Alleanza sociale per la Sovranità Alimentare, uno spazio ampio da condividere.

a cura di Nicola Digennaro*

L’Assemblea dell’ALLEANZA SOCIALE PER LA SOVRANITA’ALIMENTARE svoltasi il 13 febbraio scorso è stata un punto di incontro intenso, molto formativo e molto costruttivo.
La stessa ALLEANZA SOCIALE PER LA SOVRANITA’ALIMENTARE è senz’altro uno spazio ampio, che definirei senza confini, poiché è aperto a tutti coloro che in sinergia, partendo dalle proprie sensibilità e/o esperienze vogliono stare insieme per dare slancio ad una Italia migliore, quindi ad un mondo migliore.
I cui due pilastri, penso di poter dire, siano la QUALITA’ DELLA VITA in un AMBIENTE SANO, partendo dal CIBO e dalla SOVRANITA’ ALIMENTARE, tema sovranazionale, che vuol dire libera scelta di modelli di produzione, distribuzione e consumo, conoscenze tradizionali, rispetto per l’ambiente, la società e la cultura.
E su quest’ultimo punto, è necessario sottolineare, proprio la DIMENSIONE CULTURALE DEL CIBO sia come PRODOTTO di STRATIFICAZIONI STORICHE e sia COME STORIA ESSO STESSO.
Quante volte si sente dire “questo è un piatto tipico di..”??
In quel piatto tipico, intendendo anche i singoli ingredienti che lo compongono, vi è senz’altro il passato e il presente della zona che lo ha creato (uso questo verbo non a caso) vi sono le influenze subite o accolte nelle varie fasi storiche, vi è l’agiatezza o la povertà, i metodi di produzione, le relazioni sociali oppure le guerre, e così via.
Quindi il CIBO è da considerarsi, senz’altro, anche PATRIMONIO CULTURALE, si pensi su tutti, la Dieta mediterranea, Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO.
Anche per questo credo che la PETIZIONE, lanciata dall’Alleanza, sia molto importante non solo perché riguarda il recepimento da parte dell’Italia della DICHIARAZIONE delle Nazioni Unite sui DIRITTI DEI CONTADINI E DI CHI LAVORA NELLE AREE RURALI, ma perché partendo da una migliore protezione dei diritti dei contadini, dei piccoli produttori, pescatori, allevatori, si aiuta a conservare il patrimonio culturale legato al cibo e nello stesso tempo a tutelare le risorse naturali, l’INTEGRITA’ DELLA BIODIVERSITA’, animale e vegetale, dal momento che, essi sono individui o comunità chiaramente ATTIVI NELLA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE poiché sono promotori, molto spesso, di metodi di produzione AGROECOLOGICA, quindi metodi in ALLEANZA CON LA NATURA.
Infine, oltre a cercare di far recepire la Dichiarazione ONU, che avrà comunque bisogno di vari interventi legislativi, penso sia necessario attivarsi anche nell’avviare uno (o più) Disegno(i) di Legge di INIZIATIVA POPOLARE con cui chiedere e predisporre una normativa:

  • che RICONOSCA LA FUNZIONE SOCIALE del CIBO e DELL’AGROECOLOGIA nelle sue varie
    sfaccettature: alimentare, semi, carburante naturale, fibre, farmaci, vestiario, ecc.
  • che TUTELI e RICONOSCA o potenzi ove vi sia già un minimo di riconoscimento, i DIRITTI di coloro che vi lavorano;
  • di ABBANDONO DEFINITIVO delle FONTI FOSSILI (petrolio, gas e carbone) per OPERARE verso una TRANSIZIONE ECO-COMPATIBILE DELLE FONTI ENERGETICHE addivenendo a quelle RINNOVABILI NON NOCIVE anche mediante il CALO DEI CONSUMI e del FABBISOGNO
    ENERGETICO.
  • di CESSAZIONE/BLOCCO di CONCESSIONE di SUSSIDI/AIUTI ECONOMICI, di qualsiasi tipo essi siano, diretti e/o indiretti, alle SOCIETA’ CHE OPERANO NEL SETTORE DELLE ENERGIE FOSSILI per dirottare le risorse così “risparmiate” (più di 15 MILIARDI) verso politiche sociali, educative, culturali, sanitarie e agroecologiche.
    Perché NON vi può essere transizione ecologica, anzi agroecologica, e lotta al cambiamento climatico, seria e lungimirante, senza ridisegnare la struttura giuridica e la filosofia che la permea, ovvero una struttura giuridica troppo antropocentrica che si basa sull’assunto che la tecnologia sarà LA PANACEA DI TUTTI I DANNI che le leggi dell’uomo permettono di compiere sulla NATURA, che favorisce il profitto di pochi potentati oligarchici collettivizzando omologazione e danni sociali, sanitari ed ambientali.
    Tutto ciò al fine mettere in piedi un sistema alternativo completo che coinvolga economia, cultura, politica e società, oltre alla produzione e al consumo e che sia in alleanza con la natura, quindi naturacentrico e che tuteli la biodiversità.

  • Avvocato dei Diritti.