Due anni di pandemia e ora la guerra. Difficile pensare che ci siano problematiche maggiori o che altre di pari livello possano essere raccontate. In un contesto simile e, a pochi giorni dalla giornata dedicata al paesaggio, ci troviamo a raccontare l’ennesima iniziativa importante di resistenza contro lo stravolgimento di territori che rende non facile la vita di intere comunità che continuano a lottare contro decisioni, spesso e volentieri prese dall’alto, senza il coinvolgimento di amministratori e cittadini comuni.
A farlo dai microfoni di Iafue PerlaTerra, sono stati i protagonisti di questa mattina: Emanuele Piani, sindaco di San Godenzo, Marina Carli rappresentate del Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano, Piera Bellabio esponente di Italia Nostra, Marzio Politi agricoltore; dall’Alta Irpinia Michele Sollazzo e Peppino Pelullo, agricoltori e ambientalisti, e infine, Gianni Fabbris, portavoce dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare.
Quello che ne è emerso è un territorio su cui si perpetuano scelte scellerate.
Stiamo parlando del Mugello, il granaio di Firenze o meglio conosciuto come granaio De’ Medici, interessato dalla realizzazione di sette aereogeneratori destinati a produrre 80 milioni di kWh all’anno, fornendo energia a 100.000 persone. Un nuovo e mega impianto eolico insomma, come ce ne sono in tutte le regioni italiane, e contro il quale diverse voci si sono sollevate dalle Sovrintendenze di Firenze e delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, a diversi associazioni e comitati (Italia Nostra Firenze, Club Alpino Italiano – Regione Toscana, Associazione Italiana per la Wilderness, Comitato per la tutela del crinale mugellano, Associazione Dicomanocheverrà, Associazione MugelloinMovimento, Associazione Atto primo Salute Ambiente Cultura, Associazione Movimento per la Terra, Comitato Liberi Pensatori a difesa della Natura, Rete Toscana a Difesa del Verde Pubblico) che, oggi hanno organizzato una giornata di protesta.
Dalle immagini che scorrevano in studio, mostrando i luoghi in cui dovrebbe sorgere l’impianto, non è stato difficile immaginare quanto quel paesaggio sia caratterizzato da biodiversità e integrità ambientale. Un panorama da mozzare il fiato unito a fragilità dell’ecosistema che lo caratterizza; immagini a cui non è stato difficile accostare quello che sarà se, a fare da contro altare è il luogo più invaso di pale eoliche presente in Italia: il monte Vulture, confine tra l’Alta Irpinia e la Lucania, le cui testimonianze di Peppino Pelullo e Michele Sollazzo sono servite a farci la fotografia chiara di quanto sta accadendo in territori dove i valori economici in ballo e i ritorni alla popolazione siano praticamente nulli.
Quello che va in scena quindi, sempre più di frequente, è un’idea distorta di gestione di Transizione energetica che anzicchè essere un’occasione, ci consegna alla speculazione, all’interesse, all’aggressione industriale, alla privatizzazione delle risorse e al saccheggio indiscriminato di territori .
Il sindaco di San Godenzo, Emanuele Piani, e tutti gli altri intervenuti, hanno sottolineato infatti che i fatti in gioco sono tanti e non c’è solo il tema energia, c’è l’agricoltura, c’è il turismo, c’è la cultura.
Ecco che vi lasciamo quindi a tre riflessioni emerse anche dall’analisi di Gianni Fabbris ossia:
- La necessità di una valutazione equilibrata e chiedersi dove si potrà produrre cibo se i territori sono sempre più utilizzati in maniera distorta;
- il rischio che si imponga l’improponibile durante ogni emergenza manifesta;
- cosa sono e cosa diventeranno le aree rurali tenendo conto che nel prossimo futuro 3/4 della popolazione vivrà nelle città in maniera sempre più complessa e invivibile e solo il restante nelle campagne?
come dice qualcuno…ragioniamoci sopra!
Per rivedere la puntata del 19 marzo 2022:
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