Più volte nei giorni scorsi, Radio Iafue aveva dato conto del dibattito aperto con la nomina del nuovo Ministro all’Agricoltura, Patuanelli. Fin dalle prime ore della sua nomina, Gianni Fabbris durante la rubrica che conduce la mattina su Iafue, “Lo Spaventapasseri”, aveva espresso un giudizio chiaro: “Il problema non è se il ministro sia un tecnico o meno. Il problema è capire quanto saprà essere autonomo dalle tante pressioni che vengono esercitate sul Ministero da quanti hanno condotto e continuano a tenere l’agroalimentare italiano in una crisi insopportabile”.
Sulla vicenda ieri è intevenuta Liberi Agricoltori con una lettera al Ministro a firma di Iacopo becherini.
Iacopo Becherini è un agricoltore toscano titolare a Manciano (Grosseto) dell’azienda vitivinicola Chimera d’Albegna, che si estende su 30 ettari nel cuore della Maremma, dove produce vini DOC.
E’, anche, presidente nazionale di LiberiAgricoltori, l’organizzazione sindacale di rappresentanza delle aziende agricole e zootecniche che negli ultimi anni va consolidando il ruolo e la funzione per cui è nata: quella di costruire uno spazio libero per quegli agricoltori che fanno della scelta dell’autonomia e dell’indipendenza una ragione fondamentale per continuare a svolgere le attività d’impresa.
LiberiAgricoltori, che alla sua ultima assemblea nazionale ha scelto di assumere la Sovranità Alimentare come base per rilanciare il progetto di Riforma dell’agricoltura italiana, si rivolge direttamente al nuovo Ministro dell’Agricoltura auspicando che sul suo tavolo ci sia “un foglio bianco” su cui scrivere il futuro delle scelte da compiere.
Riportiamo integralmente la lettera a firma di Iacopo Becherini.
Gentile Ministro,
contrariamente ai più, che avrebbero preferito un Ministro “agricolo”, LiberiAgricoltori vede nella Sua nomina una occasione da non perdere.
L’agricoltura che si trova davanti è disastrata e senza un futuro certo, vittima di una burocrazia inetta sempre più prepotente ed invasiva. Una agricoltura sempre più soggetta alla collusione tra sindacato e politica e, per questo, qualunque addetto ai lavori sarebbe stato, all’atto della nomina, già prigioniero del sistema che ci ha portato dove siamo oggi.
Alle aziende agricole italiane serve invece un Ministro che abbia sulla scrivania un foglio bianco su cui riprogettare il futuro agricolo di questo Paese e che sappia ritrovare un’agricoltura capace di tornare ad essere un volano di sviluppo importante.
Le note vicende legate alla Convenzione Agea, che elimina le libere professioni dalla gestione dei Centri di Assistenza Agricola, rendendo il sistema adottato da Coldiretti il sistema obbligatorio per tutti, e la creazione di un Albo Nazionale degli Operatori CAA che esclude i liberi professionisti e conferisce un titolo “tecnico” preso alla scuola sindacale, sono solo due esempi di come abbiano funzionato le cose in agricoltura recentemente.
Così come il disegno di legge sull’agricoltura biologica, recentemente approvato dalla Commissione Agricoltura del Senato, da l’esatta misura della concentrazione di potere che si sta preparando nel sistema agricolo italiano.
Come LiberiAgricoltori siamo nelle filiere ministeriali, ma abbiamo l’enorme difetto di dire quello che pensiamo, sempre. Sta a Lei scegliere se e come trarre beneficio dal nostro lavoro.
RingraziandoLa fin da ora per l’attenzione che vorrà riservare alle nostre aziende e a tutto il mondo agricolo italiano, colgo l’occasione per inviare, da agricoltore, i miei migliori auguri di buon lavoro.
Il Presidente – (Iacopo Becherini)