Vincere la sfida per accorciare la filiera è possibile subito.

Il punto è smobilitare una cultura della fruizione dura a cambiare strada

editoriale del 14 dicembre 2020 di Dario Dongo*

Siamo a Radio Iafue per parlare di agro-ecologia, eco-agricoltura e di agricoltura contadina. E di come questa possa e debba raggiungere i destinatari. Anche perché questa è l’unica possibilità per mantenere viva questa pratica e quindi dare un bel contributo alla lotta al climate change.

Tempo fa su avevo pubblicato un articolo in cui si parlava dell’esperienza in Catalogna di Alterbank; un modello di agro-ecologia e spesa sociale tra i più avanzati nel mondo. In pratica si tratta di un’alleanza vera e propria tra piccoli agricoltori che lavorano secondo i criteri del biologico e i cittadini, anche quelli residenti nei quartieri più poveri, quelli colpiti dalla crisi, ma coinvolgendo anche gli istituti scolastici e la partecipazione degli esercizi commerciali di vicinato.

Questa esperienza ha permesso di realizzare una comunicazione diretta tra il mondo eco-agricolo e la comunità più ampia cittadina sia nella distribuzione degli aiuti alimentari quindi con una iniziativa chiamata proprio Alterbank e che integra l’esperienza del Banco Alimentare (che acquista i prodotti presso la Grande distribuzione) sia con la vendita di prodotti che arrivano dai territori in cui la scelta ecologica è marcata.

I prodotti passano di mano una sola volta, anche attraverso piccoli esercizi che collaborano all’iniziativa.

In Italia manca proprio questo, l’organizzazione. Manca il contatto tra chi offre e chi fruisce. Le esperienze ci sono ma forse sono insufficienti. Ora è arrivato il momento di dare una sterzata, e imprimere un movimento più deciso. Queste esperienze vanno diffuse e amplificate, anche nelle varie piattaforme digitali.

Bisogna mettere mano al codice degli appalti per la parte che riguarda la difesa dell’ambiente, per esempio. E poi c’è da diffondere una maggiore diffusione culturale sul cibo dei diritti. E questo lo si può fare per esempio con il Blockchain, che permette di decifrare le informazioni in modo istantaneo e senza la possibilità di inquinamento o controllo. Ci sono applicazioni disponibili a prezzi irrisori. Si tratta di sistemi che facilitano il contato e rendere pubblici i dati sul chi fa cosa. Dobbiamo pensare innanzitutto noi a identificare le realtà produttive e a rendere accessibili i prodotti a chi ne ha più bisogno.

*Dario Dongo è uno dei promotori dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare e presidente di Egalité Onlus