tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno (leggi articolo originale)
POTENZA – «Grazie all’azione messa in campo in queste settimane dal Dipartimento Agricoltura, dal presidente della Giunta e dall’intero sistema organizzativo agricolo della Regione Basilicata nei confronti dell’organismo pagatore nazionale Agea, in merito ai ritardi dei pagamenti, si cominciano ad avere effetti positivi. Sono in corso da parte di Agea gli accrediti per quasi 14 milioni di euro a circa settemila aziende agricole di Basilicata». Lo ha reso noto, attraverso l’ufficio stampa, l’assessore regionale all’agricoltura, Luca Braia.
Nel comunicato è sottolineato che «prendendo atto che qualcuno degli impegni assunti dall’Agea relativi ad alcune scadenze previste nelle prime settimane del mese di aprile, cominciano ad essere finalmente rispettate, unitamente alle Associazioni di categoria, pur mantenendo le riserve del caso, abbiamo chiesto per il 20 e ottenuto per il pomeriggio di lunedì 23 prossimo venturo un incontro, nel corso del quale saranno definitivamente indicate le scadenze dei pagamenti ancora sospesi, sulle diverse misure a superficie (in particolare Misura 10.1.1 – agricoltura integrata, Misura 10.1.4 – semina su sodo) e la implementazione delle funzionalità che ancora impediscono la completa automatizzazione dei pagamenti (correttiva dalla sottomisura 1 alla sottomisura 2, cambio beneficiario in corso di campagna, gestione delle ‘Non Conformità’)».
«Al senso di responsabilità del sistema delle rappresentanze istituzionali e sindacali di Basilicata del settore agricolo, dimostrato in questi mesi – ha proseguito Braia – dovrà corrispondere il massimo della responsabilità e dell’impegno da parte di Agea. Con l’auspicio che il Governo prossimo speriamo possa attenzionare sempre più e meglio Agea, consapevoli che dalla sua efficienza e tempestività delle azioni, dal rispetto delle scadenze fissate ed annunciate, passa il destino del comparto agricolo lucano e nazionale. Ribadiamo che – ha concluso l’assessore – rinvii e ritardi ulteriori non potranno essere più accettati in silenzio da una regione in cui all’agricoltura sono collegati i destini economici ed occupazionali di una intera comunità».