Sassari. Vendite all’asta: ancora gli sciacalli all’opera ad Ozieri.

stop_sciacallaggio_generaleMancano pochi giorni per il secondo tentativo di immissione in possesso da parte dell’Ufficiale Giudiziario in una delle tante aziende agricole che, sotto lo schiaffo della crisi, vedono ipotecate le proprie terre e i propri possedimenti. La fine oramai la conosciamo; è quasi sempre la stessa: vengono vendute all’asta per pochi euro.

Stessa vicenda quindi, stessa sorte e anche stessa dinamica. Cambia solo l’ubicazione: oggi ci troviamo in Località San Nicola, frazione che dista circa 5 km dal centro di Ozieri, in provincia di Sassari, e quella venduta all’asta è un’azienda agricola grande 68 ettari il cui valore stimato è di 1 mln di euro venduta per soli 382.000 €.

A farne le spese è Franco Mesina, un agricoltore di 73 anni, che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro nei campi e che, ormai giunto alla vecchiaia, avrebbe voluto goderne i frutti entrando in società con altre due persone e lottizzando la sua terra per poi venderla a chi avrebbe voluto edificarla. La società si è pian piano sciolta, uno dei soci è deceduto e l’altro si è tolto lasciando solo Franco a fronteggiare a tutte le spese senza riuscire a vendere alcun chè.

Al centro di questi terreni si trova la sua casa e dietro di lui quella della figlia che, raggiunta telefonicamente, ci racconta questa triste storia iniziata dieci/ quindici anni fa.

La voce rotta dall’emozione tradisce l’amarezza di esserne venuta a conoscenza solo qualche giorno fa. Lei di tutta questa storia non ne ha mai saputo nulla. Il padre aveva tenuto per se il dolore e la paura.

La donna ci racconta quello che sa e di cui è venuta a conoscenza, stenta a credere che sia successo e ringrazia di aver acquistato la sua casa tempo addietro e aver diviso la proprietà altrimenti, adesso senza saperlo, si troverebbe anche lei nella stessa situazione.

La procedura oramai la conosciamo bene. Quando un bene viene pignorato, al proprietario viene notificato un decreto ingiuntivo dall’ufficiale giudiziario. Se il titolare dell’immobile manifesta la volontà di estinguere il debito si cercano tutte le soluzioni per evitare l’esecuzione, cioè la messa in vendita. Il bene passa sotto la custodia dell’Istituto di Vendita Giudiziaria (Ivg), che tiene i rapporti tra l’occupante e il giudice e si occupa di fare periziare lo stabile e pubblicizzarne la messa in vendita su siti di aste giudiziarie e sui giornali. È sempre l’Ufficiale Giudiziario ad accompagnare gli interessati a visionare l’immobile, i terreni e periziare quello che contengono, spesso scontrandosi con la resistenza dei proprietari per nulla contenti all’idea di offrire le proprie case e il lavoro di una vita a perfetti estranei. Ultimamente, tuttavia sempre più spesso, assistiamo a casi in cui chi acquista è quasi sempre un vicino o persone del luogo che conoscono i drammi delle famiglie e su ci speculano. A volte capita che dopo ripetuti solleciti a vuoto, il giudice autorizzi l’Ufficiale a rivolgersi a un fabbro, come è accaduto nel caso di Leonardo Conte, per entrare nelle proprietà. Ma sono casi eccezionali, di chi come Franco e la figlia sono pronti alla lotta e vogliono rivendicare diritti che anche un debitore deve avere e che oggi invece, viene considerato solamente carne da macello. La maggior parte dei debitori, infatti, alla fine si arrende e per non subire un’ulteriore umiliazione, sono essi stessi, a malincuore, ad aprire la porta ai nuovi acquirenti.

Le offerte. Chi è interessato all’acquisto di un bene pignorato deve presentare un’offerta qualche giorno prima della data fissata per l’asta. Le prime vanno quasi sempre deserte, si aspetta un ribasso sufficiente per assicurarsi l’affare. Come nel nostro caso, la cui proprietà è stata venduta alla terza/ quarta volta.

Solo per dare alcuni dati che evidenziano quanto numerosi siano gli sciacalli che lucrano sulla crisi possiamo dirvi che nel 2011, i nuovi procedimenti avviati dal tribunale di Sassari sono stati 391: di questi, 338 sono stati “esauriti” ossia venduti all’asta.

Il 28 Ottobre prossimo, per la seconda volta (la prima è stata il 14 c.m.) si tenterà, ancora una volta, di inibire l’accesso all’ufficiale giudiziario con accanto diverse organizzazioni come quelle dei Forconi, di Altragricoltura. Ci aspettiamo che il nuovo sciacallo torni su i suoi passi e accetti la proposta fatta da Franco: di riprendersi i soldi già investiti e sparire, cosa che per la verità è stata già proposta ma che ahimè non ha trovato terreno fertile.

In fondo, come sempre accade, per questi nuovi sciacalli è una questione di principio non di soldi!