Terre dei fuochi, non c’è transizione ecologica senza bonifica e giustizia.

a cura di Fabio Sebastiani*

Pochi giorni fa la magistratura e l’istituto superiore di sanità hanno stabilito due punti di riferimento importanti nella battaglia contro le terre dei fuochi. A Brescia la Caffaro è stata posta sotto sequestro mentre, nel perimetro tra la provincia di Caserta e quella di Napoli, dove per decenni la criminalità organizzata ha sversato veleni di tutti i tipi, finalmente si è riusciti a pronunciare la parola “nesso causale”. Nesso causale tra le morti per tumore e le sostanze sotterrate dalla criminalità organizzata nel tentativo di occultare il traffico illecito dei rifiuti tossici.
Questi due importanti passaggi arrivano, con una tempestività quasi geometrica, proprio nel momento in cui il nuovo Governo Draghi vara il cosiddetto ministero della Transizione ecologica. E ci sembra altrettanto geometricamente evidentemente che il neoministro non potrà ignorare con facilità quanto stabilito da autorità di livello in campo sanitario e giuridico.
Senza bonifica non esiste Transizione ecologica. Questa equivalenza è stata sottolineata con forza proprio ieri sera nel corso della trasmissione che Iafue ha dedicato alle Terre dei fuochi.
Siamo solo all’inizio di un percorso di giustizia che questa volta non può essere incastrato nel mare abituale di scartoffie e di formalità, ma attreaversa il profilo della questione ambientale e sanitaria di questo paese.
Viene sinceramente da sorridere al pensiero di tutti coloro che, calcolatrici alla mano, stanno già facendo i conti su quanto potrà rendere il Green. Questi signori non ne hanno abbastanza? Sostenibilità ed ecocompatibilità non sono concetti astratti ma hanno una precisa declinazione che riguarda i territori martoriati e ingiuriati, le devastazioni che proprio i sacerdoti dello sviluppo a tutti i costi hanno perpetrato ben consci delle vittime che avrebbero provocato.
E’ questo quello che ci insegnano le mille storie delle mille terre dei fuoci. Non c’è angolo di questo paese in cui non si siano metalli pesanti, fanghi chimici, rifiuti nucleari.
E ora ci venite a dire che nel vostro programma di governo c’è la transizione ecologica. Anzi, rappresenta un asse strategico. Bene, ma permetteteci qualche sano dubbio logico, e politico. Sappiamo bene dalla storia di questo paese che dentro la parola transizione ci può entrare di tutto. Primo, perché non ha dei limiti temporali. Secondo, perché è talmente indefinita nel punto di partenza e nel punto di arrivo che più che rassicurarci ci spaventa. Vedremo con il programma di Governo, con gli impegni che il premier prenderà davanti al Parlamento. Dovessimo affidarci del curriculum e dei legami di Cingolani ne viene fuori più che un ministro della transizione ecologica, un ministro della guerra. Ma il punto è un altro. Il punto è che non esiste un luogo o una esperienza realmente aperta e democratica dove la transizione ecologica può davvero prendere le mosse. O c’è la partecipazione dei cittadini oppure questo processo è o sarà un’altra cosa, il solito affare con la lobby dell’energia. L’Ecologia diventerà un sottoprodotto.
Ma torniamo alla questione della bonifica delle terre dei fuochi. Noi non pensiamo che questa possa limitarsi all’ambiente: all’aria, all’acqua, alla terra. Deve essere anche un massiccio intervento sulla sanità. Cosa altro è la transizione ecologica se non uno scenario in cui si recupera un rapporto sano ed equilibrato con l’ambiente? Tutti i vostri algoritmi sono fermi sullo stesso punto. L’efficienza di un sistema non è il raggiungimento della cosiddetta produttività ma il risultato che ha nella vita delle persone affinché queste possano continuare a godere dell’integrità. Perché senza integrità non c’è libertà.
Ve lo ricordiamo non perché siamo fissati con i miti romantici o le bandiere del sol dell’avvenire. Ve lo ricordiamo perché l’esperienza di questi decenni di cosiddetto ‘sviluppismo’ l’unica cosa cui avete realmente tenuto è stato il profitto. E quando il profitto ha cominciato a produrre guerre, devastazioni e pandemie non avete scelto l’uomo bensì ancora guerre, devastazioni e pandemie. E questo perché non sapete come fermare questa macchina infernale dello sfruttamento.
Ora i dati parlano chiaro. I morti sono tanti. E spaventosamente tanti sono i malati. Perfino il Vaticano ha fatto sentire la sua voce. Il Governatore della Campania, che invece ha in mano la Sanità, tace. Le Terre dei fuochi in Campania come a Brescia non sono il risultato di una mente malata ma provengono dalla catena del profitto, dallo sviluppo del Nord ai danni del Meridione. Lo dicono gli atti dei processi. I dati parlano di patologie come i tumori che agiscono come una pandemia. Il tumore al Sud è un virus, stranamente. Non c’è transizione che tenga. Per decenni avete negato il problema sia nelle sedi istituzionali che in quelle scientifiche. Ora è arrivato il momento di prendere una decisione nell’interesse dei cittadini.
Anche perché i cittadini in questi anni non sono stati a guardare. Hanno sofferto, ma si sono applicati e hanno capito. Hanno costruito reti per tutelarsi e per approfondire cosa stava loro accadendo. Un bell’esempio su come la transizione ecologica non si fa nelle stanze del potere. Hanno addirittura esercitato la difficile arte della progettazione economica legando la propria azione a quelle realtà produttive della zona che davvero vogliono e praticano la transizione ecologica.

Ora quella conoscenza, che si avvale anche di alcuni esperti internazionali, la mettono a disposizione di chi vuole davvero intraprendere la strada del risanamento. Ci state?
L’Alleanza per la Sovranità alimentare, che nasce con l’obiettivo di fare della transizione ecologica un percorso di lotta e di ritrovata identità sociale, sosterrà la resistenza e la resilienza dei territori, Anzi, cercherà di mettere insieme le loro istanze perché sia finalmente detto e definito che la vostra cosiddetta non la subiamo più, che la ricostruzione di un mondo non più aberrato dal profitto e dai veleni passa per il protagonismo delle persone. Ci piace ricordare e ricordarvi che l’agricoltura non solo non ha mai licenziato nessuno ma che la forza rigeneratrice della terra travolgerà le vostre menzogne.


*Direttore di Iafue perlaTerra