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Il Comitato di sostegno ad Angela e Leonardo e per la difesa delle aziende in crisi nel metapontino rivolge un ulteriore appello a chi ha comprato all’asta: sospendi le procedure e discuti di un compromesso
Da domenica mattina Leonardo Conte inizia lo sciopero della fame che andrà avanti fino a quando non si aprirà il tavolo di confronto per trovare una soluzione concordata. Altragricoltura lo sostiene fino in fondo e prepara le ulteriori mosse per una soluzione positiva.
Stamattina, 19 luglio 2014, si è tenuta la Conferenza stampa a Policoro in cui Gianni Fabbris, Leonardo Conte ed Angela Ergastolo hanno fatto il punto della situazione sulla vertenza in difesa dell’azienda “Fior di salumi”.
Il fatto: l’azienda costruita dalla famiglia Conte era una delle più importanti aziende allevatrici e di trasformazione dell’Italia meridionale arrivando a far registrare un fatturato di oltre 10 miliardi di lire negli anni ’90 e diventando la più importante azienda biologica del Mezzogiorno.
Quella azienda è entrata in crisi come la quasi totalità delle aziende di quel tipo meridionali per le congiunture del mercato e il quadro delle scelte di politica agricola ma anche per effetto di una profonda ingiustizia contro cui Leonardo Conte ha sempre combattuto e che ha sempre denunciato: l’abbattimento senza alcun indennizzo dei capi per il sospetto di “afta epizootica” che si è poi rivelato infondato ma per cui non è stato pagato alcun risarcimento precipitando l’azienda in una profondissima crisi da cui non si è più risollevata.
Negli anni scorsi, grazie anche all’iniziativa del Soccorso Contadino, quella azienda è stata oggetto di un piano di rilancio e di fuoriuscita dalla crisi su cui si stanno avviando investimenti e progetti perché poss tornare ad essere un’azienda produttiva modello capace di produrre cibo e servizi di qualità nel quadro dei nuovi orientamenti di mercato.
Ad interrompere questo processo è però intervenuto l’evento traumatico della vendita all’asta per cui un vicino di terreno (che dunque conosceva e conosce bene la condizione di Leonardo e Angela ed il fatto che stanno in tutti i modi lavorando alla messa in sicurezza ed al rilancio dell’azienda) ha comprato per 80.000 euro un valore di almeno seicentomila euro.
Non essendo riusciti per motivi “tecnici” ad evitare la vendita, Altragricoltura, che non ha mai contestato gli aspetti formali della vendita avvenuta all’interno delle procedure di legge (su cui comunque avremmo molto da criticare per come sono consentite) fin dal primo momento ha posto un problema in termini chiari: “Se è criticabile ma comunque legalmente lecito e comprensibile il fatto che qualcuno compri all’asta quando l’azienda è morta o cessata cercando di far fruttare al meglio i propri soldi non è moralmente accettabile il fatto che questo avvenga quando i beni sono oggetto dello strenuo tentativo di risanamento, rilancio e difesa di chi non solo non li ha abbandonati ma sta provando a risolvere i problemi”.
E’ il caso dell’Azienda Conte che è stata comprata all’asta da chi sapeva bene la sua situazione e conosceva gli sforzi di Leonardo e Angela. E’, questo, per Altragricoltura un atto immorale intollerabile in una comunità, su cui fin dal primo momento con molte pubbliche iniziative alla presenza di ogni autorità (compreso il viceprefetto invitato nella sala Consigliare di Policoro) è stato chiesto un ripensamento che poteva scongiurare una lesione, una frattura alla convivenza civile e pacifica.
Diverse sono le ipotesi possibili; fra queste, per esempio, quelle di recuperare i soldi investiti da chi ha fatto l’offerta oppure quella di mettere le risorse investite a capitale nella società cooperativa già costituita per il rilancio dell’azienda e che è pronta agli investimenti per fare di quel luogo un’azienda modello di Agricoltura Sociale, Allevamento e trasformazione biologica, servizi agrituristici e di ristorazione al territorio.
