tratto da Il Secolo XIX (leggi articolo originale)
Alessandria – L’Alessandrino, provincia agricola per storia e vocazione, protagonista del cambiamento in agricoltura. Lo prova il successo di un’iniziativa nata solo un anno fa in un’azienda di Valmacca, dove la pianura incontra le prime colline. La famiglia Vanotti è arrivata qui dalla Svizzera qualche generazione fa, impiantando per prima cosa una fornace a Mirabello, poi è passata all’agricoltura. Oggi i tre fratelli – Marco, Massimo e Matteo – hanno puntato sul riso Carnaroli con un proprio marchio. È stato Matteo, il più giovane ma anche il più «impallinato» d’informatica l’anno scorso a inventarsi una piattaforma web su cui caricare tutti i dati relativi alle coltivazioni (quaderno di campagna, magazzino, costi, ricavi, eccetera) e anche, in automatico, quelli provenienti da sensori sistemati nei campi e dai satelliti. Risultato: XFarm, sede a Villabella di Valenza, una start up che sarà commercializzata da agosto, ma che viene già testata da oltre mille aziende sparse in tutt’Italia.
Un successo virale. «Abbiamo puntato sulla semplicità – dice Matteo -, sviluppando con la collaborazione del Politecnico di Torino, un sistema semplice, facile da utilizzare anche per i non tecnologici e che si può controllare via smartphone o tablet. Forse per questo in pochi mesi hanno aderito così tante aziende. Lo stiamo perfezionando anche con il loro aiuto, ma già ora XFarm permette di tenere sotto controllo le coltivazioni e l’intera attività, tenendo conto dei dati atmosferici e anche delle previsioni meteo. Si crea una banca dati che serve per prendere ogni decisione». Il ritorno economico? «L’accesso alla piattaforma è gratuito, saranno a pagamento invece i suggerimenti e gli altri servizi».
Un’altra azienda che opera nell’agricoltura 4.0 è la Sata (Studio Agronomico Tecnico Associato) che opera in parallelo con il Cadir Lab di Quargnento: la sede principale è la stessa, ma ce ne sono altre due, una in Abruzzo e l’altra in Sicilia. I tre soci sono di Pozzolo, Sale e Serravalle, insomma con origini ben distribuite in provincia. «Si parte dalla conduzione in automatico, cioè senza pilota, dei mezzi agricoli, trattori, mietitrebbiatrici, seminatrici, tramite sistemi di localizzazione gps – dice uno dei tre soci Roberto Capurro -. Costano troppo per le piccole aziende? Bene, allora se ne possono dotare i contoterzisti. Il punto è che in questo modo si possono anche registrare i dati di ogni area coltivata, dove si produce di più o di meno, operando con semine “a raggio variabile”. Senza contare la possibilità per certe coltivazioni, tipo il pomodoro, di conoscere in anticipo e con precisione il grado di maturazione sulle varie piante, quindi quando raccogliere ». Sia Vanotti, sia Capurro saranno fra i protagonisti del seminario sull’agricoltura 4.0 in programma domattina alla Camera di commercio.