La Sovranità Alimentare, frontiera di un nuovo sistema

editoriale del 23.2.21 a cura di Babel*

Le politiche neoliberiste non sono riuscite a mantenere la promessa di infinita crescita economica, mentre molti investimenti reali hanno perso redditività.
Una nuova era di finanziarizzazione e accumulazione del capitale, caratterizzata dalla dematerializzazione dell’economia reale e dalle fusioni e acquisizioni da parte delle multinazionali, ha portato a una concentrazione del mercato senza precedenti fondandosi su i nuovi strumenti messi a disposizione dalla R&S (Ricerca e Sviluppo) e investimenti (bio) tecnologici.
Il Capitalismi punta ad estendere le sue frontiere per mettere le mani su tutta la biodiversità del mondo, abbassare il costo del cibo e del lavoro e per riavviare una fase nuova di espansione economica materiale.
Per raggiungere questo obiettivo, il World Economic Forum e le Multinazionali stanno cercando di trasformare i principi e le pratiche di governance istituzionali delle Nazioni Unite attraverso la cosiddetta “governance multi-stakeholder” per renderle il dominio di un piccolo numero di potenti monopoli privati.
La pandemia del COVID ha fatto luce sulla potenza delle Corporazioni Transnazionali, su come in molti paesi le concentrazioni dell’agroalimentare industriale di cibo su larga scala sono state sostenute finanziariamente mentre i produttori di alimenti di piccola e media scala sono andati in bancarotta e i lavoratori (molti dei quali migranti) sono rimasti disoccupati e quindi senza accesso al cibo.

Il movimento per la sovranità alimentare – che si fonda sull’agroecologia – può essere la prima linea dell’alternativa, per la sua capacità di offrire soluzioni capaci di riavviare l’espansione economica materiale affrontando il cambiamento climatico e rimodellare una nuova società basata su principi egualitari.
La FAO ha riconosciuto la funzione dei piccoli e medi produttori di cibo nel nutrire il mondo e riconosce il loro ruolo centrale nelle soluzioni per mitigare e invertire il cambiamento climatico.
Fino ad ora, tutte le soluzioni per mitigare il cambiamento climatico proposte dalle grandi concentrazioni hanno fallito nell’affrontare le cause di fondo e hanno continuato a consentire ai grandi inquinatori di surriscaldare il nostro pianeta.
Le reali soluzioni per fermare il cambiamento climatico, al contrario, sono naturalmente garantite dall’accesso e dal controllo delle persone alla terra, ai semi e all’acqua e nella promozione dell’agroecologia, nel ripristino della natura e del paesaggio garantendo la corretta gestione idrica.
Dopo il Vertice mondiale sull’alimentazione di Roma nel 1996 – durante il quale La Via Campesina ha lanciato l’agenda sulla Sovranità Alimentare e si è formato il Comitato di pianificazione internazionale per la sovranità alimentare (IPC) – i movimenti sociali si sono riuniti nel Forum di Nyeleni nel 2007 per concordare un’agenda comune per la sovranità alimentare.
Nel 2015 molti di quegli stessi movimenti riuniti nel Forum di Nyéléni, hanno concordato una definizione comune dell’Agroecologia con l’obiettivo di proporla nel mainstream delle Nazioni Unite.
Ora il movimento per la sovranità alimentare attraverso l’IPC (Il Comitato di Pianificazione Internazionale) chiama ad un nuovo vertice globale che mira a collegare l’agenda sulla sovranità alimentare con le altre lotte convergenti per la giustizia e il cambiamento climatico per mostrare al mondo le alternative reali al sistema alimentare ed economico dominante; alternative fondate sull’agroecologia e un sistema economico che implementi i mercati territoriali, i rapporti diretti tra produttori e consumatori, cooperative e meccanismi e politiche di governance partecipata guidati dalla comunità.


*Babel è il gruppo di lavoro per le traduzioni dei documenti internazionali in costruzione nell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare e questo è un documento pubblicato nel sito dell’Alleanza alla pagina dedicata