Dalla crisi rurale si esce con più diritti e cambiando il modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo non con i trattari commerciali internazionali

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Firenze, 10 ottobre 2014 – Sede del Consiglio Regionale della Toscana

Invito alla stampa: Venerdi 10 ottobre alle ore 12 presso la sede del Consiglio Regionale della Toscana in Via Cavoru 4 nella saletta del Gruppo Consigliare di R.C.-C.I., Altragricoltura (con il suo coordinatore nazionale Gianni Fabbris e il Presidente dell’Associazione AltragricolturaBio, Maurizio Mazzariol) illustreranno la lettera appello alle istituzioni ed agli agricoltori contro l’Accordo di LIbero Commercio fra Europa e Stati Uniti, le iniziative per sostenerla e la campagna nazionale “Stop Sciacallaggio Sociale” con la mobilitazione indetta per novembre contro la crisi agricola.

Segue il comunicato di Altragricoltura Toscana
Com. stampa Altragricoltura Toscana – 9 ott. 2014
Due giorni di iniziative in Toscana che impegnano la rete di Altragricoltura. Questa sera, 9 ottobre 2014, a San Casciano (FI) si terrà l’incontro fondativo dell’Associazione Nazionale AltragricolturaBio come strumento della Rete e spazio in cui riorganizzare la capacità degli agricoltori biologici e biodinamici di rappresentare direttamente le loro istanze in una fase in cui la scommessa per riaprire un futuro degno nelle campagne italiane colpite da una profondissima crisi è affidata molto alla capacità di valorizzare il profilo specifico del patrimonio storico della nostra agricoltura e la sua capacità di costituirsi come collante delle comunità.
Specificità di un’agricoltura che si è costituita in millenni di lavoro nelle campagne italiane ma che esce stravolta e fortemente compromessa dall’impatto con i modelli della globalizzazione dei mercati imposti negli ultimi decenni e che hanno visto nei fatti impoverire le famiglie rurali ed accrescere la insicurezza alimentare e la crisi del comparto agricolo produttivo.
Modelli che, spesso, si sono imposti con la forma dei tratti commerciali (sperimentati ed applicati in agricoltura prima che negli altri settori economici e sociali) senza alcun controllo democratico e con la promessa che questi avrebbero portato stabilizzazione dei mercati e benessere economico per gli italiani e gli agricoltori ma, in realtà producendo trasformazioni fortemente negative per la capacità dei cittadini e degli agricoltori delle aree coinvolte.
E’ il caso, per esempio, del processo profondo che ha stravolto negli ultimi tre decenni il Mediterraneo con gli accordi commerciali bilaterali fra i Paesi Europei e quelli della sponda sud prima e dagli accordi commerciali e di quadro come i Green Corridor o il processo per la costruzione dell’Area di Libero Scambio; si è, così, messo in moto un processo che ha accentrato nelle mani dei grandi poteri finanziari e commerciali internazionali il controllo sugli scambi commerciali espropriando i cittadini, le comunità ed i Paesi dell’Area del diritto di assumere decisioni strategiche sul proprio modello di distribuzione, produzione e consumo.
Negli ultimi decenni, i Paesi del Maghreb o l’Egitto, hanno trasformato la loro economia agraria dalla produzione per l’autoconsumo verso la produzione per il mercato e l’esportazione (verso la domanda europea) ricostituendo il latifondo grazie agli investimenti dei capitali europei garantiti dai rapporti con le tecnocrazie autoritarie di quei paesi. Il risultato è stato l’impoverimento interno dei cittadini Maghrebini, la dipendenza della economia di quei Paesi nei nostri confronti e l’invasione dei nostri mercati di prodotti realizzati a costi impossibili per le nostre economie.
In realtà il processo messo in moto dall’Europa e dai suoi Paesi è quello di una grande operazione di dumping economico e sociale che ha messo in competizione economie sostenute da sistemi sociali storicamente diversi con un evidente vantaggio solo per quanti gestiscono il mercato che hanno, loro si, accumulato grandi vantaggi.
In Italia, che si è spesso candidata ad essere “una piattaforma commerciale nel Mediterraneo” questa dinamica ha favorito il processo di svuotamento della funzione storica produttiva del Paese per diventare un grande mercato di consumo con merci (alimentari e non solo) sempre più prodotte altrove e per rafforzare, anche attraverso la retorica del “Made in Italy”, la capacità delle lobbies di accumulare grandi vantaggi competitivi mentre chiudono le aziende produttive nazionali sempre meno necessarie. Come leggere altrimenti il dato ultimo per cui l’88% delle olive che si usano in Italia per produrre olio vengono dalla Spagna?
Ora con il progetto di realizzare il TTIP (Accordo commerciale trasnazionale fra Europa e America) si estende questo modello con la conseguenza, se dovesse passare, di “adeguare” i nostri standard produttivi e le misure di garanzia per i cittadini e il territorio a quelle degli Stati Uniti e del Nord America già “addomesticati” dalla azione aggressiva delle Multinazionali negli anni scorsi.
Contro questo rischio, che colpirebbe ancora una volta l’agricoltura ma estenderebbe i suoi effetti negati anche agli altri settori ed in particolare all’uso del territorio, alle risorse naturali ed ai servizi, Altragricoltura insieme ad una serie di altre associazioni rurali lancia una lettera appello alle istituzioni italiane ed agli operatori nelle aree rurali perchè venga rigettato l’accordo TTIP. Lettera ed appello che si inserisce nel quadro della campagna nazionale ed internazionale STOPTTIP e che vedrà fra l’11 Ottobre ed il 14 una serie di appuntamenti in tutta Italia.
Il pomeriggio del 10 ottobre Altragricoltura (con il suo coordinatore nazionale Gianni Fabbris e con Maurizio Mazzariol, responsabile Toscano e promotore della Associazione AltragricolturaBio) parteciperà all’incontro pubblico promosso in collaborazione con il Gruppo Consigliare Regionale di RC-CI e in quella sede presenterà l’appello agli agricoltori ed alle istituzioni.
All’incontro, organizzato per discutere complessivamente dei problemi aperti dal rischio dell’accordo TTIP con rappresentanti istituzionali, movimenti, associazioni, agricoltori e cittadini, parteciperanno (oltre i rappresentanti di Altragricoltura) Monica Sgherri (Capogruppo RC-CI al Consiglio Regionale della Toscana, l’Assessore Regionale all’Agricoltura della Toscana (Gianni Salvadori), Fausto Ferruzza (Legambiente), Alberto Zoratti (Fairwatch e coordinamentonazionale Campagna Stopttip).
L’incontro del pomeriggio sarà preceduto da una conferenza stampa di Altragricoltura alle ore 12 presso la saletta del Gruppo Consigliare di R.C.-C.I. (che ringraziamo per la disponibilità) che si terrà al termine di un incontro di lavoro con le associazioni e movimenti toscani.