La lotta al caporalato in 10 punti. Importante la nostra testimonianza.

Rete-PerlaTerra-incontro-caporalato-SagnetIl primo Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022) è stato approvato il 22 febbraio scorso. Prevenzione, vigilanza e contrasto, protezione e assistenza e reinserimento socio-lavorativo per le vittime, questi i punti salienti nei quali si articola.
Tra coloro che erano presenti al Tavolo di concertazione promosso dal ministro del Dicastero, Nunzia Catalfo c’era uno dei nostri partner: NoCap, presieduto da Yvan Sagnet.

Partendo da una mappatura dei territori e dei fabbisogni di manodopera agricola, poichè il Piano affianca interventi emergenziali, e interventi di sistema o di lungo periodo, Sagnet ha sottolineato, ancora una volta, la necessità di incidere in maniera sostanziale nella lotta al superamento dei ghetti che continuano a produrre schiavi e morti, nell’efficiente sistema di trasporto dei braccianti ai campi, nell’applicazione dei Ccnl e del sistema di tracciabilità delle filiere.
Un lavoro ha sottolineato Fabbris, presidente della Rete PerlaTerra, che continua ad andare nella direzione giusta per un idoneo riconoscimento dei diritti della dignità della persona umana e del giusto riconoscimento al lavoro; un impegno che deve essere orientato e intrapreso anche verso le imprese agricole, riconoscendone il giusto reddito. A tal proposito è possibile, continua Fabbris, portare ad esempio la prassi adottata nel progetto capofila di filiera etica coordinato da Iamme/ Liberi di scegliere – NoCap e Rete PerlaTerra, che, in meno di 5 mesi, è riuscito a ridistribuire reddito alle imprese, inserire in un circuito lavorativo legale oltre un centinaio di braccianti migranti offrendo al consumatore un cibo buono e etico, dimostrando che un’altra agricoltura è possibile.
In tal senso è da intendersi il punto di vista del ministro Bellanova che ha sottolineato non solo la necessità di dare priorità alle persone, ai lavoratori italiani e stranieri a cui vengono negati diritti elementari, come le numerose e importanti operazioni della magistratura e delle forze dell’ordine ci dicono, ma anche legittimare le aspettative di migliaia di aziende agricole oneste, che chiedono forme più efficienti per reperire manodopera legale.