Fuori dalle Terre dei Fuochi

Iafue PerlaTerra – 27.10.20
Editoriale di Vincenzo Tosti*

In tempo di pandemia abbiamo poche possibilità di comunicare davvero e avere a disposizione una radio diventa perciò fondamentale nel processo di divulgazione, di accrescimento della consapevolezza e della conoscenza. Quindi, approfittiamone. Il tempo è ora.
Cosa significa? Io vivo in una terra dove purtroppo si respira tragedia. La gestione scellerata dei rifiuti ha ridotto la nostra Campania Felix ad uno dei primi immondezzai d’Italia e non solo. Vivere questa emarginazione sulla nostra pelle è stata dura, come duro è stato scoprire che non eravamo soli, ma che c’erano centinaia di Terre dei Fuochi in tutta Italia. Questa consapevolezza ha innescato nelle persone tantissime domande e tra queste, anzi probabilmente la prima, è stata: cosa mangiamo?
Ecco perché il tempo è ora. Abbiamo capito che bisogna collegare i centri urbani alle campagne, creare un filo conduttore tra la grande Città e le sue periferie e, attraverso queste, alla terra. Il modello di società che ci è stato imposto, il Capitalismo nella sua forma più avanzata di neoliberismo, ha distrutto le identità nei territori, ha avuto campo libero nella devastazione, ma ha anche sconvolto e schiavizzato le menti della gente. Ha indirizzato l’intelligenza del fruitore verso scelte non compatibili con la vita.
Una semplice domanda però, “cosa mangiamo?”, può creare questa rete tanto necessaria: le persone che scelgono in base ai bisogni reali e con libertà il cibo si collegano a realtà contadine virtuose dove l’amore per la terra viene trasmesso attraverso pratiche agricole sostenibili, dove si lavora la terra per coltivare coscienze, dove ci si impegna per creare microeconomie partecipate e metterle tutte in rete affinché ci sia domani un vero e proprio contropotere nei territori. Le nostre campagne diventano così officine dei saperi, emarginando ogni tipo di pregiudizio nei nostri confronti, toccando e respirando natura e bellezza, inverando in definitiva un vero e proprio contatto fisico con la terra.
Il percorso è già iniziato. Esistono realtà che si muovono in questa direzione con tanta voglia di stare insieme. Il sogno di una rete che abbia non solo una visione regionale ma anche nazionale già è all’orizzonte.