Pubblichiamo da: La Stampa (vedi articolo originale)
Un’agricoltura intensiva che rispetti ambiente e biodiversità? Si può fare. O almeno, questo è l’obiettivo di Operation pollinator, progetto sviluppato a livello internazionale e che Syngenta, una delle principali aziende dell’agroindustria mondiale, porta avanti anche in Italia dal 2007, in collaborazione con l’Università di Perugia e altri atenei italiani. L’idea è quella di seminare le aree coltivate poco produttive o marginali, quali i bordi dei campi agricoli, con delle essenze che incrementino la popolazione degli insetti impollinatori, con micro e macro mammiferi, ottenendo beneficio per l’ecosistema, ma anche incremento nella produttività dei raccolti.
Un “Set Aside sostenibile”, come lo definisce Franco Fabbri, responsabile del progetto per Syngenta Italia, “che consente di ripopolare di bombi, api, e uccelli, anche migratori, le aree agricole, fornendogli cibo e possibilità di nidificare tutto l’anno”. E i risultati si possono vedere nel Centro di ricerca per la patologia vegetale (Cra) di Monterotondo, alle porte della Capitale. Dove, all’interno dei 160 ettari di campagna laziale a disposizione del Cra, Fabbri negli ultimi tre anni ha studiato, insieme ad una squadra di agronomi, la miscela di leguminose ideale da piantare.
Basta superare il viale di ingresso, costeggiato dai pini, per ritrovarsi subito di fronte ai campi dimostrativi messi a punto per il progetto: Erba medica, Ginestrino, Lupinella, Sulla e Trifoglio. Vita, colori ed odori che si possono carpire con la vista e l’olfatto, e che si alternano alle colture di grano. Un contrasto affascinante. Sorvolato frequentemente da uccelli ed insetti che ritrovano qui parte del proprio habitat naturale. Secondo gli studiosi, “grazie a questo sistema si incrementa del 200% la presenza degli impollinatori, insetti fondamentali per l’80% delle colture europee”. Un’attenzione particolare per l’ambiente che negli ultimi anni sta veicolando sempre più le scelte del consumatore finale, tentando così di rispondere anche ai numerosi allarmi lanciati recentemente dalle associazioni ambientaliste sui pericoli legati alla drastica riduzione del numero di questi insetti nei territori agricoli, a causa di un uso sconsiderato di pesticidi e insetticidi.
“Abbiamo elaborato il mix di essenze ideale utilizzabile per tutto il territorio italiano da affiancare alle colture intensive di vite, cereali a paglia, mais e tabacco – spiega Fabbri, passeggiando tra i campi e le serre del centro -. Le aziende agricole interessate a sperimentare questo protocollo hanno a disposizione anche un programma di coltivazione dettagliato da seguire”. L’obbiettivo di Syngenta è quello di far rientrare Operation pollinator, con ulteriori misure di greening, all’interno della Politica agricola comune (Pac) dell’Unione europea e nei piani territoriali.
L’Umbria al momento è l’unica regione d’Italia ad aver inserito il protocollo nell’elenco dei progetti che possono ricevere gli incentivi economici dei Piani regionali di sviluppo rurale: “Un risultato sicuramente importante perché dà all’agricoltore una spinta in più ad utilizzare il progetto, testandone i risultati – conclude Fabbri -. Diventa quindi fondamentale che anche le altre regioni seguano lo stesso esempio. Questa di fatti è una delle nostre prerogative”. La prossima tappa sarà Bruxelles. L’inserimento del progetto all’interno dei piani comunitari consentirà un maggiore slancio a livello locale.