Il Centro di Documentazione e ricerca dell’Associazione per la Sovranità Alimentare, ha presentato a Roma il progetto AGROLIVI – L’agroecologia nelle terre degli ulivi all’interno delle misure del bando nazionale per la ricerca nel settore del biologico.
Due le novità dal punto di vista del metodo e dell’approccio: il fatto che a presentare il progetto è un Ente territoriale come una Provincia e l’altro è che l’Ente di Ricerca è una APS, ovvero un’Associazione di Promozione Sociale senza scopo di lucro.
Due elementi di innovazione metodologica che diventano, immediatamente, sostanza in ragione di scelte elaborate, discusse e confrontate nel movimento contadino che si sta impegnando contro la crisi affermando l’alternativa dei modelli agroecologici.
Il primo elemento di novità è nella natura del soggetto proponente: la Provincia di Matera. L’Ente territoriale sovra comunale, così, prende direttamente la responsabilità di aprire una strada e di sostenere i percorsi che provano a mettere in campo pratiche e scelte per un’agricoltura rigenerativa del territorio e per le sue comunità.
Oggi, il presidente della Provincia di Matera,l’avv. Piero Marrese, da un segnale importante: le istituzioni di territorio possono avere una funzione utile a sostenere i progetti e le istanze che puntano a declinare lo sviluppo con le ragioni etiche ed ecologiche che si esprimono nella società.
Il secondo elemento di innovazione metodologica sta nella discesa in campo del Centro di Documentazione e Ricerca dell’Associazione per la Sovranità Alimentare, di cui è presidente Gianni Fabbris e coordinatrice Katya Madio, ovvero di un luogo di lavoro e di incontro fra le esperienze in campo del movimento contadino e degli agricoltori e quelle del mondo della ricerca e della sperimentazione sulla base della condivisione di approcci e visioni comuni a come si supera la crisi del sistema agroalimentare.
L’Associazione, infatti, è uno degli spazi in cui si sta organizzando l’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare; con la presentazione di questo progetto prende forma uno dei suoi strumenti strategici: il Centro di Documentazione e Ricerca, che punta a sviluppare ed approfondire i contenuti, i metodi, le pratiche e le scelte dell’agricoltura del futuro, ovvero della Agroecologia e della Sovranità Alimentare.
AGROLIVI – L’agroecologia nelle terre degli ulivi nasce cosi: dall’incontro fra i percorsi virtuosi di un Ente Territoriale e del Movimento della Sovranità Alimentare che sollecitano il mondo della ricerca e della scienza a collocare le proprie competenze dentro prospettive socialmente condivise.
Il progetto sul piano scientifico è firmato dal prof. Cristos Xiloyannis, uno dei massimi esperti di conservazione dei suoli, autore di numerose pubblicazioni e animatore e gestore di molte iniziative di ricerca scientifica.
Molti e diversi i soggetti coinvolti: tre imprese olivicole, un istituto tecnico agrario, una equipe di videomaker e divulgatori, un gruppo di giovani ricercatori per la ricerca in campo, esperti di gestione dei processi agronomici e dello sviluppo di impresa.
Si legge nel progetto: “L’agricoltura, in generale, ha subito negli ultimi anni notevoli cambiamenti dovuti principalmente alla semplificazione gestionale (eccessivo uso della meccanizzazione e della chimica). Tale semplificazione ha portato ad una serie di problematiche sia di tipo agronomico sia di tipo ambientale. La maggior parte dei suoli meridionali possono essere classificati dal punto d ivista microbiologico come “desertici” in quanto presentano un contenuto di sostanza organica inferiore all’1%. Le ripetute lavorazioni associate ai climi aridi ha determinato un impoverimento dei suoli con un conseguente aumento di CO2 inatmosfera. La diminuzione di sostanza organica ha creato dei sistemi agronomici molto fragili agli stress biotici e abiotici. Le coltivazioni biologiche possono essere una risposta utile ad invertire il trend negativo. Attraverso il progetto di ricerca si vuole approfondire le conoscenze scientifiche su come una gestione biologica 4.0 può influenzare positivamente sia lo stato di salute dell’agroecosistema sia sull’economia aziendale.”
Gianni Fabbris, ha osservato: “A prescindere se il progetto sarà finanziato o meno per i 330.000 euro richiesti, la sua presentazione è di per se un importante passo avanti nel processo che ci sta vedendo spingere verso una idea positiva dell’agroecologia e, comunque, già oggi, il viatico su cui impostare un metodo di lavoro che nasce dall’incontro fra le migliori competenze in ambito scientifico, le buone pratiche istituzionali e l’impegno del movinto per la Sovranità Alimentare”.