Il SIAAB Altragricoltura e LiberiAgricoltori Campania in difesa del comparto bufalino

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La crisi del comparto bufalino sta raggiungendo livelli ormai insopportabili più che per problemi di mercato per la incapacità o la gestione colpevole delle istituzioni campane.

Altragricoltura, il SIAAB (Sindacato Italiano Allevatori Agricoltori Bufalini e Bovini) e Liberi Agricoltori della Campania assumono l’iniziativa producendo due documenti: uno rivolto al Ministro della Sanità ed uno alle autorità regionali ed ai sindaci della Campania.

A firma, rispettivamente, di Lino Martone, Gianni Fabbris e Onofrio Caporaso, le tre organizzazioni preparano, cosi, il terreno per riaprire la vertenza a difesa di un comparto strategico non solo per la Campania ma per tutto l’agroalimentare del Sud.

“Una vertenza” sostiene Lino Martone per il SIAAB (Sindacato Italiano Allevatori e Agricoltori Bufalini e Bovini) “che in realtà non si è mai fermata e che ha conosciuto negli anni scorsi fasi di grande resistenza degli allevatori e dei trasformatori artigianali che, ora, non possono che prendere atto di quanto le decine di milioni di euro messi sul tavolo per sopire le proteste siano in realtà serviti solo per favorire la speculazione dividendo il movimento”.
Aggiunge Martone “la criminale iniziativa delle istituzioni regionali campane di abbattere indiscriminatamente i capi invece che di procedere alla vaccinazione antibrucella come indica l’UE è un segnale chiaro contro gli interessi dei cittadini e degli allevatori, così come lo è, anche, la richiesta di usare latte congelato per produrre la mozzarella che, se non sarà fermata, aprirebbe definitivamente la via per il controllo del comparto alla speculazione industriale”

Gianni Fabbris per Altragricoltura sottolinea: “la posta in gioco è sempre più chiara: è in atto il tentativo di trasformare la produzione della bufala da grande sistema di piccolo allevamento legato al territorio intimamente legato alla trasformazione artigianale in un sistema definitivamente controllato dalla produzione industriale e dalla speculazione commerciale con il rischio di inondare il mercato con prodotti non realizzati con il latte dei nostri allevatori. E’ interesse di tutti i cittadini sostenere, al contrario, le ragioni degli allevatori e dei trasformatori artigianali per difendere la salute, il reddito delle aziende, il rapporto con il territorio cosi intimamente intrecciato con la storie delle comunità casertane e campane”.
Onofrio Caporaso, presidente della Confederazione LiberiAgricoltori della Campania, annuncia cosi la discesa in campo del sindacato nazionale a fianco della vertenza in difesa della Bufala: “la Regione Campania deve avere la consapevolezza di quanto importante sia questo comparto non solo per tutto il territorio casertano e campano ma, addirittura, per l’intera agricoltura del Mezzogiorno. La Bufala Campana è la seconda DOP italiana, grazie al lavoro di un diffuso sistema di allevatori e di produttori artigianali e va difesa contro ogni aggressione e ogni rischio di convertirlo in un sistema agroindustriale che lo svuoterebbe del lavoro dei nostri allevatori e del presidio positivo sul territorio. Chiediamo alla Regione di convocare nel più breve tempo possibile un tavolo di confronto per dare le garanzie che servono e spiegare come intende cambiare la strategia colpevole degli abbattimenti”.

Due le lettere inviate congiuntamente dai tre firmatari: una alle istituzioni campane (regione, prefetture, sindaci) e una al Ministro della Sanità Roberto Speranza per chiedergli, in particolare, di usare tutto il potere del Ministero in materia sanitaria per aprire un tavolo istituzionale che orienti le scelte sulla base delle indicazioni già espresse chiaramente dall’UE e che, fin qui, le istituzioni regionali sembra non non voler ascoltare.

Mentre si susseguono le prese di posizione dei sindaci del territorio, riparte cosi la vertenza in provincia di Caserta in Difesa della Bufala,con l’annuncio di una serie di iniziative di mobilitazione che puntano a ricostruire la risposta unitaria degli allevatori, dei produttori artigianali, dei sindaci e dei cittadini del territorio