‘Agroecologia: femminile, rurale’

Noi donne in agricoltura, contadine o braccianti, viviamo una condizione di marginalità, il nostro lavoro e le nostre potenzialità sono sottovalutate, non di rado perfino da noi stesse, pur essendo essenziali alla produzione del cibo. Le statistiche ci dicono che siamo le più abili in innovazione imprenditoriale, le più attente alla conservazione degli ecosistemi; eppure siamo anche e le meno protette e stimate, chiamate continuamente a rispondere agli squilibri del mercato, a quelli del clima, e alle carenze della politica mobilitando le nostre enormi energie personali. Sappiamo anche che quelle tra noi che svolgono il lavoro più pesante, le braccianti, sono le più vessate, soggette a inaudite violenze psicologiche e sessuali. 

Siamo convinte che tutto ció è frutto del sistema patriarcale che domina la nostra societá, e che investe anche l’agricoltura, un sistema al quale è diventato necessario dire no per poter finalmente liberare sia le donne che l’agricoltura stessa dalla violenza, dall’invisibilità, dalla svalutazione. Patriarcato sembra un concetto astratto ma è reale e concreto: è, innanzitutto, un modo di produrre che si appropria, gratuitamente o sottocosto, del lavoro delle donne, dandolo per scontato, rendendolo invisibile e svalutandolo. In agricoltura, il patriarcato ha prodotto sopraffazione e degrado del lavoro, della terra, e delle altre specie viventi, rendendola insostenibile per le persone, per l’ambiente, e per le generazioni che verranno.

A questo sistema noi contrapponiamo un femminismo che chiamiamo contadino. E cioé, innanzitutto, il nostro diritto di dire no al patriarcato, cominciando a riconoscere, e valorizzare il nostro lavoro, i nostri saperi, le nostre pratiche, il nostro modo di vedere l’agricoltura – dicendo no alla svalutazione a cui siamo soggette fin da piccole e che ci ha convinto di non avere niente di importante da dire, di aver sempre bisogno che qualcun altro prenda in mano le cose. Sono questi i modi in cui il patriarcato ha preso il controllo delle nostre vite e dell’agricoltura, ma é davvero arrivato il momento di dire basta. È ora di cambiare, e per cambiare c’è bisogno di noi.

Per noi di TGPT femminismo contadino vuol dire dare prioritá alla cura: cura per la terra, le persone e tutta la rete del vivente. Una prioritá che noi vediamo rappresentata oggi da quel modello alternativo di agricoltura che contadine e contadini di tutto il mondo stanno portando avanti sotto il nome di agroecologia. Questa è la prospettiva che ci ha messe insieme e che ci spinge a lavorare per poter essere protagonista del cambiamento. 

Per questo motivo, TGPT intende dare voce al nostro vissuto di donne a partire dalla riscoperta delle nostre e delle vostre voci. Vi parleremo quindi di storie, progetti, pratiche e lotte portate avanti soprattutto da donne contadine e dalle loro alleate in tutto il mondo, ieri come oggi e ancora di piú domani. Siamo convinte che cominciare ad ascoltarci e a confrontarci con l’agroecologia sia un passo importante per vedere le cose in modo nuovo e cominciare a riscrivere la nostra storia personale e collettiva, e quella dell´agricoltura.

Ci siamo presentate in modo collettivo su Radio Iafuè il 30/10/2020 indicando quali potrebbero essere le nostre linee di azione.