Pubblicato su lindipendenza.com (vedi articolo originale)
L’Italia muore di vari problemi ma anche e soprattutto di burocrazia. Un esempio? La burocrazia per le imprese agricole e’ un fardello da oltre 7 miliardi l’anno. Pari a 2 euro ogni ora di lavoro per ciascuna azienda, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7.200 euro l’anno. Un ”peso” che costringe ogni impresa a produrre scartoffie che messe in fila, superano 4 chilometri di lunghezza. A fare i conti e’ la Cia, Confederazione italiana degli agricoltori, in occasione della 7/a conferenza economica di Lecce. Servono 8 giorni al mese per riempire i documenti richiesti dagli uffici pubblici, centrali e locali. In pratica, 100 giorni l’anno. Un ”mostro” burocratico che in questi anni e’ aumentato invece di diminuire, insieme alla pressione fiscale. Tanto che il 78% delle imprese interpellate dalla Cia sostiene che il peso di tasse e contributi costituisce ”un pesante freno allo sviluppo e alla competitivita”’. E la burocrazia incide negativamente sull’attivita’ per il 90% delle aziende.
La conferenza di Lecce e’ stata anche occasione per tracciare un bilancio della crisi nelle tasche delle famiglie e nel carrello della spesa, dove e’ entrata con prepotenza. Piu’ di 16 milioni di famiglie – di fatto due su 3 – nel 2012 hanno tagliato gli acquisti per la tavola, con un calo dei consumi del 3,2 per cento rispetto al 2011. In un anno sono crollati gli acquisti di carne, pesce, frutta, verdura, latte, vino e olio. Un balzo all’indietro di 40 anni, dice la confederazione guidata da Giuseppe Politi. In soli cinque anni l’alimentare ha subito un ”colpo di scure” di circa 20 miliardi di euro, 8 miliardi solo nell’anno passato. Per mangiare si spende, in valore, piu’ al Sud (484,40 euro a famiglia) rispetto al Nord (473,50 euro) e al Centro (479,30 euro), mentre la quantita’ dei prodotti e’ in caduta libera. Si risparmia sul cibo per far fronte alle spese per i servizi necessari (gas, acqua, luce, carburanti, mutui, affitti), mentre si va alla ricerca di prodotti meno pregiati e di scarsa qualita’ che hanno prezzi piu’ accessibili. Una tendenza proseguita e accentuata anche nel primo quadrimestre del 2013. Alla tavola ogni nucleo familiare l’anno scorso ha destinato 5.760 euro, poco piu’ del 19% della spesa complessiva, pari a circa 30 mila euro l’anno.
di Giorgio Calabresi