Nell’arco di 20 anni, siamo diventati terra di sperimentazione petrolifera, le nostre risorse naturali sono state aggredite da uno sfruttamento privo di qualsiasi valutazione di esternalità positive e negative con conseguenti costi sociali incommensurabili. E’ ovvio, quindi, che vediamo con favore una razionale transizione energetica che abbandoni il fossile e si diriga verso le energie rinnovabili, tuttavia, non vogliamo che si commettano gli stessi errori già fatti.
Abbiamo fermamente confidato nella Stella ambientale, in un cambiamento radicale di pianificazione, programmazione e gestione razionale del territorio, ma dobbiamo constatare, infelicemente, che viviamo di illusioni. L’art. 41 della Costituzione prevede che “L’iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” e deve avere fini sociali, nulla di tutto questo.
Da anni, combattiamo con un apparato politico/amministrativo regionale che ha negato qualsiasi confronto costruttivo, portando la Basilicata alla deriva socio/economica. Da quando è nato il mercato dei certificati verdi, a compensazione dell’inquinamento fossile, sono planati in Basilicata e nel Sud, come avvoltoi, i grandi speculatori eolici, con l’avallo di politici e dirigenti regionali compiacenti. Non hanno avuto pietà per le vocazioni territoriali, per le persone, per la quiete familiare, per la salute; pur di raggiungere lo scopo, nei progetti si è dichiarato il falso, sono scomparse le masserie, gli agricoltori, le produzioni di qualità. Pianure, colline, sorgenti idriche sono state compromesse.
Il 18 luglio 2018, in occasione del Rapporto Ispra, sul consumo di suolo, Lei ha condiviso che “Il suolo è una risorsa vitale fondamentale e non rinnovabile”, eppure, qui è stato sprecato senza rispetto, terreni ad alta resa produttiva sono stati vandalizzati e cementificati senza “alcun Bilancio comunale ecologico” da Lei, opportunamente richiamato, si è pensato ai costi ordinari dell’impresa e non ai costi sociali, subiti dalle Comunità territoriali. Ho ascoltato più volte il Suo intervento, condividendolo, ma adesso quelle parole devono diventare fatti. Il 10 gennaio, il Suo Ministero ha pubblicato un’istruttoria di un nuovo mega impianto eolico che interesserà i Comuni di Acerenza, Banzi, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania e Forenza.
Sono paesi dai terreni fertili, dove c’è stata sempre un’economia agricola avanzata e moderna, con pregevoli filiere di trasformazione e con gioielli architettonici e storico/artistici. L’ eolico selvaggio ha diviso unità colturali, lacerato i tessuti sociali a vantaggio di opere private, dichiarate indifferibili, urgenti e certamente di “dubbia pubblica utilità”, data la mancanza di ricadute positive e gli esclusivi corposi guadagni degli investitori.
Il territorio, interessato dal nuovo parco, è prossimo ai paesi di Oppido Lucano e di Tolve, ed è attraversato dalla Trasversale lucana di Terna, realizzata in parte con autorizzazioni scadute. E’ un’area ferita da aereogeneratori che svettano tra i 150 e i 190 metri di altezza, installati senza alcun rispetto dell’effetto cumulo e del principio di precauzione. Grandi piani e programmi sono stati spacchettati in piccoli progetti per accelerare le procedure e con questo ulteriore parco, tutta la Valle dell’Alto Bradano sarebbe distrutta.
L’Alto Bradano agricolo, il cui paesaggio è stato inserito dal quotidiano la Repubblica, l’11 agosto 2018, tra le vacanze delle meraviglie, è definito dalla società proponente (I.V.P.C. Power 8 S.p.A.) a “Vocazione eolica”, praticamente degno di essere distrutto. Stiamo subendo cementificazioni perpetue, hanno tentato di realizzare un impianto persino a Matera, in contrada Matine, in prossimità del Parco Archeologico/storico/naturale. Lei ha precisato che le autorizzazioni in itinere di siffatte opere vanno fermate, allora, se non ora, quando?
In Basilicata, secondo i dati del treno verde di Legaambiente, produciamo energia rinnovabile per l’autosufficienza di 900.000 famiglie, noi non siamo neanche 570.000 abitanti, abbiamo da tempo superato la quota imposta dal Burden Sharing, perché autorizzare questi scempi, così come ha fatto il PD, distruggendo il nostro potenziale di sviluppo? Quale disegno occulto c’è sulla nostra Regione? Siamo favorevoli al fotovoltaico sui tetti, sui capannoni che rigenererebbe l’economia locale, facendo lavorare le nostre piccole medie imprese, i tecnici e gli artigiani, l’eolico è devastante, è ammissibile solo laddove ci sono i presupposti socio/economici e tecnico/scientifici a salvaguardia delle risorse e della bellezza dei nostri paesaggi ed è superato dalla blue economy.
Il 25 settembre un rappresentante lucano di Italia Nostra, Vitantonio Iacoviello, in un incontro al Mise, ha fatto presente l’assalto al territorio lucano, ha proposto di abolire gli incentivi, così come avvenuto in Germania e in Spagna, ma a quanto pare il Mise non ha ascoltato. Il profitto è giustificabile e merita rispetto solo se copre il rischio imprenditoriale, ma questi imprenditori, con il microcredito, attinto alle nostre bollette, non sopportano nessun rischio.
Chiudo rubandoLe, in parte, il pensiero che ricorda Don Giuseppe Diana “Per amore della mia Terra non tacerò”. La invito, a nome dell’Associazione che rappresento, a rendersi conto di quanto sta accadendo, rimango a disposizione per chiarimenti e confido in un’azione di autotutela del Ministero, previo accertamento dell’incompatibilità del progetto presentato.
Cordiali saluti
Porzia Fidanza, Associazione EHPA Basilicata