L’agroecologia nel Mediterraneo

L’associazione Agroecologia Sicilia 2030, costituitasi anni fa con il raggruppamento di 40 associazioni ecologiste, ambientaliste, biologiche, etiche, solidaristiche persegue una strategia sistemica partecipativa per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo dell’agroecologia in Sicilia e nel Mediterraneo, allineando l’agricoltura nella direzione dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, degli obiettivi della Sovranità Alimentare della FAO, delle linee guida dell’Enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco che indicano la sinergia sincronica della salvezza dell’economia, della società e dell’ecologia, dell’Agricoltura 3.0 dell’IFOAM, della Farm to Fork (F2F) Strategy, della Biodiversity Strategy, della strategia del VII Piano d’Azione Ambientale europeo (2014-2020), “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta” integrata con le finalità e gli obiettivi della “Rete Natura 2000” per la salvaguardia della Biodiversità, delle acque dolci, dell’ambiente marino, per la gestione resiliente del suolo e del ciclo dei nutrienti, per il mantenimento delle foreste

Questa strategia dell’Associazione Sicilia 2030 è rivolta ad arrestare la perdita di biodiversità, a tutelare le risorse e i servizi ambientali e a contrastare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico, allo scopo di:

    • salvaguardare e migliorare lo stato di conservazione di specie e habitat per gli ecosistemi, terrestri e acquatici

    • proteggere e ripristinare le risorse genetiche e gli ecosistemi naturali connessi ad agricoltura, silvicoltura e acquacoltura

    • integrare il valore del capitale naturale (degli ecosistemi e della biodiversità) nei piani, nelle politiche e nei sistemi di contabilità

    • mantenere la vitalità dei mari e prevenire gli impatti sull’ambiente marino e costiero

    • arrestare il consumo del suolo e combattere la desertificazione

    • attuare la gestione integrata delle risorse idriche a tutti i livelli di pianificazione

    • garantire la gestione sostenibile delle foreste e combatterne l’abbandono e il degrado

    • garantire la governance e l’accesso alla terra, all’acqua, alle risorse naturali e produttive da parte delle famiglie di agricoltori e piccoli produttori

    • sostenere e sviluppare tecniche tradizionali di adattamento a fattori biotici e abiotici

    • incentivare politiche agricole, ambientali e sociali favorevoli all’agricoltura familiare e alla pesca artigianale

    • promuovere interventi nel campo della riforestazione, dell’ammodernamento sostenibile delle aree urbane, della tutela delle aree terrestri e marine protette, delle zone umide e dei bacini fluviali, della gestione sostenibile della pesca, del recupero delle terre e suoli, specie tramite la rivitalizzazione della piccola agricoltura familiare sostenibile

    • contribuire alla resilienza e alla gestione dei nuovi rischi ambientali nelle regioni più deboli ed esposte

    • intensificare le attività volte all’educazione e alla formazione, al rafforzamento delle capacità istituzionali, al trasferimento di know how, tecnologia, innovazione, intervenendo a protezione del patrimonio anche in situazioni di crisi post conflitto e calamità naturali.

La povertà ed il degrado del territorio possono accrescere i loro effetti in conseguenza dei cambiamenti climatici specialmente nel Mediterraneo da rendere necessario dare piena attuazione al Programma di Azione di lotta alla siccità e alla desertificazione che identifichi le azioni operative da svilupparsi a livello locale (Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite sulla Lotta alla Siccità e desertificazione – UNCCD Parigi 1994), anche in considerazione che la siccità accrescerà il rischio di incendi e di stress idrico con effetti sia nelle zone umide, che in quelle secche sommandosi talora anche a eventi e/o situazioni di carenza idrica.