I trasportatori di Agorà 2.0 nell’Alleanza per la Sovranità Alimentare

È stata inaugurata da pochi giorni la mobilitazione indetta dall’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare “Riconoscete i nostri diritti”, con un programma fitto di incontri, seminari, discussioni, ma arrivano già le prime, importanti, adesioni. Questa mobilitazione ha voluto fin dal principio rivolgersi a tutti i soggetti che animano la filiera dell’agroalimentare, in modo di costruire dei nessi, delle relazioni, che potessero arrivare a delle alleanze tra tutti i soggetti coinvolti. Imprenditori agricoli, lavoratori della terra, braccianti, sindacalisti, ambientalisti e consumatori, che non parlano semplicemente della loro esperienza individuale e delle problematiche a esse legate, ma che si attivano insieme, come comunità, per lotte solidali e congiunte. Tra i primi sì arriva quello dell’Associazione Agorà 2.0, Mobilitazione nel trasporto, il cui presidente, Sergio Grujic, è stato ospite oggi, 30 novembre, dei microfoni di Radio Iafue.

Il tema proposto oggi infatti, è componente essenziale del sistema logistico della produzione agroalimentare. Tanto essenziale, quanto poco trattato. Quella della mobilitazione “Riconoscete i nostri diritti” è una grande occasione per approfondire ulteriormente i rapporti stretti con Agorà 2.0 in vari progetti (come quello che sta per partire, riguardante il cibo etico e le sue modalità di trasporti).

In Italia sono grandi i problemi legati al trasporto dell’agroalimentare, che pesano in particolare sul costo dei prodotti e sugli effetti ambientali fra distorsioni, ritardi, disorganizzazione e inefficienze. Ma due elementi, in particolare, meritano di essere illuminati: la disarticolazione e la precarizzazione delle condizioni di lavoro di chi trasporta gli alimenti (compressione degli stipendi, condizioni di sfruttamento, concorrenza al ribasso dei compensi dalle economie dell’Est Europa) e il dominio che gli interessi mafiosi e camorristici estendono sul settore.

L’importanza di esperienze come quelle di AGORÀ 2.0 risiede esattamente nell’impegno politico, quotidiano, messo in campo per scoperchiare il velo calato su queste contraddizioni, rimettendo al centro il piano della tutela dei diritti dei trasportatori e degli interessi di tutti i cittadini ad avere servizi efficienti, compatibili con l’ambiente e trasparenti dal punto di vista della gestione

Sergio Grujic lo ha sottolineato fin da subito, senza mezzi termini: «La nostra associazione si batte per tutto quello che di etico e di legale si può trovare nei nostri reparti: queste sono le nostre bandiere e le portiamo con orgoglio. Il fenomeno delle mafie nell’autotrasporto non è un fenomeno inedito, si tratta di un fenomeno largamente diffuso, non ha confini territoriali. Incide molto, perché si tratta di un monopolio senza più etica, dove tutto è possibile: triplicare un prodotto in arrivo a un posto di vendita non può essere più tollerato. La filiera agroalimentare deve rispettare i parametri già previsti dalla Comunità Europea, ma non basta».

A fare le spese di tutto ciò, oltre i consumatori, sono ovviamente i trasportatori, che quando riescono a organizzarsi, possono riuscire, come minimo, a tracciare le merci e i camion, per poter seguire fisicamente il prodotto dal campo fino al consumatore, garantendo una procedura di trasporto corretta, professionale e soprattutto monitorata. Ha proseguito Grujic: «È necessario garantire una maggiore sicurezza alimentare, che coinvolga anche l’autotrasporto. Dobbiamo abbassare queste barriere fra associazioni e reparti; dobbiamo unirci e combattere insieme per richiamare all’attenzione i governi su queste contraddizioni».

Esattamente in quest’ottica è stata concepita la petizione che sarà presentata il 10 dicembre al Parlamento Italiano, culmine delle giornate di mobilitazione, per far sì che l’Italia aderisca alla Risoluzione dell’Onu sui diritti dei contadini e di quanti sono impegnati nell’Agroalimentare. Un passaggio importante, che anche i lavoratori della logistica e del trasporto hanno scelto di attraversare, cooperando con l’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare: «Noi come Agorà 2.0 siamo pronti a schierarci in campo a favore di questo progetto perché ci crediamo fermamente. Crediamo anche che questo percorso venga arricchito con altri reparti e realtà che credono nell’etica, nella legalità e in un futuro migliore per tutti».