Delle due l’una: o i senatori hanno preso una cantonata oppure …

Dal Blog di Furio Venarucci* “Basta Burocrazia”
su vociperlaterra.it (il magazine dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare)

Leggendo l’interrogazione De Bonis sottoscritta da altri 14 Senatori è come se fossi arrivato all’ultima pagina di un libro giallo quando scopri l’assassino.
Ora delle due l’una: o i Senatori hanno preso una cantonata o quello che dicono è vero.
Se avessero preso una cantonata, si presume, ci sarebbero state reazioni piccate e immediate a difesa della onestà intellettuale del Direttore Papa Pagliardini e a difesa dell’agire di Coldiretti come, peraltro, avvenuto sia da parte prima di Nicola Di Noia e poi addirittura da parte del Presidente Prandini che, ad altrettante interrogazioni del Senatore De Bonis, avevano risposto pubblicamente in maniera estremamente decisa.
Ma nulla di tutto questo e, quindi, deduco che le carte in possesso dei 15 Senatori siano valide e idonee a dimostrare quanto affermato nella interrogazione.
Sulla regolarità di tutta questa vicenda saranno altri a doversi pronunciare. A me interessa, però, mettere in evidenza tre questioni di sostanza.

La libera stampa.

È questo un concetto che in Italia, come attestano tutte le graduatorie a livello mondiale, non esiste. I giornali di destra attaccano la sinistra e quelli di sinistra attaccano la destra e se vuoi sapere cosa succede veramente in Italia non ti resta che leggere la stampa estera. In agricoltura è anche peggio. L’informazione è monopolizzata da Coldiretti che ha grandi spazi sull’informazione se le notizie sono lanciate dal suo ufficio stampa mentre notizie che, in qualche modo, ne rilevano mancanze o problemi o non vengono riportate e finiscono in una riga di qualche blog indipendente.
Per arrivare a tanto dobbiamo tornare a Kim Il Sung visto che il figlio al confronto è una mammoletta.

Le reazioni

Di quali reazioni stiamo parlando? Io non ne ho viste. Agronomi e Periti Agrari non pervenuti e gli stessi combattivi Agrotecnici hanno diffuso l’interrogazione senza però aprire un dibattito serrato su cosa fare.
Eppure, era questa l’occasione per chiedere diverse cose che dovrebbero tenere alle professioni agricole. Chiarire che la consulenza che danno i Caa, compreso quello Coldiretti con le sue “Impresa Verde”, non deve impedire la presenza di professionisti che in fondo sarebbero gli unici a poter dare consulenze degne di questo nome. Chiarire magari che gli iscritti agli albi professionali possono mantenere i contratti di collaborazione per come sono oggi e magari rimuovere quelle condizioni che ingessano oggi il mandato come la ridicola imposizione che per ritirare la copia del fascicolo in Agea serve alla madre la procura speciale del figlio che la autorizza al ritiro.
Evidentemente siamo di fronte a comportamenti “tutto chiacchere e distintivo” visto che giunti al dunque, grazie al lavoro investigativo del Senatore de Bonis, tutta la protesta si è dissolta come neve al sole.
Anche la politica mi ha lasciato perplesso. Posso capire la maggioranza che è legata a doppio filo all’evolversi di questa vicenda ma l’opposizione non l’ho capita.

Il fatto in sé.

Esaminando l’interrogazione emergono una serie di questioni che fanno porre a me stesso delle domande.
Che il Direttore Papa Pagliardini abbia compiuto una imperdonabile leggerezza è incontrovertibile, come è incontrovertibile che l’unica via di uscita siano le dimissioni irrevocabili. Se poi, oltre al palese conflitto di interessi, ci sia altro non sono certo io a doverlo decidere. Ma come mi ha detto un caro amico che vive ai piani alti “tanto non succede mai nulla perché nessuno si indigna”.
Ci sta poi il problema Coldiretti. Il Direttore Papa Pagliardini avrà anche le sue colpe ma il posto qualcuno lo avrà anche offerto. E questa è la cosa più grave. Ormai in Italia ci sono persone e Associazioni che si sentono al di sopra della legge. E questo non va bene. Specie se la politica, tutta, si fa blandire in ogni occasione. L’agricoltura sta morendo soprattutto a causa di questo sistema bacato dove per qualche voto promesso molto sono disposti a vendere l’anima.
E non parlo solo dei voti chiesti e ottenuti dai malavitosi.


*Furio Venarucci è vicepresidente nazionale di LiberiAgricoltori