategia proposta evidenzia l’importanza di un’economia alimentare locale e del coinvolgimento delle parti interessate nella catena del valore dei prodotti agricoli ed è allineato con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU e con le strategie europee ‘Farm to Fork’ e ‘Biodiversità 2030’.