Dalla Sardegna: diritti, autonomia, sovranità alimentare.

Durante il Forum “Dopo il latte versato. I pastori fra la crisi e il progetto”, Iafue aveva aperto un riflettore importante dando la parola ai racconti del movimento dei pastori sardi; oggi, sempre ai microfoni di Radio Iafue, abbiamo ospitato tre importanti voci delle realtà sociali sarde legate al territorio, impegnate nella difesa dei diritti e nell’affermazione dell’autonomia del popolo sardo: Antonello Pranteddu dell’Ascom (Associazione dei Commercianti), Marco Mameli dell’Asotziu Consumadores e Giacomo Meloni della Confederazione Sindacale Sarda.

La loro adesione alla costituzione dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare (la cui “Costituente” si avvierà il 10 dicembre, giornata mondiale per i diritti dell’uomo) motivata e ispirata dai principi di “Via Campesina”, è stata l’occasione sottolineare il legame con la battaglia per l’ “autonomia”; per il sindacalismo sardo, del resto, non uno slogan astratto ma una concreta alternativa alla situazione attuale dell’agroalimentare sardo, caratterizzata da continue pressioni del mercato estero e dalla competizione provocata dalla grande produzione industriale: una realtà in cui le piccole e medie imprese sono schiacciate e isolate sempre di più.

Per Antonello Pranteddu la via da percorrere deve essere una, e una sola: «È diventato cruciale ormai in Sardegna sviluppare un rapporto diretto fra contadini e pastori, fra distribuzione commerciale di vicinato e media distribuzione, per dare nuovo impulso ai territori per valorizzare le diverse specificità che sono presenti in Sardegna, dalla viticoltura, alla pastorizia».

Le piccole imprese, i consumatori, i braccianti, i pastori dovranno necessariamente tornare ad avere il controllo sulla trasformazione e la vendita, costruendo una cooperazione sinergica per acquisire l’opportuna forza per decidere dove e come produrre, vendere e consumare i propri prodotti, liberandosi così dai gioghi della grande distribuzione.

Testimone di questo meccanismo di solidarietà è l’appoggio che l’Asotziu Consumadores e la Confederazione Sindacale Sarda hanno sempre dato alle vertenze dei Pastori Sardi, come ha giustamente ricordato Marco Mameli: «Alleanza tra diversi soggetti impegnati su un unico fronte: crediamo sia questa la strada per poter uscire dalla crisi e iniziare un percorso alternativo a quello che stiamo vivendo: in Sardegna l’85% dei prodotti vengono importati. Questa situazione rallenta un po’ la strada, per quanto riguarda il raggiungimento della sovranità alimentare»

Rispetto al 2000 la Sardegna nel 2010 ha riscontrato un abbattimento del 43% delle aziende nel campo agroalimentare. Tenendo conto che il tessuto sardo è composto principalmente da piccole e medie aziende questi dati sono spaventosi. Ha affermato a tal proposito Giacomo Meloni: «Noi in Sardegna abbiamo un tessuto legato in maniera molto stretta con il territorio. Stiamo molto lontani dall’idea di creare grandi filiere, perché dietro a questa possibilità si nasconde l’enorme pericolo della scomparsa delle attività agricole e pastorali dal nostro territorio. Ecco perché noi sposiamo in pieno le istanze portate dall’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare e le linee uscite dalla Via Campesina!»

A partire dal tema dell’autonomia e dalle istanze della sovranità alimentare, si potrà immaginare un domani in cui rimettere al centro la complementarità tra pastorizia, agricoltura e ambiente, messa continuamente in discussione in questi ultimi anni dall’imposizione di un modello ormai divenuto insostenibile fondato sulla grande distribuzione e produzione, tutta rivolta verso la concorrenza basata sul costo e non sulla qualità.

Ricorda infatti Meloni: «I pastori sardi con le loro mobilitazioni ce lo hanno continuamente ricordato: per salvaguardare la produzione casearia sarda non si deve puntare sull’aumento dei capi, ma sulla conservazione della qualità, cercando di combinare insieme il rispetto per l’ambiente, per il lavoro e per i consumatori».