Che tipo di Africa e di mondo dovrebbero uscire da questa crisi?

Questa la traduzione del documento prodotto dalle organizzazioni africane impegnate a difendere ambiente e territorio (giugno 2020)

La pandemia COVID-19 è forse il più grande evento globale degli ultimi decenni. La crisi evidenzia e aggrava le disparità esistenti nel sistema socioeconomico neoliberale e patriarcale globalizzato. Già in molti dei nostri paesi africani, dove vivono i più vulnerabili e  quelli che soffriranno di più, l’impatto crescente delle politiche di isolamento si sta trasformando in profonde crisi sociali ed economiche . Le nostre città devono fare i conti con un accesso limitato all’assistenza sanitaria, perdita di posti di lavoro e di reddito, tagli di energia e acqua, difficoltà a pagare le bollette fino al rischio di essere sfrattati per non potersi più permettere l’affitto. Una grave crisi alimentare potrebbe essere imminente in Africa, con la chiusura dei mercati informali e il sostentamento dei mezzi di sussistenza.

In questo momento di crisi, i movimenti e le organizzazioni e gli alleati della società civile africana che sottoscrivono questo documento, salutano i  lavoratori di tutto il mondo, gli infermieri, i medici e altri operatori sanitari, i lavoratori nei mercati e nei supermercati, gli addetti alle pulizie, i raccoglitori di rifiuti, i lavoratori domestici e badanti, i trasportatori, camionisti, i lavoratori nel settore alimentare, gli agricoltori,  i produttori di alimenti, coloro che ci forniscono energia e tutti coloro che devono lavorare quotidianamente per nutrire le loro famiglie, per il lavoro coraggioso e i sacrifici che stanno facendo per mantenere la nostra vita mentre molti di noi rimangono a casa, costretti, cosi, a fare la nostra parte per contenere il virus.

Nel momento in cui si incontrano la crisi climatica e la crisi COVID-19, l’Africa e il mondo devono percorrere una nuova strada.
Sfortunatamente, la crisi climatica non si fermerà mentre il mondo è concentrato ad affrontare la crisi sanitaria da COVID-19. Entrambe sono crisi causate dall’uomo che hanno origine nel modo in cui i nostri sistemi politici ed economici trattano la Terra e i suoi popoli, spinti dal desiderio di profitto. La crisi climatica stava già devastando il nostro continente e molti altri luoghi del pianeta quando l’intero mondo fu immerso nella pandemia da COVID-19. L’Africa meridionale si sta ancora riprendendo dai devastanti cicloni Idai e Kenneth che lo hanno colpito l’anno scorso e si trova ad affrontare impatti climatici terribili come la siccità, le inondazioni, l’innalzamento del livello del mare, ecc. L’atteso aumento delle temperature mondiali per l’Africa prepara un collasso umano, sociale ed ecologico.

Le società multinazionali con la complicità dei governi e delle élite africane operano impunemente e senza preoccupazioni per i popoli e il pianeta; sono tra i principali responsabili dell’attuale crisi ecologica che investe energia, clima, cibo, biodiversità. Le loro attività hanno colpito il sostentamento delle comunità locali sottraendo terra e risorse naturali, anche attraverso i mercati del carbonio e altre soluzioni false e dannose, e hanno inquinato la nostra aria, acqua, suolo, corpi e comunità. La maggior parte dei profitti che generano vengono spesso trasferiti illegalmente all’estero,  per alimentare i numerosi paradisi fiscali esistenti in tutto il mondo. Eppure il prezzo del petrolio scende sotto lo zero per la prima volta nella storia ed è evidente la fine dell’era dell’estrattivismo che danneggia le persone e il pianeta. È tempo di dire addio allo sfruttamento di combustibili fossili sporchi e all’agricoltura industriale dannosa.

L’attuale crisi ha causato un temporaneo calo delle emissioni di carbonio e dell’inquinamento a causa del fatto che alcune industrie hanno dovuto interrompere o ridurre le loro operazioni, ma ciò si verifica a spese dell’occupazione e dei mezzi di sussistenza del popolo africano e di altri che hanno poche o nessuna rete di sicurezza. Questa non è la “giusta transizione” che chiediamo insieme ai  movimenti sindacali. Vediamo anche quanti governi stanno eliminando o allentando le normative e le procedure ambientali al fine di incrementare disperatamente gli investimenti a breve termine, il che indubbiamente porterà a un ulteriore degrado ambientale, al collasso della biodiversità e all’approfondimento della crisi. Tuttavia, se l’aria è stata pulita lì dove sono state adottate misure di isolamento allora questo è la prova evidente di quanto sia insostenibile l’economia “normale” e lo sviluppo “normale”. Il pianeta potrà prosperare se scegliamo un diverso percorso di sviluppo, i giovani vedranno per la prima volta un cielo blu celeste e milioni di persone con l’asma respireranno più facilmente; proprio come sta avvenendo ora.

Gli adeguamenti strutturali, le misure di austerità, lo smantellamento dello Stato e dei servizi pubblici, la privatizzazione di servizi  essenziali e l’alto indebitamento hanno determinato che gli Stati africani siano i meno preparati a rispondere a tali crisi. Tutto questo ha le sue origini nella storia coloniale e postcoloniale dell’Africa e nelle nostre relazioni con le istituzioni finanziarie neoliberali come il Fondo monetario internazionale (FMI) e la Banca mondiale, che hanno promosso grandi prestiti con alti tassi di interesse in cambio di condizionamenti strutturali.  Non possiamo permettere che queste stesse pratiche vengano replicate nei nostri rapporti con la New Development Bank o qualsiasi altra istituzione simile. Tutte le condizioni relative al sostegno e / o ai prestiti di solidarietà devono essere pubbliche come parte di una nuova democrazia aperta.

Non possiamo tornare alla situazione precedente: che tipo di Africa e mondo dovrebbero emergere da questa crisi?
La rapida risposta di governi e altri protagonisti alla pandemia di COVID-19 rivela anche il vero grado di inazione a livello globale per affrontare seriamente la crisi climatica e le altre crisi. L’analisi è chiara, affrontare la crisi è fondamentalmente una questione della volontà politica di liberare ingenti somme di risorse e cambiare le politiche per affrontare la crisi e reindirizzare tutti gli sforzi per affrontarla e risolverla.

Non possiamo tornare alla situazione precedente. Dobbiamo concepire un mondo diverso, un’Africa diversa, in modo che questo momento possa significare una svolta per la nostra regione e il mondo. La pandemia di COVID-19 sta dimostrando che abbiamo bisogno delle soluzioni che noi, come gruppi che lavorano per la giustizia climatica in tutta l’Africa, abbiamo proposto con urgenza. Questa è la nostra speranza. Il ritorno al sistema  del passato  non può essere un’opzione. Abbiamo bisogno di risposte costruite sulla base di nuove forme di regionalismo e di solidarietà per una  transizione che sia giusta per tutti, specialmente per coloro che vivono in situazioni di povertà e maggiore vulnerabilità. Ci impegniamo e chiediamo ai movimenti e alle organizzazioni della società civile di tutta l’Africa e del mondo di unirsi a noi nella lotta per un nuovo mondo.