Al via il progetto “Donne braccianti contro il caporalato”. Il 28 luglio conferenza stampa

Progetto ‘Donne braccianti contro il caporalato’

NO CAP, Megamark e Rete Perlaterra promuovono la prima filiera bio-etica contro il caporalato dedicata alle donne

Cinquanta braccianti del territorio, fino a ieri vittime di sfruttamento, coinvolte nella prima filiera bio-etica contro il caporalato dedicata alle donne.

Il progetto ‘Donne braccianti contro il caporalato’ è frutto di una nuova intesa tra l’associazione internazionale anticaporalato NO CAP (impegnata nel promuovere e valorizzare le aziende agricole che rispettano la legalità e i diritti dei lavoratori), il Gruppo Megamark di Trani (leader della distribuzione moderna nel Mezzogiorno con oltre 500 supermercati), e Rete Perlaterra (associazione e rete tra imprese che promuovono pratiche agroecologiche di lavoro della terra).

L’iniziativa segue quella avviata lo scorso settembre dagli stessi attori che, dando vita alla filiera etica contro il caporalato ‘IAMME’, ha consentito di regolarizzare circa 150 braccianti extracomunitari impegnati in Capitanata (Puglia) nella raccolta dei pomodori da trasformarsi in conserve, nel Metapontino (Basilicata) nella raccolta e confezionamento di prodotti freschi e nel Ragusano (Sicilia) nella coltivazione di pomodori.

IAMME mira a contrastare il caporalato e, in generale, il lavoro irregolare nel settore agricolo – una piaga che non riguarda solo gli immigrati ma anche le donne braccianti del territorio – garantendo ai produttori un prezzo giusto per i loro prodotti e alle lavoratrici il pieno rispetto dei loro diritti, a partire dall’applicazione dei contratti collettivi del lavoro.

Le lavoratrici coinvolte nel progetto, tutte pugliesi e lucane, raccoglieranno uva da tavola biologica nelle terre di Ginosa, in provincia di Taranto, successivamente confezionata nell’impianto di Aba Bio Mediterranea di Policoro (Matera), e distribuita dal Gruppo Megamark nei supermercati a insegna A&O, Dok, Famila, Iperfamila e Sole365 del Mezzogiorno con il bollino Nocap, il contrassegno della Rete PerlaTerra con cui sono organizzati i produttori e il marchio etico e di qualità ‘IAMME’.

Si stima una produzione di circa 950 mila confezioni da mezzo chilo di uva per un fatturato atteso di circa un milione di euro. La raccolta dell’uva avverrà fino a novembre, tuttavia sarà garantita continuità lavorativa anche nei sei mesi successivi con la raccolta degli agrumi.

Oltre a un contratto di lavoro dignitoso – che prevede 6,5 ore di lavoro e una paga giornaliera come da contratto provinciale (contro le 10 ore lavorative imposte dai caporali per una paga di 30 euro, oltre al costo del trasporto su mezzi pericolosi) – le lavoratrici avranno a disposizione un alloggio e il trasporto gratuito verso i luoghi di lavoro. I mezzi di trasporto, due van, sono stati acquistati dall’associazione NOCAP grazie a una raccolta fondi che ha coinvolto tanti donatori.

Da decenni, in un territorio complicatissimo come quello compreso tra il Metaponto e il Sud della Puglia, oltre trentamila donne braccianti sono potenziali vittime dello sfruttamento e della moderna schiavitù. Il progetto ‘Donne braccianti contro il caporalato’ rappresenta un primo esperimento di costruzione di una filiera etica in Italia dedicata esclusivamente alle donne.

Le dichiarazioni sul progetto

xxxxx – ha dichiarato Yvan Sagnet, presidente dell’associazione NOCAP – xxxxx”.

IAMME – ha ricordato Francesco Pomarico, direttore operativo del Gruppo Megamark – è il nostro contributo per una società migliore in cui chi lavora nel settore agroalimentare, impresa o bracciante di qualsiasi razza o provenienza, deve farlo nel solco delle leggi. Oggi IAMME fa un ulteriore e importante passo avanti rivolgendo la sua attenzione alle donne per garantire la tutela dei loro diritti, troppo spesso calpestati dalla cultura dell’illegalità, affinché non accadano mai più le tragiche vicende del passato”. Siamo dell’idea di far conoscere ai nostri clienti quello che portano sulle loro tavole.

