Dalla Germania agli USA, la giustizia climatica che avanza.

editoriale del 05.05.2021 di Nicola Digennaro*

Per l’Editoriale di oggi voglio richiamare l’attenzione su due Sentenze di paesi esteri che possono
sembrare lontane da noi, o peggio, non interessarci, ma che invece sono più vicine di quanto possa
sembrare.
Naturalmente non per fare qui un trattato giuridico, ma per indicare come una TRANSIZIONE
ECOLOGICA vera debba passare necessariamente dalla revisione del diritto e dal costrutto economicoindustriale per arrivare a TUTELARE I DIRITTI DI TUTTI e dare avvio ad una TRANSIZIONE
AGROECOLOGICA.
La prima Sentenza che voglio richiamare è quella della Corte Costituzionale Tedesca, di cui nel notiziario
mattutino di Radio Iafue per la Terra abbiamo dato notizia qualche giorno fa.
La Corte costituzionale federale tedesca, ha sentenziato che la Legge sulla Protezione del Clima
approvata dal Governo Tedesco nel 2019 è parzialmente incostituzionale, nonostante che, bisogna dirlo,
a detta di molti, la Legge fosse molto ambiziosa.
Infatti, secondo la Corte, le misure di protezione del clima non sono adeguate per ridurre le emissioni a
sufficienza per contrastare i pericoli della crisi climatica e questo VIOLEREBBE LE LIBERTA’ e i
DIRITTI DELLE GENERAZIONI ODIERNE e di QUELLE FUTURE.
Quindi come a dire che la libertà e i diritti fondamentali sono già violati oggi da una protezione del clima
inadeguata e che a maggior ragione lo saranno nel futuro se non si pone il giusto rimedio.
Citando la Corte: «La tutela della libertà futura richiede anche l’avvio tempestivo del passaggio alla
neutralità climatica. In particolare, ciò richiede che siano formulate in una fase iniziale misure
trasparenti per l’ulteriore progettazione della riduzione dei gas serra, che forniscano un orientamento
per i necessari processi di sviluppo e implementazione e diano loro un grado sufficiente di pressione di
sviluppo e sicurezza della pianificazione».
Neutralità climatica che come visto in un precedente Editoriale è uno degli obiettivi del Green Deal
Europeo e dell’importantissimo e vincolante Accordo di Parigi sul Clima.
Ed in base a quest’ultimo Accordo, oltre che al diritto costituzionale interno, in particolare sul limitare
l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2° gradi Celsius il riscaldamento medio
globale rispetto al periodo preindustriale, puntando a un aumento massimo della temperatura pari a 1,5
gradi Celsius, che la Corte Costituzionale ha disposto che «Affinché questo obiettivo venga raggiunto, le
riduzioni ancora necessarie dopo il 2030 dovranno essere raggiunte con sempre maggiore rapidità e
urgenza. Questi futuri obblighi di riduzione delle emissioni hanno un impatto praticamente su ogni tipo di
libertà perché praticamente tutti gli aspetti della vita umana comportano ancora l’emissione di gas serra
e sono quindi potenzialmente minacciati da drastiche restrizioni dopo il 2030. Pertanto, il legislatore
avrebbe dovuto adottare misure precauzionali per mitigare questi grandi oneri al fine di salvaguardare
la libertà garantita dai diritti fondamentali…Il legislatore deve emanare disposizioni entro il 31
dicembre 2022 che specificano in modo più dettagliato come adeguare gli obiettivi di riduzione delle
emissioni di gas serra per i periodi successivi al 2030.».
Quindi come ben riassunto dall’avvocato Roda Verheyen che ha rappresentato i giovani ricorrenti «La
Corte costituzionale federale ha stabilito oggi un nuovo standard significativo a livello mondiale per la
protezione del clima come diritto umano. Ha riconosciuto la situazione di estrema crisi nella protezione
del clima e ha interpretato i diritti fondamentali in modo appropriato per la futura generazione. Il
legislatore ha ora il mandato di determinare un percorso di riduzione coerente fino al raggiungimento
della neutralità dei gas serra. Attendere e posticipare riduzioni radicali delle emissioni a più tardi non è
costituzionale. La protezione del clima oggi deve garantire che le generazioni future abbiano ancora
spazio».
Il Ricorso contro la Legge sul Clima del 2019, è utile ricordarlo, fu presentato da quattro persone
sostenute da Greenpeace e dal movimento Fridays for Future Tedesco. Tra queste c’è la 21enne Sophie
Backsen, la cui famiglia possiede una fattoria sull’isola di Pellworm, nel mare del Nord, a rischio di
essere sommersa per l’innalzamento del livello del mare.
La seconda Sentenza che voglio riprendere è dell’altro ieri, ed è della Corte d’Appello di San Francisco
del Nono Distretto degli USA.
Questa Corte ha ordinato alla EPA, cioè all’Agenzia per la protezione ambientale degli Usa, di
determinare rapidamente se il PESTICIDA CLORPIRIFOS, è o meno collegato a danni cerebrali nei
bambini e, nel caso la risposta sia affermativa, di vietarlo definitivamente.
Il tutto deve essere fatto entro 60 giorni, e naturalmente se il pesticida dovesse risultare NON sicuro,
dovrà essere vietato in modo assoluto.
Questo tempo così ristretto è dovuto al fatto che come ha sottolineato la stessa Corte «L’Epa ha avuto
quasi 14 anni per pubblicare una risposta legalmente sufficiente alla petizione del 2007. Durante questo
periodo, l’enorme ritardo dell’EPA ha esposto una generazione di bambini americani a livelli pericolosi
di clorpirifos. Rimandando all’EPA un’ultima volta, piuttosto che costringere la revoca immediata di
tutte le tolleranze al clorpirifos, la corte stessa è più che tollerante. Ma il tempo dell’EPA è scaduto»
La decisione arriva dopo una battaglia durata anni contro questo pesticida, ampiamente utilizzato su
arance, soia, mandorle e altre colture negli Stati Uniti e se si va a leggere chi sono i Petitioners, quindi i
ricorrenti, si può agevolmente constatare che tra di essi vi sono, oltre a vari Stati e Organizzazioni
Ambientaliste, sopratutto SINDACATI e Organizzazioni dei LAVORATORI AGRICOLI e
CONTADINI, in particolare latinoamericani, molte volte discriminati, questo per sottolineare come la
BATTAGLIA CONTRO I PESTICIDI è UNA BATTAGLIA per i DIRITTI DEI LAVORATORI, per i
BAMBINI, ed in generale, per la TUTELA DELL’AMBIENTE.
Quindi in sostanza è una BATTAGLIA SOCIALE.
Queste due importantissime Sentenze dimostrano due cose che vale la pena esigere con costanza un
futuro migliore, in cui valga la pena vivere e che, essendo nate dall’unione di varie associazioni e/o
cittadini, molto spesso giovanissimi, che bisogna lottare insieme, in ALLEANZA.
Per concludere, è essenziale, comprendere che una società alternativa è possibile ma per costruirla è
necessario rimettere mano al diritto, riformarlo, anche per via giudiziaria, perché ai diritti della Terra
corrispondono i doveri dell’UOMO.
L’umanità ha il dovere di ritornare in armonia con la NATURA perché essa ci sostiene e da essa
proveniamo. Noi TUTTI e i nostri figli abbiamo un DIRITTO FONDAMENTALE AL FUTURO.


*Avvocato Per i Diritti Umani e della Natura. Alleanza per la Sovranità Alimentare.