La sfida di Iafue

Editoriale di Fabio Sebastiani 26.10.20

Iafue PerlaTerra prova a darsi un’altra scossa. Ci siamo presi una vacanza un po’ più lunga della media, complice anche il Covid. Ma ora siamo pronti a riprendere la produzione e la diffusione di contenuti qualificati. Il nostro lavoro di informazione, insomma.
A dire il vero facciamo fatica a definire che cosa è e cosa potrà essere Iafue nel prossimo futuro. Anche perché nel frattempo la famiglia si è allargata.
Altre realtà, ben lontane dall’agrobusiness hanno deciso di alimentare la rete insieme a noi. Saremo un bel gruppo di lavoro con l’aspirazione a diventare una cosa nuova nel panorama del cibo dei diritti. E questo già non è poco in un momento in cui il vecchio modello è entrato in crisi ma il nuovo, la trama di mille esperienze disperse nei territori, fa fatica a venir fuori. Proviamo a mettere insieme esperienze e capacità, valori e motori di un processo che viene da lontano e si sta dicendo “se non ora quando?”.
Siamo un polo di produzione di contenuti: video, audio, testi, link, percorsi web, eventi on line. Tutto quello che serve nella battaglia quotidiana il cui obiettivo è tornare ad attribuire un senso al settore primario. Un senso che non significhi sfruttamento, azzeramento dei diritti, distruzione dell’ambiente, animali compresi, cibo artificiale. L’agricoltura è stata ridotta dalla Grande distribuzione a una icona. Icona utile ai profitti. La realtà è che il cibo deve essere nutrimento e salute, cultura e tessitura della nostra esistenza. In una parola, Sovranità alimentare
Mediamente l’agricoltura è fuori dai circuiti informativi. Quando se ne parla la chiave è immancabilmente quella bucolica. E quando non è bucolica la si scioglie nel grande contenitore dell’Ambiente. E anche quando tutto questo non accade assistiamo a narrazioni strumentalistiche funzionali alla politica che, detto tra noi, non sa più che pesci prendere di fronte al disastro ambientale. Mai nessuno che racconti l’agricoltura per quello che è per quello che sta soffrendo presa nel cappio dell’agrobusiness. L’agrobusiness produce veleni e non cibo a disposizione dei fruitori. Ma la novità è che proprio spremendo il settore primario sotto il ricatto della grande distribuzione l’agribusiness sta distruggendo l’ambiente.
Siamo convinti che proprio i fruitori potranno fare la differenza rendendosi conto che stanno perdendo sempre più quote di futuro. E che il presente è solo un presente di morte. Un tempo si moriva di fame nelle zone depresse. Oggi si muore di veleni in tutto il mondo.
E quindi IAfue per la Terra vuole dare il suo contributo per far crescere e consolidare la rete perché finalmente si esca dalle icone e dal virtuale e si cominci a sperimentare pratiche alternative che finalmente vedano insieme produttori e consumatori. Un nuovo patto che spinga istituzioni e politica ad abbandonare i falsi miti del liberismo applicati al settore primario che, liberato dal ricatto, potrà tornare ad essere quello che è sempre stato: la placenta della nostra esistenza.

Image