Perchè questo possa accadere, però, occorre la disponibilità e la volontà di trovare un compromesso che tuteli tutti e, così, sembrava stesse avvenendo quando l’ultima volta che l’Ufficiale Giudiziario aveva cercato di entrare in azienda, si era sospesa la procedura con un verbale in cui le parti, prendendo atto che il Sindaco di Tursi aveva convocato un Tavolo di Compromesso, si impegnavano ad incontrarsi.
Quel tavolo, però, non si è mai tenuto per le pretestuose motivazioni di chi ha comprato che, evidentemente, dopo aver dato la parola della disponibilità all’incontro in realtà continua ancora a pensare di poter incassare l’affare a facile prezzo senza dover rendere conto e senza voler fare un passo indietro.
Ieri pomeriggio Gianni Fabbris era andato in Questura a Matera per rappresentare la gravità nel Metapontino delle tante aziende in crisi e il fatto che per queste crisi servono soluzioni istituzionali, politiche e comunque concordate fra le parti. Fabbris ha sottolineato ai rappresentanti delle forze dell’ordine che l’azione condotta in questi anni da Altragricoltura sul territorio si è sempre sforzata di ricercare e trovare delle soluzioni di compromesso e negoziate e che questo ha tenuto per molti aperta la speranza. “Se questa azione dovesse fallire, se dovesse venire meno la funzione della mediazione sindacale tutto diventerebbe un problema di ordine pubblico” ha argomentato Fabbris aggiungendo che “i problemi non sarebbero solo per il tentativo di entrare nell’azienda Conte che noi siamo determinati ad impedire assumendocene la responsabilità ma, soprattutto, per le tante altre situazioni di aste aperte che, non avendo prospettive di soluzioni, lascerebbe il campo alla reazione di quanti non sono disposti ad essere semplicemente agnelli sacrificali della crisi ed a perdere il lavoro di una vita”.
Nella conferenza stampa di oggi, dunque, Fabbris ha rivolto direttamente un appello a chi ha comprato: “Sospendi di tua iniziativa la procedura in corso, evita che lunedì l’Ufficiale Giudiziario sia chiamato ad ulteriori passi formali e siediti al tavolo di confronto per trovare un compromesso e rilanciare l’azienda o metteti in condizione di recuperare l’investimento”. Per Altragricoltura e il Comitato di Sostegno ad Angela e Leonardo sarebbe questo un gesto importante di disponibilità che consentirebbe una discussione positiva ma se questo non ci sarà, l’atteggiamento avuto fin’ora cambierebbe. Il Comitato di Sostegno ha discusso ed ha pronta una campagna nazionale dal titolo: TOGLIAMO ANGELA E LEONARDO DALLE GRINFIE DEGLI SCIACALLI, che, evidentemente, avrebbe l’obiettivo (fin qui non praticato per ricercare al contrario una soluzione concordata) di fare in modo che su questa vicenda si apra la più grande attenzione dell’opinione pubblica nazionale cui verrà chiesto se “Trovate morale che il vostro vicino di casa approfitti dei vostri guai comprando all’asta i vostri beni mentre voi cercate di uscire dalla crisi?”.
Nel frattempo il Comitato, con l’obiettivo di tentare fino in fondo la via della mediazione e del compromesso, annuncia il sostegno attivo ad una importante ed impegnativa iniziativa che la la famiglia Conte sta per assumere.
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A Leonardo ed Angela anche in questo caso non andrà solo la solidarietà ma, anche, l’impegno attivo per cui, nel frattempo, metteremo in campo tutta una serie di iniziative per chiamare la comunità di Policoro e del Metapontino a rispondere al quesito “Siamo davvero disposti ad accettare che un abitante del territorio che ha qualche disponibilità economica possa approfittare della difficoltà del suo vicino e comprare all’asta il lavoro di una vita mentre i suoi confinanti sono impegnati nell’azione di rilancio e risanamento?”.
Domattina, in occasione dell’avvio del presidio in sostegno dello sciopero della fame di Leonardo Conte alle ore 12, sarà diffuso l’agenda delle iniziative per lunedi mattina in attesa di sapere se l’appuntamento con l’Ufficiale Giudiziario sarà sospeso o meno. Se non lo sarà ci troveremo tutti alle ore 13 all’Azienda Conte per preparare il Caffè per gli ospiti.
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