Pescatori a Tavola: i piccoli pescatori per salvaguardare il mare.

Per la Settimana delle Buone Pratiche, Angelo Natarelli ha raccontato la storia di Pescatori a Tavola, insieme al pescatore Salvatore Tredici.

“Il nostro obiettivo è valorizzare il pescato italiano. Questo progetto è pensato non solo per ricreare reddito per i pescatori, ma per educare e offrire al consumatore un prodotto sano, fresco e italiano”: così sintetizza il progetto Angelo, un pescatore in grado di guardare davvero l’orizzonte del mare, soprattutto verso la sponda che guarda alla terra, alle comunità dei fruitori.
La Sovranità alimentare non riguarda solo la terra ma anche il mare. La storia di Angelo, introdotta da Salvatore Tredici, altro pescatore “inquieto”, sempre alla ricerca di alternative di fronte alla rarefazione della piccola pesca artigianale.

Salvatore è uno dei promotori della Rete dei Pescatori Artigianali nell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare; è lui che ci ha fatto conoscere il suo amico e compagno di tante iniziative a difesa dei pescatori e dei loro diritti.

Angelo Natarelli, parte di una solida e lunga tradizione famigliare di pescatori, racconta del suo incidente gravissimo mentre lavorava sul motopesca e di quanto sia stato fortunato a uscirne vivo mentre a tanti altri colleghi non era toccata la stessa fortuna. Racconta i lunghi mesi passati in ospedale e di come in quei mesi di immobilità obbligata è nato il progetto di mettere in rete i pescatori e di lavorare per fare in odo che il frutto delle loro fatiche sia messo a disposizione dei cittadini.
Pescatori a tavola nasce così ed è una rete di rivenditori di prodotti ittici (oltre seicento ormai fra pescatori e punti vendita) che garantisce la qualità di quello che propone certificando la qualità e facendo in modo che attraverso la stagionalità e la territorialità si riesca a salvaguardare l’integrità del mare.

Di suo Angelo, ci ha messo una grande passione per il web e i social e una importante attività di promozione.
Come sottolinea Salvatore Tredici Pescatori a Tavola è innanzitutto una battaglia per far capire ai fruitori e all’opinione pubblica che nel mare si gioca una partita in cui i pescecani sono i grandi gruppi industriali.

I piccoli pescatori stanno lentamente morendo, indifesi e abbandonati proprio da quelle organizzazioni che dovrebbero rappresentare i loro interessi.
Insomma, Pescatori a tavola è un tentativo di prendere in mano il proprio destino in modo consapevole delineando bene chi sono gli amici e i nemici.

“Sia in Italia che i Europa” sottolinea Tredici “per i piccoli pescatori non c’è possibilità di essere rappresentati. Eppure i piccoli pescatori sono una rete importante per la salvaguardia del mare, a cominciare dal problema dei rifiuti.”

Come poter declinare allora il “cibo delle buone pratiche” nel contesto marittimo e della pesca? Quali percorsi attivare percorsi per collegare la dignità del lavoro con la dignità del cibo?

Secondo Angelo la strada da percorrere deve innanzitutto passare per la valorizzazione del prodotto e per l’informazione del consumatore. Una strada a doppio senso, quindi, che deve prevedere, per forza di cose, una forte sinergia tra fruitore e produttore.

“Forse gli agricoltori, per ragioni storiche e culturali, lo hanno capito prima e si stanno organizzando ma anche per i pescatori questa è la strada da seguire se vogliamo difendere e salvare il lavoro e il mare”

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Cercando le buone pratiche

Venerdì 29 gennaio 2021

Il Primo febbraio 2021 alle ore 19, per lo Speciale Buone Pratiche, Angelo Natarelli ha raccontato su Iafue PerlaTerra il progetto “Pescatori a Tavola’, la Rete dei pescatori artigianali e del pescato offerto con il ciclo corto

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