ALTRAGRICOLTURA – alleanza per la sovranità alimentare
com. stampa – 16.7.20
DUE GIORNI DI SCIOPERO ALLA ROVESCIA
PREPARANDO L’AUTUNNO NELLE CAMPAGNE
Il 2 febbraio del 1956 Danilo Dolci veniva arrestato mentre guidava un gruppo di braccianti a lavorare nella Trazzera vecchia, una strada nei pressi di Partinico abbandonata all’incuria. Al commissario di polizia che era intervenuto per interrompere quello “Sciopero alla rovescia”, come venne chiamato, Dolci rispose che il lavoro non è solo un diritto, ma per l’articolo 4 della Costituzione un dovere.
A sostegno di Danilo Dolci, grande figura di educatore della nonviolenza e militante sindacale, scese in campo una grande iniziativa nazionale e internazionale di cittadini, intellettuali, uomini e donne delle campagne e delle città e si aprì un dibattito ricchissimo che (ancora una volta muovendo le coscienze dalle aree rurali di questo Paese) fece avanzare la consapevolezza civile e la democrazia.Il grande giurista Pietro Calamandrei, sostenne: “… cosa sono le leggi se non esse stesse delle correnti di pensiero? Se non fossero questo non sarebbero che carta morta….. E invece le leggi sono vive perché dentro queste formule bisogna far circolare il pensiero del nostro tempo, lasciarci entrare l’aria che respiriamo, metterci dentro i nostri propositi, le nostre speranze, il nostro sangue, il nostro pianto. Altrimenti, le leggi non restano che formule vuote, pregevoli giochi da legulei; affinché diventino sante esse vanno riempite con la nostra volontà”
“Il nostro Paese” sostiene Gianni Fabbris presidente di Altragricoltura “è di nuovo di fronte ad un bivio. Di fronte alla crisi aperta dall’impatto della pandemia del Covid19, dobbiamo scegliere se tornare al modello della crisi fondato su un agroalimentare come business speculativo sul mercato che considera la terra e il cibo come merce senza valore sociale o se, al contrario, cambiare pagina. Cresce sempre di più la consapevolezza di quanto strategiche siano le scelte sul cibo, l’ambiente, l’alimentazione e l’uso del territorio e di quanto sia necessario un cambiamento profondo di passo nelle scelte sociali, economiche e istituzionali che ci hanno portato in una profonda crisi nelle nostre aree rurali. Mentre il “Made in Italy” diventa sempre più un cartello di marchi speculativi utili ai nuovi padroni delle filiere del cibo industriale, le nostre campagne si svuotano, le aziende agricole continuano ad essere in crisi, avanza lo svuotamento dei diritti del lavoro e l’insicurezza alimentare. Di fronte a questa consapevolezza crescente fra i cittadini serve un salto nella capacità di considerare la funzione sociale dell’agricoltura, del cibo buono e giusto come diritto, del metodo agroecologico nell’uso e gestione del territorio e dei beni comuni. Serve una nuova stagione di scelte che favoriscano e sostengano questa consapevolezza e domanda crescente di cambiamento”
Oggi, a settanta anni di distanza, torna lo sciopero alla rovescia nelle campagne italiane come strumento per affermare una legalità fondata sui valori costituzionali e non sugli interessi speculativi che si nascondono dietro una legalità formale costruita spesso dall’azione delle lobbies per coprire e facilitare i propri interessi. Torna con tre prime iniziative che, mentre pongono concretamente obiettivi legati all’uso delle terre pubbliche e all’inserimento dei giovani agricoltori nel lavoro della terra, preparano una più ampia campagna in autunno per la Riforma Agraria Popolare e Partecipata che punta a coinvolgere i cittadini facendoli esprimere sul modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo in modo da orientare al cambiamento le scelte delle Istituzioni e della Politica.
In particolare le tre iniziative si svolgono nelle campagne di Roma presso la Tenuta di Castel di Guido, in quelle di Vittoria in Sicilia e in Puglia presso il Consiglio Regionale fra il 17 e il 18 luglio e preparano più ampie azioni in preparazione per l’autunno.
