Unione Europea, svelato un tentativo di mettere al bando la selvaggina

tratto da cacciapassione (leggi articolo originale)

Allevamenti di selvaggina che vengono considerati potenziali ricettacoli infettivi, i mercati e le fiere paragonati al mercato di Wuhan, divieto assoluto di commerciare, detenere e consumare fauna selvatica in tutta Europa. Se non fosse stato proposto e votato ieri all’interno della sessione plenaria di Bruxelles, tutto questo sembrerebbe una barzelletta, di quelle che, fra l’altro, non fanno nemmeno ridere ma bensì… piangere!

Così il gruppo della sinistra verde nordica GUE-NGL ha presentato, all’interno delle proposte volte a combattere la pandemia COVID-19, l’emendamento n. 79, sottoscritto da Manon Aubry e Martin Schirdewan, di seguito riportato: “33bis. sottolinea che il commercio e l’allevamento di animali selvatici amplifica i rischi per la salute pubblica, combinando fattori critici per la comparsa di zoonosi; invita la Commissione e gli Stati membri dell’UE a sostenere un divieto globale relativo ai mercati di specie selvatiche e all’utilizzo di tali specie nella medicina tradizionale; esorta la Commissione a presentare proposte legislative atte a vietare l’importazione, il commercio, il possesso e il consumo di specie selvatiche all’interno dell’UE, al fine di ridurre il rischio di future epidemie di zoonosi;” L’emendamento non é però sfuggito al Vicepresidente dell’Intergruppo caccia, biodiversità e cultura rurale Marco Dreosto, il quale, con la collaborazione del Segretariato di FACE é riuscito a sensibilizzare i membri del parlamento affinché esprimessero voto contrario.

Alle 22.30 l’esito negativo della votazione, con 449 voti contrari e 186 favorevoli, ha fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo. “E’ incredibile che alcuni gruppi politici filo animalisti e anticaccia, col silente vantaggio dall’onda emozionale suscitata dalla pandemia, possano proporre emendamenti capestro come quello di ieri, che se fosse passato avrebbe potuto determinare la chiusura di migliaia di aziende e la perdita di altrettanti posti di lavoro” afferma Dreosto, che ha poi concluso “io e il mio staff, assieme ai membri dell’Intergruppo, a FACE e ad ELO, continueremo a vigilare affinché ogni proposta contraria al settore primario possa essere contrastata e porteremo avanti le nostre istanze, a vantaggio delle categorie in esso ricomprese”.