tratto dal blog Braccia sottratte all’agricoltura a cura di Gianni Fabbris
Sono le 13 del 30 settembre, sono a Crotone dopo aver finito un bell’incontro con bella gente. Ho apena letto della condanna inflitta in primo grado a Mimmo Lucano ed ho sentito persone che erano in udienza stamattina. Una provocazione al buon senso, un segnale pericoloso per questo paese, una sentenza che (per quanto solo in primo grado) mette una seria ipoteca sulle iniziative che la società civile conduce quotidianamente per l’integrazione e la solidarietà. Tredici anni e due mesi ad un sindaco che ha messo in campo la pratica della solidarietà e dell’integrazione. Ieri sera ero da Mimmo Lucano a Riace. A Riace ho incontrato altri (pochi per la verità, lo dico interrogandomi sul perché con qualche inquietudine), altri amici impegnati nel cammino per difendere la terra (Lucio Cavazzoni …. Maurizio Agostino), c’era Padre Alezx Zanotelli arrivato per stare vicino a Mimmo in un momento così delicato. Sono andato via da Riace colpito dal clima che si respirava …. un clima di preoccupazione e la sofferenza palpabile di un uomo (Mimmo) trasparente che continua a non farsi una ragione del come sia possibile un’attacco cosi infamante alla sua persona dopo una vita passata in nome dell’impegno per il prossimo. Prima di andare via ho detto quello che pensavo: “Non so cosa accadrà domani ma anche se troveranno il modo di condannarti per qualcosa perché sono andati troppo oltre con le accuse e la macchinazione orchestrata, alla fine del percorso vincerai/vinceremo senza alcun dubbio per il semplice motivo che prevarrà la verità”. Mimmo ha avuto uno scatto di indignazione come solo un uomo con la coscienza a posto può fare: “Condannarmi? E perché?”.Non potevo sapere quanto sarebbe stato dura la sentenza di oggi ma in fondo è andata cosi: “Sono andati troppo oltre e non potevano rimangiarsi tutto fin da subito” … soprattutto non potevano farlo mentre si sta sviluppando la Campagna Elettorale.In fondo il clima politico in cui si è determinata l’accusa non è mutato. I protagonisti che hanno invocato la galera per Mimmo, sono ancora in campo, occupano ruoli e funzioni di potere preciso e continuano a perseguire l’obiettivo di smantellare qualsiasi approccio solidale per affermare un modello di Paese antipopolare. Pensavo che avrebbero cercato e trovato una possibile condanna per qualche reato amministrativo (di quelli che tutti i sindaci rischiano di compiere tutti i giorni) ma non mi aspettavo un esito cosi duro: 13 anni e due mesi di prigione. Associazione a delinquere continuata … ovvero la formalizzazione di una accusa assurda: “Lucano ha operato non per solidarietà ma per trarne un tornaconto personale, per interesse politico/elettorale”……. Chiedo a me stesso ed a tutti solo la risposta ad una domanda: “Come potranno i tanti e le tante che ogni giorni sviluppano pratiche di integrazione e solidarietà constinuare a farlo con la paura di essere accusati di farlo per tornaconto personale? E, se questa dovesse essere la sentenza confermata dai diversi gradi di giudizio, chi in Italia operarà più la solidarietà e si batterà attivamente per la giustizia, la democrazia e l’integrazione?”Di fronte ad una vera provocazione, adesso non è più il tempo dei distinguo, dei tatticismi, dei posizionamenti di convenienza (ho l’impressione francamente che ve ne siano troppi) e, al contrario, serve mettere in campo il massimo dello sforzo per pretendere “Verità e Giustizia, ricostruendo l’Onorabilità di un uomo votato all’impegno sociale e le ragioni di esperienzae di democrazia e integrazione come quelle di Riace”.Serve uno scatto in avanti e serve un grande impegno collettivo che sappia rivendicare con forza le ragioni di quanti in questo Paese si battono per la giustizia sociale.Serve non lasciare solo Mimmo a portare la croce per tutti noi. Perché non basta la “solidarietà” serve una iniziativa concreta che dimostri la forza di una esperienza sociale, civile e politica di cui Mimmo è solo una espressione ma che si nutre del protagonismo di tante e tanti. Io lo so bene. So bene cosa si prova in quelle condizioni. Cinque anni fa fui messo agli arresti (domiciliari ma pur sempore arresti) accusato di “Rapina aggravata. Estorsione Aggravata .. e altre amenità del genere per cui potevo prendermi una condanna a trent’anni”) per la mia attività sindacale ……. So bene l’angoscia, e la condizione in cui precipiti e da cui esci solo se ti senti parte di un processo collettivo e condiviso. Cosi fu per me e per gli altri 14 contadini impegnati a difendere le aziende vendute all’asta. Vincemmo insieme.Ieri sera, mentre andavo via da Riace, Alex Zanotelli diceva “Mi raccomando venite qui a dare una mano, questa realtà va rafforzata”. Così dovrà essere e non solo perché l’uomo Mimmo Lucano merità il sostegno di tutti e tutte ma, anche, perché l’attacco a lui è, con ogni evidenza, uno spudorato e vergognoso attacco alla democrazia ed a tutti/e noi.Fra qualche ora terrò un incontro a Crotone con i pescatori, i cittadini e gli agricoltori …… non potrò che ripartire da questo impegno: lavoreremo per contribuire a sviluppare la più ampia, popolare ed efficace azione di difesa dell’esperienza di Mimmo Lucano e della sua utopia di un mondo giusto e una società solidale.