Valorizziamo i territori e l’agricoltura contadina.

editoriale del 26.04.2021 di Alberto Crapanzano*

Valorizziamo i territori e l’agricoltura contadina creando micro economie convergenti ed interagenti tra di loro. La figura del contadino si era quasi estinta durante gli anni di dominio del sistema del capitalismo e della globalizzazione dei mercati. E’ necessario tornare a toccare con mano e vedere con gli occhi da dove provengono i prodotti che consumiamo, laddove è possibile, fortificare la figura del contadino, vuol dire riallacciare i collegamenti socio culturali tra le aree urbane e il loro circondario rurale per sperimentare nuove economie alternative a cominciare proprio dalla produzione del cibo.

Valorizzando i territori, si favorisce lo sviluppo del turismo culturale, del turismo enogastronomico, il recupero di antichi saperi, dell’artigianato, dell’arte, etc, si riacquisisce appunto l’identità locale tipica di ogni luogo, anche con la ricostruzione storica attraverso la creazione di nuove strutture museali.

Torneremo a ricordare i sapori della nostra propria identità, i sapori di casa, i sapori della propria terra per farli conoscere e trasmetterli alle giovani generazioni.

Così anche l’educazione alimentare viene incrementata e la sostenibilità viene supportata dal punto di vista ecologico e sociale attraverso la salvaguardia appunto del patrimonio agroalimentare dei territori. Si accelera anche il processo di recupero e di salvaguardia della biodiversità, si ostacola l’appiattimento monoculturale.

L’agricoltura contadina e la cultura contadina non spreca nulla, le pratiche del riuso, del riciclo, e della tanto nominata sostenibilità sono innate in loro ed oggi più che mai devono essere sostenute e devono essere aiutate a nascere, crescere e a diffondersi nei territori, perché sono per la tutela della salute dell’ambiente, degli esseri viventi e della Terra, una sorta di custodi del territorio.

Il vero contadino dunque è colui che esclude i pesticidi di sintesi, i diserbanti ed i concimi chimici molto dannosi all’ambiente e alla salute umana, esso usa tecniche di coltivazione conservative e migliorative del terreno. Oggi è importante svincolare l’agricoltura contadina e il contadino dai sistemi ufficiali di certificazione con nuove leggi, affinchè si sviluppi la trasparenza della produzione e della distribuzione del cibo, rendendo localmente visibile il loro operato ambientale e la determinazione del prezzo.

E’ auspicabile, inoltre, intraprendere, percorsi di accesso alla terra che rivendichino essa “bene comune”, ad esempio i terreni sottratti alle mafie ed alle criminalità organizzate, potrebbero essere affidati a comunità  del cibo, ad associazioni culturali etc, garantendo  il diritto a coltivare e produrre cibo sano e quindi sostenere quelle forti scelte di vita di un ritorno alla terra a salvaguardia del territorio ed alla cura dell’ambiente.

E’ necessario avviare una profonda conversione ecologica e solidale degli apparati produttivi e dei comportamenti di consumo. Ridimensioniamo l’agricoltura industriale intensiva che guarda solo al profitto economico, che provoca un progressivo deterioramento dei sistemi ecologici e valorizziamo i territori e la figura del contadino produttore di valori, non solo di prodotti, che rappresenta una modalità diversa della nostra attuale condizione umana.


*coordinatore organizzativo di “Più Eco – Ecologisti Confederati”