per lo spazio dell’editoriale del 6 maggio 2021
pubblichiamo un documento di Via Campesina Euroipa
sulle nuove tecniche genomiche (traduz, collettivo Babel)
Bruxelles – comunicato stampa di Via Campesina Europa
La Commissione europea ha pubblicato uno studio, commissionato dal Consiglio dell’UE, sulle “nuove tecniche genomiche”, in cui suggerisce che l’attuale legislazione sugli OGM non è “adatta al progresso scientifico e tecnologico” delle nuove tecniche di modificazione genetica. ECVC denuncia questo tentativo della Commissione europea di coprire la sua inazione sull’attuazione dell’attuale legislazione sugli OGM, e denuncia anche la notevole influenza delle lobby dell’agribusiness sui risultati di questo studio.
Dopo la pubblicazione della sentenza della Corte di giustizia europea (CGUE) del 25 luglio 2018, che ha confermato che tutti i nuovi OGM devono essere soggetti alle disposizioni del regolamento, la Commissione ha ostinatamente rifiutato di armonizzare l’applicazione della legge in tutti i paesi dell’UE. L’armonizzazione del mercato unico è uno dei primi compiti. Per giustificare questa posizione, la Commissione propone ora di modificare questi regolamenti in modo da non doverli più applicare.
Facendo eco alla voce delle lobby industriali, la Commissione elenca le stesse promesse non mantenute che sono state fatte vent’anni fa per promuovere gli OGM transgenici: meno pesticidi, maggiori rese, adattamento al cambiamento climatico. Il 90% dei brevetti richiesti sui nuovi OGM, tuttavia, riguarda piante pesticidi modificate per essere tolleranti agli erbicidi.
Mentre la Commissione sostiene oggi che le nuove tecniche di modificazione genetica hanno il potenziale per “contribuire a un sistema alimentare più sostenibile nel quadro degli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia Farm to Fork”, ECVC ribadisce che solo l’agroecologia basata sull’agricoltore può fornire raccolti abbondanti e resistenti di fronte al cambiamento climatico e allo stesso tempo fermare l’uso di pesticidi, cosa che non sarà mai possibile attraverso la modifica di pochi geni.
La Commissione sostiene anche che il regolamento attuale non è applicabile perché non è possibile distinguere queste versioni modificate dalle piante allevate tradizionalmente.
Eppure l’Unione Europea è il campione della tracciabilità, potendo attualmente etichettare molti prodotti di qualità che non possono essere distinti dall’analisi genetica (DOP, allevamento all’aperto, ecc.).
Inoltre, le tecniche genetiche possono distinguere qualsiasi pianta o animale propagato in laboratorio coltivando e poi rigenerando le loro cellule in vitro, culture che sono essenziali per tutte le tecniche di modifica genetica sviluppate oggi. Queste colture cellulari in vitro generano molteplici modifiche genetiche involontarie che non si verificano mai in natura.
Questo è senza dubbio il motivo per cui la Commissione europea ha discretamente modificato la richiesta del Consiglio europeo, che le chiedeva di applicare la sentenza della CGUE. Infatti, mentre la CGUE conferma che tutte le tecniche di modificazione genetica apparse o sviluppate principalmente prima del 2001 rientrano nel campo di applicazione del regolamento, la Commissione ha eliminato il termine “principalmente” ed è interessata solo alle tecniche apparse dopo il 2001. Questo le permette di escludere le colture cellulari in vitro insieme a tutte le altre tecniche apparse poco prima del 2001 ma sviluppate principalmente dopo tale data, come la transgenesi, la cui regolamentazione non è contestata.
La Commissione europea ha annunciato l’apertura di una consultazione pubblica per esplorare le opzioni politiche nei prossimi mesi. Per ECVC, la Commissione deve rivedere rapidamente il suo messaggio per aprire un dibattito pubblico basato sui fatti e non sulle falsità.
Per garantire il diritto degli agricoltori di scegliere liberamente e di avere un accesso trasparente alle informazioni sulle colture che coltivano, oltre a garantire il diritto dei cittadini di sapere che tipo di prodotti finiscono nei loro piatti, ECVC si oppone a qualsiasi modifica dell’attuale regolamento europeo. Rifiutiamo l’appropriazione della catena alimentare da parte di una manciata di multinazionali a causa dei brevetti che registrano su questi OGM. Per questo motivo, e in virtù del principio di precauzione, tutti gli OGM devono rimanere regolati dalla normativa europea sugli OGM, come confermato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nella sentenza del 25 luglio 2018.
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