La scommessa che abbiamo di fronte a noi – ha sottolineato Gianni Fabbris, presidente di Rete Perlaterra – è quella di garantire un cibo giusto, producendo cicli economici fondati sui diritti e rimettendo al centro la dignità delle persone e del rapporto con la terra. Ripartire dai diritti delle donne è un modo giusto di declinare questo cambio di passo perché significa ripartire da valori profondi di tutela della vita come sanno fare le contadine e le braccianti. Lavoriamo perché nel cibo che offriamo ai cittadini sia riconoscibile il rispetto del loro ruolo, della funzione sociale, del lavoro femminile sottratto dal ricatto dei caporali e restituito alla dignità piena. Iamme è anche questo: un cibo che riparte dalle donne e scommette sulla loro dignità ”.

Gli attori della filiera

Il Gruppo Megamark di Trani è la realtà leader del Mezzogiorno nella distribuzione moderna con 1,7 miliardi di vendite alle casse nel 2019, oltre 5.500 addetti e più di 500 punti vendita serviti a insegna Dok, Famila, Iperfamila, Sole365 e A&O. Attraverso la Fondazione Megamark promuove iniziative in ambito sociale, culturale e ambientale nei territori in cui opera.

L’associazione internazionale NO CAP è stata creata da Yvan Sagnet nel 2011 successivamente alla prima protesta di braccianti per le condizioni di vita e di lavoro avvenuta a Nardò, in provincia di Lecce. In prima linea per tutelare la dignità e i diritti dei lavoratori, è attiva nella lotta al caporalato, mette l’essere umano al centro rispetta l’ambiente e valorizza i prodotti del territorio.

Rete Perlaterra è un’associazione che, applicando i principi contadini della sovranità alimentare, promuove le pratiche agroecologiche di lavoro della terra e di produzione del cibo buono, con alla base alti contenuti etici e sociali. È anche una rete d’imprese agricole e della trasformazione impegnate a creare economia circolare e garantire con il proprio lavoro una prospettiva di giustizia.

Il progetto ‘IAMME’

A settembre 2019 è nata la filiera etica contro il caporalato, frutto dell’intesa tra il Gruppo Megamark di Trani Mezzogiorno con le associazioni NO CAP e Rete Perlaterra.

Si tratta di un esperimento basato su un sistema di tracciabilità delle filiere agroalimentari mediante l’uso congiunto del bollino etico denominato “NoCap” promosso dall’Associazione NO CAP e dal marchio di qualità etico “IAMME”, presente nei supermercati a insegna A&O, Dok, Famila, Iperfamila e Sole365 del Mezzogiorno del Gruppo Megamark con cinque tipologie di conserve di pomodoro biologico, frutta e verdura fresche.

Il progetto ‘Iamme’ mira a contrastare il caporalato e il lavoro irregolare nel settore agricolo, garantendo ai produttori un equo compenso per i loro prodotti, poi venduti al giusto prezzo nei supermercati, e ai lavoratori il pieno rispetto dei loro diritti, a partire dall’applicazione del contratto collettivo del lavoro; ad oggi sono già 122 i braccianti regolarmente assunti dalle imprese agricole e di trasformazione individuate da Rete Perlaterra, l’associazione che promuove le pratiche agroecologiche di lavoro della terra e di produzione del cibo buono, con alla base alti contenuti etici e sociali.

I braccianti, nella prima fase, sono stati tutti extracomunitari selezionati principalmente all’interno di ghetti e baraccopoli presenti in Puglia, Basilicata e Sicilia, sottratti alla malavita e al ricatto dei caporali. A questi ragazzi, provenienti da Ghana, Senegal, Mali, Burkina Faso, Gambia e Costa d’Avorio, sono stati garantiti alloggi dignitosi (al posto dei ghetti) e contratti di lavoro regolari, spostamenti con mezzi di trasporto adeguati (al posto dei furgoni “killer” dei caporali), visite mediche, dispositivi per la sicurezza sul lavoro (scarpe antinfortunistiche, tute, guanti, mascherine) e bagni chimici nei campi di raccolta.

A recitare un ruolo fondamentale nel progetto l’associazione internazionale NO CAP, creata nel 2011 da Yvan Sagnet e in prima linea nella lotta al caporalato; l’associazione, a seguito di verifiche proprie e dell’ente di certificazione DQA accreditato presso il Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) e Accredia, rilascia alle imprese virtuose il bollino ‘NoCap’ che garantisce il rispetto di alcuni criteri etici e ambientali, in primis il lavoro regolare nei campi.