TJ. 11 ottobre 2013. Il Comitato ricomincia. Ecco la relazione conclusiva.

SERRAMARINA. – L’assemblea congiunta dei cittadini alluvionati di Basilicata e Puglia tenutasi l’11 Ottobre 2013 è iniziata alle 18:30.
L’apertura è dedicata, con 1 minuto di silenzio, ai quattro giovani che hanno trovato la morte tra il 7 e l’8 ottobre scorso. Una tragedia che, ahimè, avevamo già ampiamente annunciato nel novembre del 2011, quando realizzammo l’Alluvione Tour.
Durante quell’iniziativa, indicammo 5 punti dove, se non si fosse intervenuto subito mettendo in sicurezza il territorio, avremmo pianto la perdita di vite umane.
E’ stato ricordato come a pochi giorni dal 50° anniversario del disastro del Vajont, infatti, non abbiamo ancora imparato la lezione.
Abbiamo invitato i cittadini a non dividersi in questi momenti che sono altamente delicati e cruciali con stupide affermazioni individualistiche del tipo “il mio danno è peggio del tuo” ma a fare fronte comune contro una tragedia di questo tipo perchè questo è l’atteggiamento che ci si aspetta da una comunità pensante di cittadini che ha diritto a risposte che le Istituzioni sono obbligate a dare.
Chiediamo a gran voce e in primis, un territorio tutelato: “mai più resterà impunita la responsabilità di chi non ha voluto capire e non ha voluto vedere.
Abbiamo evidenziato che i danni verificatisi a causa di questa nuova tragedia sono diversi da quelli dall’alluvione precedente. Nel 2011, infatti, l’ondata di piena si verificò a monte, obbligando la diga a rilasciare 900 metri cubi al secondo di acqua, ingrossando i fiumi e rompendo gli argini. Lunedì scorso invece, i fiumi si sono gonfiati perchè pioveva a valle rilasciando in poco più di 6 ore 180 mm di pioggia, quantità che cade in 6 mesi.
In tutto questo il Consorzio di Bonifica dovrà rispondere dell’ennesimo annunciatissimo disastro.  
Abbiamo ricordato, infatti, che più di due anni fa quando ci fu l’alluvione che colpì i nostri territori e accusammo il Consorzio di Bradano e Metaponto di una cattiva gestione e manutenzione dei canali ci fu risposto che quei canali non potevano essere in grado di gestire un’onda di piena causata a monte ma, che la loro funzionalità era per far defluire le acque in una situazione di piena prodotta da una pioggia a valle. Ebbene anche questa volta si è dimostrata vana e aleatoria la tesi del Consorzio, un ente che dovrebbe tutelare i nostri territori e provvedere a una loro manutenzione ordinaria.
E’ stato necessario ricordare, inoltre, che dall’alluvione del 2011 erano stati destinati al Consorzio 1,6 mln di euro per ristorare le aziende alluvionate. Risorse che a tutto sono servite tranne che a quella destinazione d’uso e portando, per giunta, l’ente ad aumentare il pagamento del canone irriguo di 150 euro  per ettaro; azione sospesa grazie all’intervento mediante ricorso al TAR di una cinquantina di nostri agricoltori. 
“Oggi è il tempo della solidarietà, del soccorso e del lutto”, ha detto Gianni Fabbris, portavoce del Comitato, “domani dovrà essere  quello di organizzare la risposta più organizzata possibile delle comunità Joniche colpite nei beni e negli affetti che deve obbligatorialmente portare a risultati“.
Abbiamo evidenziato la necessità di dare risposte e questo che non preclude la ripresa della mobilitazione non solo per chiedere che sia evasa ogni situazione in pendenza per l’alluvione del 2011, ma che siano disposte risorse immediate per gestire la nuova emergenza.
I nostri agricoltori già colpiti dalla scorsa alluvione, infatti, sono non solo in ginocchio un’altra volta ma di più: hanno perso ogni forma di reddito. Questa volta non siamo nel mese di marzo quando il prodotto è già stato raccolto ma in un periodo dell’anno durante il quale il prodotto è ancora sulla pianta. Lo stesso per chi ha cercato riconvertire la produzione ad orticole “da dovunque vada l’acqua”, dice Gianni Fabbris, “i carciofi, le lattughe, qualsiasi cosa, è andata persa”
Oggi non solo il mondo rurale è in ginocchio ma anche i centri abitati. Questo dimostra come l’alluvione non bussa alle porte per chiedere come, dove e quando entrare, e che tutti i cittadini devono contribuire con tutte le loro forze ad attivare la solidarietà e a pretendere un territorio che sia tutelato e sicuro sempre.
Per ripartire quindi abbiamo proposto di rafforzare l’iniziativa attraverso il coinvolgimento di tutta la società civile e richiedendo con forza opere e investimenti in direzione della messa in sicurezza dei territori, spendendo anche quelle misure stanziate per l’alluvione del 2011 e mai destinate dal Governo nazionale. 
Nel 2011 i danni certificati dai Presidenti preposti dalle due OPCM furono certificati, ad esempio per la Basilicata, di 330 mln di euro. Di questi solo 12 mln furono destinati di cui esigui 4 mln spesi per appalti di ristrutturazione destinati agli argini. 
E’ possibile a questo punto comprendere quando inutile possa apparire l’intervento su una tale ampiezza di devastazione.
“Ci vogliono soldi immediati, supporto economico per non saltare.”
E’ necessario che il Governo Nazionale dichiari lo stato d’emergenza ed emetta l’ordinanza mediante il Presidente del Consiglio dei Ministri (l’OPCM) per poter individuare nei territori interlocutori validi che definiscano con certezza il danno subito e destinino risorse. Così come è necessario che anche le Regioni facciano la loro parte.
Per la Basilicata, sappiamo che sono presenti 550 mln euro provenienti dalle royalties del petrolio, bloccati per il patto di stabilità, ma che possono essere svincolati in caso di calamità naturale. Anche per la Puglia incominceremo da subito gli accertamenti per studiare il capitolo di bilancio e capire le somme che possono essere destinate.
Chiediamo da subito, quindi, un coordinamento con Comuni e Provincie e tavoli con le controparti nella persona dei due assessori all’agricoltura di Basilicata e Puglia.

