Iafue PerlaTerra e Vociperlaterra. Uno schiaffo ai nuovi padroni del cibo e una serenata per chi la terra la lavora.

E’ stata una grande settimana quella si è chiusa oggi 29 ottobre, per noi che, dopo la fase preparatoria prima dell’estate scorsa, abbiamo rimesso in pista il progetto di Iafue Perlaterra .. presagio di un lavoro che ci attende e che stiamo appena intravedendo ma che, già ora, ci dice che può essere importante e coinvolgere tanti e tante. Importante, sia per gli obiettivi antichi che coltiviamo da tempo (e che ci portiamo dietro come fossero le stigmate della nostra crociffisione) sia per il metodo nuovo che stiamo implementando e che si fonda sull’idea che non basta solo avere ragione, bisogna costruire consapevolezza, condivisione, spazi, obiettivi e oggetti sociali riconosciuti. Fra gli obiettivi ne poniamo uno in cima a tutti, quello di assolvere ad una indicazione che ci viene dal movimento contadino internazionale che si batte per la sovranità alimentare e che diventa, per questo, soggetto politico e sociale portatore di proposte e strategia e non solo capace di ribellarsi: … “come contadini ci riprendiamo la parola perché, se non lo facessimo noi stessi, altri lo farebbero per noi ed, allora, il falso uscirebbe dalle nostre bocche”. Obiettivo strategico e decisivo, questo, in un tempo in cui l’informazione parla la lingua degli interessi della manipolazione politica e delle lobbies (che hanno sempre molto chiaro cosa vogliono far passare e investono grandi risorse) mentre dal mondo che non vi si riconosce sale un confuso rumore di fondo che a stento riesce a farsi intravedere.

La lingua dei Liberi. Iafue PerlaTerra (la web/radio-tv) e Vociperlaterra (il magazine online) sono la nostra prima voce, quella che parla forte e si fa sentire; quella che, poi, ci permette di commentare, confrontarci, socializzare, contraddire, condividere, conoscere, opponedo un punto di vista di partenza da cui iniziare: il nostro. Un punto di vista che può (deve) essere messo in discussione ma che ha una qualità irripetibile e irriducibile: è autonomo, indipendente, libero.

Il nostro di chi? Di chi si sta mettendo in rete nell’Alleanza Socale Per la Sovranità Alimentare costituendosi in soggetto organizzato in rete perché non si riconosce nel processo imposto alla società dal neoliberismo dell’agroalimentare e da un modello della crisi permanente che ruba risorse, privatizza il cibo e la natura, trasforma i cittadini e le comunità, le imprese, i lavoratori in consumatori passivi privati di diritti.
L’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare, promossa da Altragricoltura nel suo lungo percorso di ormai oltre venti anni in una lunga battaglia per difendere i diritti di chi lavora la terra e fruisce del cibo, sta muovendo i primi passi scegliendo, fin dall’inizio, di essere, al tempo stesso, movimento di mobilitazione sociale, rete di pratiche eque e agroecologiche, nuova rappresentanza. Di questo processo nuovo, fondativo, costituente, Iafue PerlaTerra e Vociperlaterra sono strumenti e, dunque, i loro “proprietari” sono tutti gli uomini, le donne, le realtà sociali che si coinvolgeranno.

Il nostro per chi? Per quanti, uomini e donne, sono colpiti da questo modello dell’agroalimentare e scelgono consapevolmente la via del Riscatto. Per quanti non sanno di avere una possibilità di scegliere e hanno diritto di sentire/conoscere/vedere che esistono alternative al modello sociale della crisi e cui va offerta la possibilità di incamminarsi sulla via della liberazione. Per quanti sono tutti i giorni piegati con fatica e orgoglio nell’orto, nel campo o nella stalla, bagnati fra le onde dei pescherecci, costretti nei ghetti in cui sono schiavizzati i migranti per essere solo braccia da usare, vessati dalla speculazione finanziaria e commerciale, impediti di accedere ad un cibo sano e garantito, privati delle condizioni di sicurezza ambientale e delle risorse naturali. Per quanti scelgono di contribuire a superare la logica del mercato competitivo e partecipano della edificazione di nuove comunità solidali, del cibo dei diritti, dei beni comuni come valore di accrescimento economico e sociale; in una parola della Sovranità Alimentare. Ad ognuno di loro ci rivolgiamo perché raccontino, chiedano, assumano parola, partecipino diventando, così, anche loro “proprietari” di questi strumenti che con grande impegno e fatica stiamo mettendo in campo.

