La risposta classica è: e allora il PD?

Mi sono sempre piaciute le dirette radiofoniche da Camera e Senato.
E continuo anche con questo Governo perché vale di più ascoltare una dichiarazione di voto che leggere cento rassegne stampa per capire chi, effettivamente oggi, ha potere di cambiare la vita a questo Paese e se riuscirà a farlo.
Ho sempre creduto che i voti si conquistassero per le cose che si promettono e si perdessero per le promesse che non si mantengono ma oggi sembra cambiato tutto visto che, gli elettori si sono divisi in tifoserie.
Uso appositamente questa parola perché è la misura del cambiamento. Negli anni cinquanta dove c’era più educazione e meno istruzione gli elettori erano degli “sportivi”, magari pronti a darsele di santa ragione per meglio sostenere la propria squadra. C’erano i rossi pronti alla rivoluzione ma disponibili ad interminabili discussioni con i bianchi sulle grandi questioni della vita.
Si facevano i comizi in piazza e la gente comune, gli elettori, si assiepavano a sentire cosa avrebbero fatto per loro i propri leader. Preti che facevano politica dai pulpiti e sindacalisti che la facevano nelle fabbriche. Il tutto più o meno con un generale rispetto.
Un modo di vivere la politica da sportivi.
Oggi c’è molta più istruzione ma anche molta più maleducazione e sentire le dirette dal Parlamento ti da uno specchio della società fatta da tifoserie. Gli epiteti che sono entrati nel gergo comune, tesi a offendere l’avversario a prescindere, sono diventati migliaia e ognuno ha i suoi.
Non li riporto per decenza ma basta andare sui social per trovarne un gran numero. Una massa di elettori che si comporta come quegli Ultras che vanno allo stadio e invece di vedere la partita fanno casino tutto il tempo.
Ma fin qui è lo specchio dei tempi.
La cosa però che mi lascia interdetto è il modo in cui si comunica con questo tipo di elettorato.
A Roma ci sono le buche? C’erano anche prima! Cioè della serie chi comanda comanda, le buche ci saranno sempre e quindi cosa pretendi da me. E giù applausi a tutti: a quelli che le buche non le attappano e a quelli che le hanno lasciate da attappare.
A Roma c’è la monnezza? Perché a Milano? Nessuno pensa alla monnezza sua ma spostano l’attenzione su quella degli altri. E giù applausi da tutti, ognuno per la sua quota di tifoseria.
Ma la cosa più esilarante l’ho sentita in una delle ultime dirette dal Parlamento da una deputata che parlava per dichiarazione di voto che, come è noto, dovrebbe consistere nello spiegare il perché uno vota a favore o contro un determinato provvedimento.
Niente di tutto questo tutto l’intervento si è risolto nello spiegare le nefandezze fatte dallo schieramento politico avverso negli anni precedenti.
Ormai la politica si sta riducendo ad un modo così ridicolo di ragionare dove l’uno taccia di ignoranza l’altro e l’altro taccia l’altro di essere idiota l’uno.
E così qualsiasi cosa si dice su un qualsiasi argomento la risposta classica è “e allora il PD”.
Un modo per determinare con facilità che pure che ho fatto una cosa male il mio avversario ha fatto peggio.
Soltanto che questa politica del meno peggio non ha futuro o meglio non hanno futuro coloro che non hanno ancora capito che un giorno tutto diventerà un gioco.
Qualcuno sul web ha iniziato, giustamente, a non prendere più la politica sul serio e sotto riporto alcune delle cose che ho trovato:

-Ti sei scordato pure il nostro anniversario!
– E allora il Pd?

– Pronto?
– Dica…
– Chiamo per una riparazione di appena una settimana fa.
– Ha chiamato per la fattura?
– No, no. Ma oggi il guasto s’è ripresentato: ho mezza casa allagata.
– Succede.
– Ma voi mi avevate assicurato che per un po’ stavo tranquilla
– E allora il Pd?

– Patente e libretto di circolazione, per favore
– Ho il libretto ma la patente l’ho scordata a casa.
– Ma lei sa che dovrebbe portarla sempre con sé, no?
– È allora il Pd?

– Mi perdoni…
– Sì?
– È un’ora che attendiamo il primo!
– E allora il Pd?

– Sono incinta, ora prenditi le tue responsabilità!
– E allora il Pd?

Quindi un consiglio da un signor nessuno a tutti i nostri parlamentari nessuno escluso:
fate con grande serietà il vostro lavoro. Chi governa lo faccia come l’Istituzione pretende, come chi fa l’opposizione lo faccia come si conviene a chi ha prima l’onere e poi l’onore di rappresentare quella parte che ha perso.
E per finire una annotazione forte ma che deve far riflettere il Potere.
Sono cambiati i tempi, sono cose che avverranno solo sulle piazze virtuali e non su quelle pavimentate, perché il popolo non è quello che esce da una guerra ma ricordate tutti che gli italiani che stavano a Piazza Venezia erano gli stessi di Piazzale Loreto.

Quindi la Juventus ha comprato Ronaldo! E allora il PD?

Furio Venarucci