A Matera i ministri degli esteri del G20. I movimenti: “No al profitto sui Popoli e sul Pianeta!

Il G20 è il foro internazionale che riunisce i capi di stato e di governo di venti Paesi, che messi insieme costituiscono oltre la metà della popolazione, dei commerci, dell’economia mondiali (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa,
Turchia e Unione Europea). Il G20 quest’anno è presieduto dal governo italiano e prevede un vertice dei capi di stato e di governo a Roma il 30 e 31 ottobre e vertici ministeriali su vari temi ed in diverse città italiane (sul Turismo il 4 maggio a Roma, su Lavoro e Istruzione il 22 e
23 giugno a Catania, su Esteri e Sviluppo il 29 giugno a Matera, sull’Assistenza umanitaria il 30 giugno a Brindisi, sulla Finanza il 9 e 10 luglio a Venezia, su Ambiente, su Clima ed Energia il 22 e 23 luglio a Napoli, sulla Cultura il 29 e 30 luglio a Roma , sulla Salute il 5 e 6 settembre a Roma , sull’Agricoltura a Firenze il 19 e 20 settembre, sul Commercio a Sorrento il 12 ottobre).
Al G20 i potenti della Terra promettono di dare priorità nella loro agenda di discussione a Persone, Pianeta, Prosperità. Proprio mentre le politiche dominanti di cui essi stessi sono responsabili causano o favoriscono la crescente disuguaglianza tra le Persone ed il degrado ambientale del Pianeta. La maggioranza della popolazione mondiale non dispone di vaccini contro la pandemia in atto perchè la loro produzione e distribuzione è monopolizzata dalle multinazionali del farmaco e dai Paesi ricchi. L’emergenza climatica si aggrava perchè in nome della crescita economica non si arresta il consumo di risorse irriproducibili quali il petrolio o le foreste. Aumenta il numero di persone che soffrono la fame non perché il cibo manchi ma perché il sistema agroindustriale tratta il cibo come fosse solo una merce ed ostacola la sovranità alimentare dei popoli. Aumenta il numero di persone che non hanno accesso all’ acqua mentre l’acqua potabile viene sprecata, privatizzata, quotata in borsa. Aumenta il numero dei migranti costretti a fuggire dalle guerre mentre accellera la corsa al riarmo. Aumenta la disoccupazione e il lavoro, dipendente o autonomo, per un sempre maggior numero di persone diventa precario e non garantisce condizioni di sicurezza, diritti, redditi accettabili. D’altra parte si taglia la spesa pubblica destinata a garantire servizi pubblici fondamentali (scuola, sanità, …), a combattere le povertà, a garantire il diritto ad un reddito di cittadinanza universale ed incondizionato.
Per denunciare tali e tante contraddizioni tra il dire “People, Planet, Prosperity” e il fare del G20, per opporre alla economia centrata sul profitto l’idea e la pratica dell’economia ecologica e sociale, democratica, pacifista e cooperativa, globale ma anche locale e circolare, ripensata dal genere, per la cura dei Popoli e del Pianeta, noi sosteniamo “No Profit on People and Planet”.
“No Profit on People and Planet” è il memorandum pubblicato su https://transformitalia.it/no-profit-on-people-and-planet/ a cura di Trasform Italia – fondazione politica del Partito della Sinistra europea. E’ un messaggio rivolto ai Popoli e al Pianeta, un appello a convergere, confluire, fare rete a livello locale e globale, è un punto di partenza di un percorso condiviso basato su comitati territoriali e tematici, iniziative, incontri, lotte, per costruire un controvertice in tutti i luoghi dei vertici del G20 e su tutti i temi in discussione, per dire basta al profitto sui Popoli e sul Pianeta.

Il nostro contributo al percorso parte dal Sud, luogo simbolico di tutti i Sud del mondo, dove più evidenti sono le disuguaglianze create nella società e sul territorio e più gravi sono i guasti dell’ambiente prodotti dal sistema economico dominante. “Nessuno sarà lasciato indietro” dicono al G20 mentre lasciano miliardi di persone nel Sud del mondo senza accesso ai vaccini; “nessuno sarà lasciato indietro” dicono i governanti in Italia dopo aver consentito lo smantellamento del sistema di protezione sociale pubblico e l’avvio della autonomia regionale differenziata, la secessione dei ricchi!
Partiamo dalla Basilicata, che per sua natura e storia è territorio rurale, oggi periferia ed area marginale in via di spopolamento. Dove governanti e multinazionali, gli stessi che oggi dicono di puntare alla transizione ecologica, hanno pianificato la più estesa ed intensa attività industriale di estrazione del petrolio che esista oggi sulla terra ferma in Europa occidentale. Dove l’industria chimica, il polo della Val Basento costruito con soldi pubblici negli anni sessanta, ha lasciato disoccupazione, morti e malati di amianto tra i lavoratori, discariche di veleni, siti di interesse nazionale ancora da bonificare. Dove la Fiat ha costruito negli anni novanta con il sostegno di fondi pubblici, sul “prato verde “ di Melfi, un distretto automobilistico con migliaia di operai, oggi venduto alla multinazionale Stellantis senza alcuna protezione dalle politiche di ristrutturazione industriale che già i nuovi padroni impongono. Dove la competizione sul mercato globale del cibo, governato dalla grande distribuzione organizzata, dalle multinazionali delle sementi e dei pesticidi e dalla finanza speculativa, si fa anche con il caporalato e lo sfruttamento dei braccianti, tra cui migliaia di migranti costretti a vivere nella clandestinità e nei ghetti.

Partiamo da Matera, Capitale europea della Cultura del 2019, Città dei Sassi, un Patrimonio Mondiale dell’Umanità, che rischia di diventare patrimonio esclusivo di chi ha grandi capitali da investire nell’ industria turistica e dei loro facoltosi clienti, se non si sostiene l’economia locale oggi colpita dalla pandemia e se non si sostengono i servizi sociali e sanitari ed in generale la qualità della vita di cittadini e cittadine residenti. Una città che rischia di finire sotto l’ombra del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, per il quale diversi siti nelle sue immediate vicinanze sono stati designati d’autorità come potenzialmente idonei.
Ai Ministri degli Esteri del G20 vogliamo dire che la Basilicata non è quell’isola felice che racconteranno affacciandosi da un hotel a cinque stelle nei Sassi e che le risorse irriproducibili di questa Terra – quali trecentomila ettari di boschi e macchia mediterranea, cinquecentomila ettari di terreni coltivabili di cui oltre il 20% ad agricoltura biologica, la capacità di produrre e raccogliere circa un miliardo di metri cubi di acqua potabile all’anno, una storia ed una cultura millenarie – non sono in vendita.
Invitiamo cittadine/i e organizzazioni politiche o sociali ad aderire al presente documento ed al percorso democratico necessario a sostenere “No al profitto sui Popoli e sul Pianeta”.

Per adesioni scrivere a collettivodonnematera@gmail.com