Quindi, riassumendo, queste le proposte del Comitato per la Difesa delle TerreJoniche:
– che venga inviato un messaggio di solidarietà alle famiglie delle vittime invitando chi ha bisogno di rivolgersi a noi per un immediato ristoro. Saranno pubblicati nei prossimi giorni i contatti del Comitato a cui rivolersi;
– si dichiari lo stato di mobilitazione dei cittadini di questo territorio che hanno subito l’ennesima alluvione con una serie di iniziative che verranno prodotte nei comuni direttamente colpiti;
– si invii un telegramma congiunto agli Assessori di Basilicata e Puglia per chiedere un tavolo;
– venga richiesto ai parlamentari lucani e pugliesi l’impegno affinchè il governo nazionale approvi da subito l’OPCM senza aspettare nuovamente 12 mesi!;
– venga chiesto alle Provincie e alle Regioni dei nostri territori di mettere risorse per un immediato ristoro alle famiglie colpite, alle attività economiche e alla messa in sicurezza del territorio;
– che le due Regioni concludano una volta per tutte i provvedimenti in pendenza del 2011;
– su intervento conclusivo di Mimmo Prencipe, uno degli agricoltori colpiti, il Comitato TerreJoniche chiede l’intervento di tecnici volontari per effettuare sopraluoghi e accertare i danni;
– si decida di riconvocare al più presto l’assemblea.


L’assemblea congiunta su decisione unanime avalla le proposte avanzate dal Comitato e si scioglie alle ore 19:30.