Come? Costruendo rete ma, anche, puntando con decisione ad un cambio di passo che ci porti molto fuori dai rischi di autoreferenzialità e dalle tentazioni della propaganda. Perché non basta avere ragione, bisogna costruire il consenso e qualsiasi ragione va verificata nel confronto con la realtà fino ad accogliere il rischio (spesso la certezza) che quelle ragioni dovranno essere modificate. Iafue PerlaTerra e Vociperlaterra non sono e non saranno mai un “foglio di propaganda” ma uno strumento per supportare, sostenere e rafforzare uno spazio (o più spazi) in cui la realtà sia raccontata e lo sia dalle voci, le storie, le aspettative, le sofferenze, i progetti di chi vive il lavoro della terra, le comunità urbane, rurali e dei pescatori che fanno i conti col cibo, gli uomini e le donne impegnati a difenderlo e, con esso, l’ambiente, i territorio.
C’è tanto di verità nella realtà per chi voglia ascoltarla e vederla che nessuna idea preconcetta del mondo e dei suoi destini riuscirà mai ad interpretarla.
Di questa realtà noi (Altragricoltura, Iafue, l’Alleanza per la Sovranità Alimentare) siamo parte con la soggettività di cui siamo portatori, con le nostre tante storie da raccontare, le nostre esperienze, le nostre iniziative. Siamo, comunque, pur sempre una parte e non abbiamo nessuna voglia o intenzione di imporre il nostro punto di vista, mettendo “le mutande al mondo”. Pensiamo, piuttosto, a “proporre” e “stimolare” mettendoci in ascolto. Perché questo sia possibile stiamo investendo sul metodo e sugli strumenti nuovi che ci vengono dall’incontro con la Rete di CIBOPROSSIMO una realtà che porta un approccio di metodo e strumenti operativi che ci offrono la straordinaria possibilità di farci “supporto” e di sviluppare metodo, linguaggi e tecnologie coerenti con l’obiettivo di “arrivare” dove finora non siamo riusciti ad essere. I risultati già si vedono: 46.000 contatti il primo giorno e migliaia di condivisioni: questi i numeri di partenza che fanno la differenza fra l’afonìa della inefficacia e il diritto di parola; numeri che non sono forma ma sostanza e che vogliamo di molto migliorare. Un incontro che sta portando nuova linfa al nostro agire e che indica come sia possibile la costruzione dell’Alleanza coltivando la prima risorsa di cui siamo ricchi: la diversità che ci viene dai percorsi diversi da cui proveniamo.

Dove pensiamo di arrivare? Oltre le terre che lavoriamo, le stalle che curiamo, i mercatini che animiamo, i magazzini della GDO dentro cui litighiamo, gli uffici della burocrazia dentro cui ci perdiamo, Equitalia e la Banca con cui ci incazziamo, i laboratori di ricerca o le redazioniin cui viviamo la nostra precarietà, il ghetto in cui siamo richiusi dopo il lavoro, i software che scriviamo. Uscire dalle nostre terre, scendere dai motopesca per entrare diritti nel corpo vivo della società, delle comunità, nelle case in cui è persino difficile tenere insieme il pranzo con la cena. Uscirne raccontando le storie che ci vengono dalla realtà e per proporre il cambiamento.

Perché, in fondo, l’impegno per conquistare il cibo dei diritti è impegno per un’altra società e Iafue PerlaTerra e Vociperlaterra vogliono essere la voce di questo cammino. Una voce che sia un urlo pericoloso e uno schiaffo per i nuovi padroni della speculazione sul cibo e una serenata per chi la terra e il mare lo vivono e il cibo lo difendono.