Aprire una fase nuova nella consapevolezza e nel confronto fra gli agricoltori sulle scelte strategiche della politica e della società in agricoltura e su come si riesca a sostenere un processo di riforma nella direzione della Sovranità Alimentare: questo l’appello forte che Altragricoltura lancia al mondo rurale.
“Sulla Politica Agricola Comune, il dibattito degli agricoltori in Italia è estremamente arretrato e, quando si esprime, è provinciale” così si esprime Tano Malannino (presidente di Altragricoltura) ai microfoni di Iafue PerlaTerra per cui ha curato l’Editoriale questa mattina 2 novembre.
“E’ uno degli indicatori della arretratezza in Italia del confronto sulle questioni strategiche e sulle scelte fondamentali che investono l’agricoltura e l’agrolimentare”.
“Molto è dovuta alla responsabilità delle Organizzazioni Professionali storiche che, nei fatti, non riescono, non sanno o non vogliono coinvolgere il mondo rurale italiano in una discussione franca ed aperta sul presente della crisi agricola e sulla prospettiva per il futuro”, probabilmente per loro significherebbe dover fare i conti con il fallimento in cui hanno guidato gli agricoltori. Un fallimento certificato dai numeri che parlano di una lenta perdita di valore della produzione italiana e della sua agricoltura ma, anche, che vedono i nostri agricoltori penalizzati rispetto ad altri paesi europei in una logica che vede generalmente perdere le agricolture mediterranee del sud dell’Europa a favore di quelle contenentali più rientate alla trasformazione ed al mercato.
Con una Pac che valorizzasse l’agricoltura mediterranea e, quindi, l’occupazione e la crescita, l’Italia avrebbe ricevuto ben più dei circa 2,5-2,7 mtaglio del 6,9% dei fondi Pac complessivi destinati al nostro Paese. Poco più di 36 miliardi di euro per sette anni i fondi assegnati, contro i 62,3 miliardi della Francia, i 43 della Spagna i 41 della Germania.
Serve, in realtà, un profondo cambiamento di passo nella discussione sulla PAC e sugli obiettivi sociali che deve includere.
Un passo che ponga l’urgenza di cambiare rotta: le scelte che sono state assunte nel parlamento europeo nei giorni scorsi, non solo non rispondono agli obiettivi dichiarati da mesi dalla Commissione sul New Deal e il Farm to Fork ma si muovono nella continuità di favorire gli interessi del 20% degli agricoltori europei che accedono all’80% delle risorse e dell’agrobusiness. Gli agricoltori europei, cosi, sono destinati ad essere fra le fasce sociali più povere con redditi del 50% più bassi della media delle altre mentre il territorio, l’ambiente e le comunità continueranno a vedere erodere le proprie condizioni di sicurezza ambientale.
Per questo Malannino propone di partire dalle posizioni espresse dal Coordinamento Europeo di Via Campesina che si fondano sulla prospettiva della Sovranità Alimentare per declinare gli interessi degli agricoltori e dei cittadini contro quelli della speculazione e delle multinazionali.
Malannino sollecita l’apertura di una profonda discussione nelle aree rurali e nel Paese sul tema della Riforma della PAC chiedendo a tutto il movimento per la sovranità alimetare di impegnarsi nello sviluppare una campagna con l’obiettivo di diffondere gli obiettivi e le proposte sulle scelte di politica agricola nazionale ed europee.
Una vera e propria campagna che sarà proposta al direttivo nazionale in programma nei prossimi giorni e che sarà il punto di partenza per confrontarsi dentro l’Alleanza per la Sovranità Alimentare in una dialettica con le altre realtà organizzate dei braccianti e dei cittadini.
Iafue PerlaTerra, apre così una settimana di iniziative proprio su questo tema che vedrà diversi soggetti intervenire sul tema e che culminerà in un Forum dedicato dove si confronteranno le voci diverse.