per lo spazio dell’Editoriale del 12.5.21,
traduzione del documento originale* da parte
del Collettivo Babel del CentroDoc
L’organizzazione degli agricoltori ECVC – European Coordination Via Campesina (COORDINAMENTO EUROPEO DI VIA CAMPESINA) ha espresso la sua profonda preoccupazione per il processo non trasparente e illegittimo che circonda l’organizzazione del Vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite (UNFSS), in una lettera ai responsabili politici e ai rappresentanti coinvolti nella riunione del Consiglio dell’UE per discutere e avallare le priorità dell’UE sull’FSS (Food System Summit).
Questo il testo della lettera:
Bruxelles, 22 aprile 2021
Signore e signori, ministri dell’agricoltura,
Sig. Jose Luis Coelho Silva,
Signore e signori, rappresentanti degli Stati membri
Il coordinamento europeo Via Campesina (ECVC), che riunisce 31 organizzazioni di agricoltori e lavoratori agricoli in 20 paesi europei, desidera esprimere la sua profonda preoccupazione sul vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite e sulle conclusioni del Consiglio europeo in merito alle priorità di questo vertice.
Innanzitutto, vorremmo ricordare che questo Vertice non è legittimo come “Vertice delle Nazioni Unite” poiché non è stato convocato dagli Stati membri né convalidato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il promotore e partner principale di questo vertice è il World Economic Forum (WEF), che riunisce le corporazioni più ricche e potenti del mondo.
Queste multinazionali sono in gran parte responsabili del degrado ambientale mondiale e delle crescenti disuguaglianze. Questo “vertice” indebolisce notevolmente il ruolo svolto dagli stati.
Organizzazioni della società civile, e in particolare organizzazioni di produttori del cibo (contadini, pescatori, popolazioni indigene, donne rurali, pastori, i lavoratori agricoli, ecc.) sono state escluse dal processo, sebbene si siano interessate del “vertice” non appena è stato annunciato. Ciò è dovuto:
• al modo stesso in cui è stato convocato il vertice, al di fuori delle agenzie delle Nazioni Unite;
• alle nomine effettuate direttamente dal Segretario generale dei leaders che rappresentavano le forze economiche dominanti;
• alla mancanza di inclusione democratica delle organizzazioni di produttori del cibo (e in particolare di quelli su piccola scala) all’interno degli organismi creati per gestire il processo, contravvenendo alle disposizioni emanate dagli Stati nella riforma del CFS (realizzata con forte impegno da parte dell’UE).
Per tutti questi motivi, a nostro avviso, è impossibile che la società civile e la maggioranza dei paesi possano partecipare al processo in modo efficace ed efficiente.
In questo contesto, noi, il Coordinamento Europeo di Via Campesina, che ci impegniamo per l’agricoltura sostenibile e che da tempo poniamo in luce problematiche sistemiche, non vediamo altre opzioni che non partecipare a un tale “vertice”. Non concederemo alcuna legittimità a uno spazio così antidemocratico, come spiegato nel recente position paper pubblicato dal movimento contadino internazionale La Via Campesina, di cui facciamo parte.
L’organizzazione del “vertice” e il suo processo sono, peraltro, in flagrante contraddizione con la priorità delle politiche europee come il Green Deal Europeo, il “Farm to fork ”, la strategia per la biodiversità, nonché le raccomandazioni del Parlamento Europeo. Al Parlamento è del resto impedito di esprimere le proprie posizioni perché il processo del Food System Summit è diretto verticalmente da un organismo non istituzionale, con una segreteria privata e fuori da ogni controllo dei paesi membri.
Il Coordinamento Europeo di Via Campesina è particolarmente preoccupato dalla preparazione del “vertice” e dall’enfasi eccessiva sulle soluzioni tecnologiche, presentate come una soluzione universale ai problemi dei sistemi alimentari. Al contrario, siamo convinti che la digitalizzazione, la robotizzazione e le altre invenzioni sfuggono in gran parte la controllo dei produttori per aumentare il dominio delle grandi aziende digitali che hanno aumentato esponenzialmente la propria ricchezza e il proprio potere, in particolare durante la pandemia da COVID-19.
Allo stesso tempo, l’esproprio dei contadini e di altri produttori di cibo dei propri mezzi di produzione aumenta la povertà rurale e moltiplica i problemi del sistema agroalimentare che cerchiamo di risolvere. In questo contesto, la priorità dovrebbe essere il rispetto pieno dei diritti dei produttori di alimenti come stabilito nella Dichiarazione dei diritti dei contadini e delle altre persone che vivono nelle zone rurali.
Chiediamo quindi che il Consiglio Europeo sviluppi chiaramente una strategia per tornare ad un funzionamento multilaterale, come concordato dagli Stati, e basato sul principio “Un paese = un voto”. Il Consiglio Europeo dovrebbe impedire che il “vertice” si svolga e dovrebbe garantire che le Agenzie con sede a Roma e che il Comitato per la sicurezza alimentare mondiale restino gli spazi centrali per le discussioni multilaterali sull’alimentazione e l’agricoltura.
Rimaniamo a vostra disposizione per qualsiasi consultazione su questo argomento e vi ringraziamo per l’attenzione che concederete a questa lettera.
Il Comitato di Coordinamento del Coordinamento Europeo Via Campesina.
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