tratto da Unione sarda (leggi articolo originale)
Non hanno nessuna intenzione di arrendersi: in attesa di un incontro con il ministro delle Politiche agricole e forti del sostegno della Regione, i soci del Consorzio sardo grano Cappelli, si preparano alla riunione con il loro competitor, quello che gli ha portato via la certificazione esclusiva delle sementi.
Il presidente della Sis (società italiana sementi di Bologna) Mauro Tonello, vicepresidente nazionale di Coldiretti, sarà nell’Isola mercoledì prossimo, nella sede del Consorzio, a Tuili.
La grande azienda emiliana si è aggiudicata in esclusiva per quindici anni la produzione e certificazione di questa varietà di frumento, “scippandola” ai coltivatori e produttori dell’Isola, che l’hanno avuta fino al 2016 grazie a un contratto con il Crea (Centro di ricerca per la cerealicoltura, vigilato dal governo).
“Siamo preoccupati, di fatto la Sis sta instaurando un monopolio sui semi e sul cibo”, sottolinea la presidente del Consorzio, Laura Accalai. “La Sis impone il prezzo della semente e il prezzo del grano da macina, su cifre spropositate che compromettono il suo utilizzo finale, in quanto si arriverebbe a costi sullo scaffale talmente alti che il consumatore si rifiuterebbe di comprare, quindi a priori le filiere stanno rifiutando questa ‘collaborazione’. Perché viene permesso di privatizzare una varietà che è libera?”.