Aggiornamento dalla Sardegna da parte di Gianni Fabbris dirigente nazionale di LiberiAgricoltori ai microfoni di Radio per la Terra con la regia di Fabio Sebastiani.
Gianni Fabbris ci comunica di essere in queste ore a colloquio con i pastori sardi nei diversi presidi della mobilitazione in Sardegna (sono ben 35). La discussione ruota in modo particolare intorno al raggiungimento di un obiettivo: come mantenere la mobilitazione in corso che ancora non ha raggiunto tutti i suoi obiettivi pur consolidando i risultati che inequivocabilmente ha ottenuto.
“Dobbiamo riconoscere” ci dice Fabbris “che la mobilitazione dei pastori in Sardegna ha conseguito risultati. Non era scontato che la politica e in modo particolare la Regione Sardegna e il Governo Nazionale dessero prime risposte, anche importanti sia al tavolo al Ministero degli Interni che in quello della Prefettura di Cagliari; si è sancito con chiarezza quindi, che le istituzioni di questo paese e in modo particolare la Regione Sardegna e il Governo assumono l’idea di dover dare finalmente risposte di riforma ad un comparto quale quello di latte ovicaprino ossia su una filiera della produzione dei 3 dop: pecorino romano, pecorino sardo e il fiore sardo. Filiere che sono ad oggi senza regole, senza tracciabilità quindi diventa necessario ed indispensabile definire con certezza quali sono le quantità prodotte, quali i costi di produzione; elementi che ad oggi non è possibile stabilire. In tutto questo una cosa è certa che qualcuno ne paga il prezzo a fronte di grandi manovre speculative; il più grande senza dubbio è pagato dai pastori a cui il costo del latte non viene riconosciuto alla stalla e ai consumatori che sono i soggetti finali costretti a pagare un prezzo per dei prodotti che sono assolutamente non garantiti. Di fronte a tutto questo sale finalmente la consapevolezza dei ritardi di tutti questi anni a cui bisogna porre rimedio. E’ il frutto della mobilitazione. La Prefettura ieri ha sancito una proposta di accordo in cui ci sono iniziative importanti verso questa direzione ma la riforma su cui occorrerà vigilare, di cui non è scontato l’esito, è che si garantiscano i produttori e i consumatori piuttosto che tutte le speculazioni intermedie. Operazioni i cui effetti sarà possibile verificarli nel tempo ma nell’immediato i pastori sardi stanno lavorando rimettendoci soldi per il solo atto del produrre.
Di quali prezzi parliamo. Parliamo del fatto che Ismea che è l’ente nazionale di economia agraria che insieme a Inea certifica per lo Stato i costi produttivi ci dice che solo per produrre il latte alla stalla ci vogliono 0.78 centesimi di € + IVA, questi sono i soli costi del mungere e del collocarlo sul mercato, senza tener conto dei costi d’impresa, a questi vanno aggiunti i servizi, i costi intermedi dell’azienda, quindi la richiesta del movimento dei pastori sardi di 1 € come anticipo minimo garantito è chiara e basata su elementi di certezza certificati dal Governo.
Sul prezzo del latte tuttavia si addensano problemi derivanti dalla filiera, una fotografia di quali sono i rapporti di forza dato che abbiamo una filiera di cui non, come già detto, non abbiamo i dati e quindi risulta falsata, di grande speculazione e con un costo dei prodotti alla stalla che è determinato teoricamente dal rapporto tra domanda e offerta ma che in alcun modo non è agganciato ai costi di produzione.
La battaglia che stanno portando avanti i pastori sardi, ma che investe tutto il comparto dell’agroalimentare, è l’idea che i costi di mercato siano sì legati al rapporto domanda/ offerta ma che vengano garantiti almeno i costi di produzione determinando una filiera trasparente, etica e che sia in qualche modo governata. Quindi la proposta che è venuta fuori dai tavoli di trattativa è ancora lontana dal raggiungimento di questo obiettivo nonostante riconosca tutta una serie di elementi ma non sul tema del prezzo che lo vincola al mercato. L’obiettivo dei 0.72 centesimi, offerto come anticipazione è un grande passo avanti, continua Fabbris, perché si parla di anticipazione e non di prezzo finale da parte degli industriali, ma ancora non sancisce quali sono i rapporti reali all’interno della filiera per cui viene rifiutata come ipotesi di accordo nei presidi.
Dare forma e prospettiva alle istanze dei pastori sardi. La mobilitazione in Sardegna in queste ore è spontanea, non è sotto il ‘cappello’ di nessuna organizzazione come lo era stato nel passato. Questa larga reazione popolare si fonda su un’idea forte di giustizia: nessun presidio smobiliterà fino a quando non verrà riconosciuto 1 euro di anticipo a qualcosa che si avvicini al lavoro dei pastori. Come questo movimento che ha saputo produrre una proposta così avanzata e una fase di mobilitazione così forte saprà incassare il risultato che pure c’è, dimostrando la maturità e la consapevolezza di avere una sua struttura organizzata tale da tenere aperta la mobilitazione ma al tempo stesso avanzare una controproposta lo vederemo nelle prossime ore di trattativa. Stiamo lavorando, infatti, in queste ore perché dai presidi nasca la controproposta per cui è necessario del tempo.
Nessuna speculazione elettorale. Il 24 febbraio come sapete in Sardegna si vota quindi c’è la necessità di superare la fase delle elezioni: non ci può essere alcuna speculazione elettorale che interviene su questa vertenza di qui la necessità di riportare da domani, lunedì, nei presidi e nelle assemblee una discussione larga del tavolo di filiera sulla questione delle riforme dell’agroalimentare e del latte convocato il 21 a Roma e per l’audizione di martedì mattina in seno alla commissione Agricoltura in Parlamento.
Noi come organizzazione LiberiAgricoltori, sostenuti dal Movimento Riscatto e da Altragricoltura, diciamo a tutti giù le mani dai pastori sardi e che lo siamo tutti affinché parta da domani mattina una grande campagna di sostegno per dire che i pastori debbono vincere; vincere in Sardegna significa portare a casa finalmente un risultato perché se si vince da qualche parte possiamo riaprire con serenità ovunque la questione su qual è il rapporto fra l’economia di mercato e il governo sociale delle scelte che servono per mantenere l’agricoltura sul territorio.
Continuano fin dal pomeriggio di oggi, domenica 17 febbraio 2019, gli incontri sul territorio e nelle prossime ore continuerà l’aggiornamento di Fabbris sul proseguimento della trattativa.