A tema della due giorni il diritto alla terra, l’uso sociale del patrimonio di terre pubbliche e il diritto dei nuovi agricoltori di lavorarle sostenuti da misure che ne favoriscano l’uso agroecologico e l’orientamento alla produzione di un cibo giusto.
A Roma.
A Roma il Coordinamento Roma Agricola (formato da realtà sociali, cooperative agricole e associazioni attive da tempo sul territorio riunite in una rete che pone il tema dell’uso socialmente condiviso del grande patrimonio di terre dell’agro romano) compie una giornata di Sciopero alla Rovescia nella Tenuta di Castel di Guido, grande azienda pubblica in stato di degrado e di sostanziale abbandono. Due giorni di “Sciopero alla Rovescia” in azienda, di socialità, di incontri e di dibattiti per preparare ulteriormente le iniziative.
Roma Agricola chiede che l’azienda non sia smembrata e messa sul mercato semplicemente per fare cassa ma, al contrario, venga favorito un piano organico e complessivo di uso sociale del territorio e di rilancio produttivo stimolando progetti per l’inserimento e la gestione di giovani e nuovi agricoltori che garantiscano col proprio lavoro e il proprio impegno, il profilo di una gestione dell’azienda in linea con la domanda di produzione di un cibo giusto e di tutela del territorio.
In Sicilia
A Vittoria, un coordinamento di associazione e realtà sociali prenderà possesso di un terreno pubblico abbandonato e incolto nei pressi della Città (Parco Serra San Bartolo).
Obiettivo è quello di impiantarvi una attività agricola con giovani agricoltori organizzati in una Cooperativa Agricola promossa dall’Associazione Cento Passi Ancora chiedendone l’uso e proponendo alla Regione l’apertura di un percorso di sostegno per facilitare l’attività dei giovani. Nella prima giornata di “sciopero alla rovescia”, in particolare, verrà delimitata una prima area in cui saranno installati degli “Orti Sociali Urbani” con l’obiettivo di assegnarli all’uso dei cittadini di Vittoria che potranno svolgervi attività di gestione diretta diventando essi stessi “soci cittadini della cooperativa agricola” ed affiancando il lavoro dei giovani in una proposta che punta a produrre nuova economia fondata sulla produzione/distribuzione”consumo di cibo giusto ed etico.
In Puglia.
Mentre sono in corso le iniziative di preparazione per l’autunno di “occupazioni” in Puglia e Basilicata, il 17 luglio alle ore 12, una delegazione di alcune delle realtà impegnate nella campagna (Altragricoltura, Movimento Riscatto e LiberiAgricoltori), incontra a Bari il presidente del Consiglio Regionale di Puglia e una delegazione di consiglieri regionali.
A loro verrà consegnato il documento di proposte a base della giornata di mobilitazione che si pone tre obiettivi concreti:
– un piano organico per favorire il diritto alla terra
– un piano per l’uso delle terre pubbliche orientato a valorizzare la funzione sociale dell’agricoltura
– una iniziativa forte che favorisca l’inserimento di giovani disoccupati al lavoro della terra promuovendo progetti orientati alla tutela del territorio ed alla produzione di cibo giusto
Obiettivi comune della due giorni
Obiettivi generali della due giorni di sciopero alla rovescia sono quelli di sostenere le singole richieste delle diverse realtà in mobilitazione e di estendere il modello delle realtà romane riunite in “Roma Agricola” promuovendo un coordinamento nazionale per il diritto alla terra.
Nell’assemblea di sabato mattina a Roma presso la tenuta di Castel di Guido verrà presentato un documento di richieste alle Regioni ed al Governo nazionale e un appello che chiama i giovani ad organizzarsi in vista dell’autunno dal titolo
“E’ di nuovo L’ORA: LA TERRA A CHI LA LAVORA!”
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Di seguito i tre volantini col programma delle tre iniziative: