tratto da Ansa (leggi articolo originale)
In Italia sono 20 i miliardi di metri cubi d’acqua annualmente utilizzati in agricoltura per la produzione di cibo e l’Italia è tra i Paesi europei che maggiormente fanno ricorso all’irrigazione. A rilasciare il dato è l’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi).
L’Italia è infatti “seconda in termini di superficie irrigata solo alla Spagna e quarta in termini di incidenza della superficie irrigata sulla S.a.u. (Superficie agricola utile) dopo Malta, Cipro e Grecia”. Gli esperti fanno presente inoltre che l’agricoltura nella penisola “costituisce un settore importante, in quanto il valore della produzione agroalimentare risulta di circa 270 miliardi di euro, l’export vale circa 45 miliardi, di cui l’85% è irriguo. Gli occupati sono 3.300.000”. L’associazione cita inoltre un’analisi svolta con l’Università di Trieste che stima il valore dell’irrigazione a partire dall’effetto prodotto sul valore dei suoli agrari, “considerando una relazione statisticamente significativa fra il Valore agricolo medio (Vam) di una coltura e la possibilità di irrigarla”. Dallo studio emerge che delle colture economicamente più importanti (seminativo, frutteto, orto, prato) il Vam si aggira sui 40.000 euro ad ettaro, con un massimo al Nord (52.000 euro/ha) ed il minimo al Centro (20.000 euro/ha). Inoltre l’irrigazione “condiziona in modo significativo il valore, introducendo una differenza fra irriguo e non irriguo pari a 13.500 euro/ha”. La differenza, in termini percentuali, è più elevata al Centro-Sud (60-80%) rispetto al Nord (39%) a causa delle differenze climatiche. (ANSA).