Le sementi del “Senatore Cappelli” vendute in monopolio?

tratto da Efa News (leggi articolo originale)

Si chiede chiarezza al Mipaaf sull’assegnazione della licenza alla Società Italiana Sementi da parte del Crea

Sospetti sull’attribuzione della licenza esclusiva di moltiplicazione e commercializzazione della varietà “Senatore Cappelli” alla Società Italiana Sementi da parte del Crea, l’ente di ricerca pubblica vigilato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. I deputati del Pd Alessandra Terrosi, Paolo Cova, Susanna Cenni, Massimo Fiorio e Marco Carra hanno presentato un’interrogazione al Mipaaf.

“Al grano «Cappelli» – si legge nell’interrogazione – è riservato un prezzo di mercato nettamente superiore, a volte anche doppio, rispetto a quello spuntato dalle altre varietà: rappresenta quindi una reale possibilità di valorizzare il lavoro dell’agricoltore e il territorio di provenienza. Il 30 giugno 2016 il Crea ha pubblicato, sul proprio sito, una manifestazione di interesse rivolta alle ditte sementiere interessate ad acquisire in esclusiva i diritti di moltiplicazione e commercializzazione della cultivar di grano duro denominata «Cappelli». Successivamente alla chiusura della manifestazione di interesse prevista per il 15 luglio 2016, non si è avuto evidenza né delle risposte pervenute, né della relativa documentazione presentata, tra cui era prevista una dichiarazione con la quale l’azienda esprime esplicitamente la propria disponibilità al versamento di una royalty al Crea a titolo di «diritti del costitutore per la riproduzione di sementi di specie agricole»”.

Al Crea sono, infatti, riconducibili i diritti del costitutore e quindi i diritti patrimoniali derivanti dallo sfruttamento della varietà. “Da notizie giunte agli interroganti – si legge ancora –, la Società italiane sementi Sis, si sarebbe aggiudicata la licenza esclusiva di moltiplicazione e commercializzazione della varietà di grano duro «Cappelli», della durata di 15 anni. Sembrerebbe anche che la Sis abbia nel frattempo stipulato con gli agricoltori accordi che prevedono precisi obblighi a carico dei coltivatori relativamente alla consegna della totalità della granella prodotta, la quale verrebbe, secondo tali accordi, destinata in quota parte alla riproduzione in purezza e in quota parte al mercato della trasformazione. Tale modalità porrebbe di fatto la Sis nella posizione di esclusivista, non solo relativamente a quanto previsto nella manifestazione di interesse, nella quale si prevedeva la licenza esclusiva per la riproduzione e la commercializzazione della semente, ma anche del rapporto tra il produttore agricolo e l’industria di trasformazione. Un terzo soggetto, il Cai, non contemplato nell’accordo tra Crea e Sis, si avvarrebbe del beneficio riconosciuto a quest’ultima, dal momento che nel contratto verrebbe chiesto al coltivatore di impegnarsi a ricevere l’assistenza tecnica da parte della struttura consortile aderente al Cai (Consorzi agrari d’Italia) competente per territorio”.

I deputati chiedono se il ministro Martina sia a conoscenza di quanto riportato e se non ritenga di dover assumere le iniziative di competenza per evitare l’instaurarsi di un regime di monopolio, da un lato relativo all’attività di ritiro della granella e di vendita della stessa all’industria di trasformazione, che penalizzerebbe le filiere già attivate, e, dall’altro, relativo alla riproduzione e alla commercializzazione della semente della varietà di grano duro «Cappelli», fino ad oggi in capo ad almeno due industrie sementiere. Domandano, inoltre, se e quali iniziative di competenza intenda assumere per evitare che possa verificarsi una distorsione anche nel mercato della assistenza tecnica e se non ritenga di verificare, per quanto di competenza, la correttezza dell’operazione nel suo complesso, considerando il ruolo marginale in cui viene relegato l’agricoltore e la vulnerabilità cui viene esposto insieme a quelle strutture che hanno avviato filiere in grado di valorizzare il lavoro dei singoli la qualità del prodotto ottenuto.