Le parole del prof. Francavilla: la salute comincia da quello che mangiamo nei primi mille giorni.

Tre le parole per la settimana di confronto e riflessione che va dal 15 al 22 marzo: salute, sicurezza alimentare, cittadini. Quale modo migliore per iniziare il dibattito e la riflessione che non l’intervento del Prof. Ruggero Francavilla con cui, nello spazio degli editoriali e delle parole, si è inaugurata questa mattina la settimana?

Il prof. Ruggero Francavilla è responsabile della Gastroenterologia Pediatrica dell’Università di Bari ed è un “amico del movimento” cui ha molto insegnato e da cui ha molto imparato.

Lo racconta egli stesso “me lo avete insegnato voi l’intreccio fra il modo come si coltiva il grano e i problemi di salute … noi medici non siamo abituati a pensarci, guardiamo agli effetti ma è evidente che c’è un nesso stretto fra quello che mangiamo e la nostra salute”.

L’intervento che Iafue PerlaTerra ha mandato in onda è, in realtà, la riproposizione di una relazione tenuta dal prof. Francavilla nel workshop su “grano e sicurezza alimentare” il 27 febbraio scorso durante il seminario istitutivo del Secondo Forum in Difesa del Grano convocato dall’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare.

“La qualità di quello che mangiamo è fondamentale per tutti noi ma soprattutto per i primi mille giorni di vita. Voi dovete sapere che quando una mamma mangia passa al feto tutte le sostanze che prende dal cibo. Tanti farmaci, pesticidi, mercurio, piombo ed altro arrivano direttamente nel feto. Uno studio americano ha documentato come su 50 donne gravide, tutte avessero nel sangue contaminanti…. Dobbiamo, poi considerare, la spettanza di vita e capire che un bambino che assimila sostanze dannose per i primi dieci anni sarà inevitabilmente un uomo malato. … Quante sono i contaminanti cui dobbiamo stare attenti? Sono tantissimi”.
Una vera “lezione” condotta in maniera chiara e magistrale da parte di un medico di grande competenza che, però, non si ferma agli aspetti “nutrizionali del cibo” ma ragiona sul nesso fra quello che troviamo nel cibo e la modalità come si produce e, soprattutto, sulla struttura dell’offerta determinata dalle regole del mercato.

Un mercato drogato da pubblicità ingannevoli e soprattutto da un’offerta di prodotti determinata dalla falsa coscienza di un’industria speculativa che mostra non avere interesse sulla sicurezza alimentare.

E’ il caso delle micotossine nel grano e dell’azione delle lobbies degli industriali che sono riuscite ad ottenere l’innalzamento della loro soglia in Europa o è il caso di un biologico che viene importato da paesi in cui sono ammessi contaminanti.
“Siamo, poi, di fronte a quella che gli esperti chiamano una pandemia silenziosa; perché se è vero che un agricoltore può avere danni gravi ed immediati per l’esposizione diretta ad una irrorazione da pesticidi ma è altrettanto grave l’effetto nel tempo, anche dopo decenni, per l’esposizione o l’assimilazione a piccole dosi continue cui siamo sottoposti come cittadini”.

Una bella lezione da ascoltare, in attesa che gli atti del seminario siano pubblicati per cominciare a riflettere su quanto sia inestricabile l’intreccio fra la crisi ambientale, sociale, economica, di democrazia e della salute; effetti con manifestazioni diverse ma un unico colpevole: il modello agroalimentare dominante fondato sul massimo sfruttamento delle risorse e che considera il cibo e la salute come merci su cui speculare piuttosto che come diritti da garantire.