tratto da Informa Cibo (leggi articolo originale)
l Parlamento europeo ha approvato il 19 aprile con 466 voti a favore le nuove regole sull’agricoltura biologica. Le norme prevedono controlli e limiti più stringenti per il settore, ma meno rigidi rispetto a quelli già previsti nel nostro Paese. Per questo motivo gli europarlamentari italiani hanno votato compatti contro il provvedimento, frutto di un compromesso tra le istituzioni europee raggiunto nell’estate 2017 e che entrerà in vigore nel 2021. Le delegazioni italiane chiedevano norme più restrittive di quelle adottate, in particolare sulla soglia di contaminazione accidentale da pesticidi non autorizzati e sulle deroghe concesse all’importazione di prodotti bio da Paesi terzi.
Il voto dell’Italia
Le delegazioni italiane chiedevano norme più restrittive, con meno deroghe in caso di accordi bilaterali e soglie massime anche in caso di contaminazione fortuita.
De Castro: “occasione persa”
“L’accordo sul nuovo regolamento europeo per il biologico – ha affermato il vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro – è stata un’occasione persa”. La sfida però “resta aperta”, perché la Commissione europea valuterà le regole relative all’anti-contaminazione entro il 2025.
Cia: “Esprimiamo tutta la nostra contrarietà come Agricoltori Italiani”
“Le nuove regole europee sull’agricoltura biologica non sono assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni in Italia, che è al primo posto in Europa per produzione e al secondo per superficie coltivata a “bio”. Esprimiamo quindi tutta la nostra contrarietà come Agricoltori Italiani”.
Insomma, il nuovo Regolamento su produzione e etichettatura dei prodotti biologici, approvato in via definitiva dal voto dell’Europarlamento, è costituito, secondo quanto spiega la Cia, da “norme che non riformano il settore biologico. Soprattutto non apportano alcun miglioramento per i consumatori nel momento in cui non intervengono sulle regole che riguardano la contaminazione dei prodotti, eliminando dai negoziati la questione delle soglie per i residui di fitofarmaci”.
La FederBio con il suo presidente Paolo Carnemolla sul via libera alle nuove norme Ueico ha affermato: “Adesso tre anni di lavoro impegnativo e massima priorità nelle politiche europee e nazionali”
Quando un prodotto è “bio”
Le regole si riferiscono a pratiche agricole e di acquacoltura, lavorazione ed etichettatura di prodotti alimentari, procedure di certificazione per gli imprenditori agricoli e importazione di prodotti biologici che provengono da Paesi non appartenenti all’Ue. Chi ottiene la certificazione “bio” non può usare pesticidi, fertilizzanti chimici e antibiotici. Esclusi anche gli organismi geneticamente modificati, mentre si incoraggia la rotazione delle colture. Il logo è obbligatorio per gli alimenti preconfezionati. Nel caso di prodotti alimentari lavorati il logo bio indica che almeno il 95% degli ingredienti che provengono dall’agricoltura è biologico.